domenica, febbraio 25, 2007

"Soru, non svendere il Sulcis"

dal manifesto del 24/2/07

«Soru, non svendere il Sulcis»
Il presidente della Commissione ambiente del Senato Tommaso Sodano (Prc) chiede alla giunta sarda di annullare la vendita delle miniere dell'iglesiente. Acquirenti: Pirelli, Ligresti e un fondo immobiliare Usa
Costantino Cossu
Cagliari
«La Regione Sardegna sospenda il bando di vendita degli ex siti minerari del Sulcis-Iglesiente». La richiesta arriva - attraverso una dichiarazione alle agenzie di stampa - dal presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano (Prc), che in un'interrogazione parlamentare chiede anche, al ministro Rutelli, di annullare gli atti della giunta sarda. «E' opportuna - dice Sodano - una riflessione, prima di cedere a privati un bene pubblico che l'Unesco ha dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità».
Sodano si riferisce a una delibera della giunta regionale sarda (del 26 aprile 2006) che mette in vendita pezzi (di proprietà della Regione Sardegna) delle miniere dismesse del Sulcis-Iglesiente, uno dei siti di archeologia industriale più vasti e più importanti d'Europa.
Sodano, che polemicamente usa il termine «svendita» anziché «vendita», spiega: «Pare giunto il momento di sospendere la svendita del territorio, per verificare, insieme a comunità locali, parti sociali, associazioni culturali e ambientaliste, se esista un differente e più appropriato percorso per dare risalto a questi beni, senza che di essi si debba necessariamente e definitivamente spogliare la parte pubblica». Il presidente della commissione ambiente di palazzo Madama contesta «la cartolarizzazione dei siti di Masua, di Ingurtosu, di Naracauli, di Monte Agruxau e di Pitzinurri in favore delle multinazionali del mattone e del turismo d'élite». «Viene in questo modo affermata - dice Sodano - un'idea di sviluppo che passa attraverso l'alienazione di beni comuni in favore di imprese private, per realizzare alberghi di lusso e campi da golf».
Le multinazionali del mattone alle quali fa cenno Sodano sono tre: Pirelli Real Estate, Immobiliare Lombarda (Ligresti-Fondiaria-Sai) e Hines Italia, un importante fondo immobiliare con sede negli Usa che a Milano sta realizzando il «Quartiere della moda». Sono queste le imprese che hanno risposto, nel luglio 2006, al bando lanciato da Renato Soru con la delibera dell'aprile 2006. Ce n'era anche una quarta, una cordata di imprenditori sardi, che però lo scorso ottobre una commissione nominata da Soru ha messo fuori gioco (mancavano alcuni dei requisiti richiesti). Il bando prevedeva tre fasi: una manifestazione d'interesse all'acquisto, una successiva selezione dei richiedenti e, infine, un'asta attraverso la quale scegliere l'impresa a cui vendere le aree. A quattro mesi dalla selezione (ottobre 2006) dei richiedenti, la data dell'asta ancora non è stata fissata. Al momento, quindi, non si sa quale dei tre colossi del business delle vacanze potrà «riqualificare a fini turistici» (così dice il bando regionale) le aree di Masua, di Monte Agruxau, di Ingurtosu, di Pitzinurri e di Naracauli (650 ettari in tutto). Si sa, invece, perché sta scritto nel bando, che il vincitore dell'asta non potrà costruire niente di nuovo, neppure un metro cubo. Potrà però ristrutturare 260 mila metri cubi di vecchie costruzioni (case di minatori, laverie, depositi) già esistenti, per trasformarli in strutture ricettive destinate a turisti di target alto.
Contro la vendita delle aree minerarie si sono schierati, nei mesi scorsi, il «Gruppo d'intervento giuridico» (una delle associazioni ambientaliste più attive nella lotta contro la cementificazione delle coste sarde) e la Rete Lilliput. Critiche sono arrivate anche dal Social forum di Cagliari. Ora contro il progetto di Soru arriva, con le dichiarazioni del presidente della commissione ambiente del Senato, uno stop più forte. Nell'interrogazione presentata il 23 gennaio scorso, Sodano ricorda a Rutelli che nella procedura di cessione dei siti minerari sardi «è stata omessa la preliminare verifica di legge dell'interesse culturale da parte del ministero» (solo nel novembre 2006 Soru ha avviato questa pratica, oltre sei mesi dopo la presentazione del bando di gara). Sodano chiede al ministro se tutto ciò non debba portare all'annullamento degli atti della giunta sarda. Ma parla anche, Sodano, di «alienazione di un bene comune in favore di privati». Questioni tecniche e nodi politici.

sabato, febbraio 24, 2007

Progetto DS per il centro storico di Cagliari

Ricevo e pubblico

Comincia ad essere diffusa nel dibattito politico la consapevolezza che il futuro del Centro storico di Cagliari non riguardi solo i suoi abitanti, ma l’identità della città, la sua storia, il suo sentirsi comunità.
Lo stesso ruolo di Cagliari nel Mediterraneo non è un fatto puramente geografico ma legato alla sua storia e alla sua cultura ed è importante - nel momento in cui l’Unione Europea individua nelle aree urbane uno dei fattori di sviluppo - che le classi dirigenti cagliaritane facciano del risanamento del Centro storico una delle grandi priorità di un piano strategico in grado di dare un forte slancio allo sviluppo della città e della regione.
A questo fine è fondamentale invertire il processo ultradecennale che ha visto fondersi insieme lo spopolamento dei quartieri storici, l’invecchiamento della popolazione residente, il progressivo degrado del quartieri, l’abbandono dei servizi, la chiusura di moltissime attività artigiane e commerciali.
Cagliari non può permettersi di avere nel Centro storico un numero così elevato di case disabitate, fortemente degradate, spesso inagibili, dove il degrado genera altro degrado.
E’ necessario un grande Progetto che parta da un monitoraggio di tutte le abitazioni, disabitate e no, che necessitano di ristrutturazioni, determinandone il livello di impegno finanziario e progettuale.
Sono sufficienti i dati contenuti nel “Censimento della popolazione e delle abitazioni” per avere un’idea delle potenzialità abitative dei quartieri storici: oggi negli stessi, a fronte di 2.500 edifici e complessi di edifici (per complessive 35.000 stanze in abitazioni), vivono circa 16 mila e 500 cittadini relativi a 7 mila e 250 famiglie.
Pensiamo ad un Progetto che preveda adeguati strumenti giuridici e finanziari che rendano possibili le ristrutturazioni delle abitazioni del Centro storico di proprietà dei privati (rifacimento facciate, consolidamenti etc.), lasciando però al Comune, o a un’agenzia comunale, l’onere e la responsabilità di trovare le necessarie risorse finanziarie e definire tutti gli aspetti amministrativi e progettuali.
Per le case sfitte una possibilità da valutare potrebbe essere una forma di comodato che metta in capo all’Agenzia tutti i costi di progettazione, di ristrutturazione e di contrattazione con le banche e che consenta all’Agenzia stessa la disponibilità dell’abitazione per un certo numero di anni per il rientro parziale dei costi.
Con questa soluzione giuridica l’Agenzia - attraverso forme concordate che diano le garanzie necessarie ai proprietari - potrebbe gestire l’affitto degli immobili sfitti per attuare una politica verso studenti e giovani copie nell’obiettivo di favorire una sorta di”avviamento famigliare”.
Per le case abitate, sarebbe direttamente a carico del proprietario il pagamento all’Agenzia della quota di spettanza per il periodo necessario.
Questa ipotesi potrebbe essere approfondita anche in riferimento a locali da adibire ad attività artigiane e di piccolo commercio in considerazione del gran numero di sottani (ma non solo quelli) fatiscenti esistenti nei quartieri storici e del fatto che le difficoltà maggiori per l’avvio di nuove attività economiche sono legate proprio ai costi per la disponibilità dei locali.
Con un accordo di programma tra istituzioni pubbliche - Regione, Comune e Provincia - banche, Università, Fondazioni, privati si potrebbe definire un grande progetto per il Centro storico che coinvolga direttamente i proprietari delle abitazioni.
E’ evidente che si tratta di ipotesi da verificare sul piano giuridico, finanziario e delle risorse disponibili anche a livello regionale e comunitario; ma è altrettanto evidente che può avere successo solo un grande progetto fortemente condiviso ai diversi livelli istituzionali, in grado di mobilitare risorse private e di coinvolgere gli abitanti dei quartieri storici.
La Circoscrizione Centro storico potrebbe svolgere, come ha saputo dimostrare anche di recente, un ruolo decisivo non solo nella motivazione degli abitanti ma anche in alcuni fondamentali aspetti gestionali del progetto.
In questo contesto, senza escludere altri progetti di campus universitari, sarebbe una soluzione di enorme rilevanza se - anche con acquisizioni o permute - si determinasse una sorta di casa dello studente diffusa nel Centro storico, con centinaia di giovani che tornano a studiare là dove storicamente è stato il cuore dell’Università.
Cagliari ha tutte le carte per essere una città viva, colta, attrattiva non solo per i giovani sardi ma anche per i giovani di molti paesi del Mediterraneo che possono guardare alla nostra città come ad una porta dell’occidente che in qualche modo gli è più affine.
Anche per questo sarebbe di grande importanza se, dopo la Provincia, altre Istituzioni riportassero in Piazza Palazzo alcuni fondamentali ruoli decisionali e di rappresentanza.
Il ripopolamento del Centro Storico non è solo un obiettivo di riequilibrio demografico interno alla città e all’area urbana, è la condizione per fare rivivere i quartieri, ricostituire il tessuto economico e sociale, dare un contributo decisivo al rilancio del ruolo economico e sociale di Cagliari e dell’area vasta.
In questo contesto acquisirebbero grande rilevanza i progetti di attività commerciale diffusa e di bed and breakfast, la ricostituzione di un tessuto artigiano specializzato, l’individuazione di percorsi di elevato valore storico e turistico.

Ninni Depau
Consigliere comunale Ulivo

Luca Mereu
Segreteria cittadina dei Ds

Il quartiere Villanova crolla? Assemblea pubblica

Al Sindaco

All’Assessore competente


INTERROGAZIONE URGENTE


In data 20 febbraio, la Protezione Civile di Cagliari ha chiuso al traffico la via San Giovanni - angolo via San Giacomo. Tale intervento, sarebbe stato effettuato a seguito di uno sprofondamento del manto stradale che ha messo fortemente a rischio la sicurezza dei cittadini.

La situazione assume carattere di grave emergenza in tutto il quartiere di Villanova, la cui situazione di degrado è diventata insostenibile a causa delle gravi lesioni presenti in numerosi edifici, dei veri e propri sprofondamenti nelle strade, dell’assoluta mancanza di illuminazione in molte zone del quartiere.

Da anni sono disponibili fondi per circa 6 milioni di euro - ridotti, secondo informazioni ufficiose, nel bando di gara a 4 milioni di euro - destinati al rifacimento dei sottoservizi, dell’illuminazione pubblica e della pavimentazione di Villanova.

Si chiede al Sindaco e agli assessori competenti

Di conoscere con certezza la data di inizio dei lavori, la reale quantità dei fondi disponibili (se ridotti quale è la destinazione) e l’area compresa nell’intervento.

Di avere una conoscenza dettagliata delle indagini geognostiche, effettuate di recente;

Se non si ravvisi l’urgenza di individuare, come assoluta priorità, l’intervento di consolidamento delle strade allungandosi a vista d’occhio il numero delle strade interdette al traffico, per ragioni di sicurezza, in tutto il centro storico ed in particolare nei quartieri Stampace (via S. Efisio), Villanova e Castello (Corte D’Appello e Canelles).

Marco Espa

Goffredo (Ninni) Depau

Gruppo Consiliare l'Ulivo
Comune di Cagliari
Cagliari, 19 Febbraio 2007

COMUNE DI CAGLIARI
Circoscrizione 1


COMUNICATO STAMPA

IL GIORNO 24 FEBBRAIO 2007 - ORE 10.30

E’ PREVISTA PRESSO

VIA SAN GIOVANNI ANGOLO VIA SAN GIACOMO
(FRONTE CHIESA SAN CESELLO)


UN ASSEMBLEA PUBBLICA


SUL TEMA

EMERGENZA VILLANOVA


GRAZIE PER L’ATTENZIONE I MIGLIORI SALUTI



Il Presidente
Gianfranco Carboni

giovedì, febbraio 22, 2007

I consiglieri comunali di minoranza contro l'aumento dei tributi

MOZIONE

Premesso che
la sezione di controllo per la Regione Sardegna della Corte dei Conti con delibera n. 24/2007 ha effettuate diversi rilievi sul bilancio revisionale 2006 e consuntivo 2005 con particolare riferimento:
· “alla gestione dei residui per la potenziale criticità originata dall’elevata incidenza degli stessi sulle partite di bilancio”
· alle difformità ed incongruenze rilevate dalla situazione del patrimonio e, in particolare, ai crediti ascritti, alle immobilizzazioni finanziarie, ai conferimenti, alle partite debitorie;
· all’indicazione di una spesa consistente di Euro 25.163.531 per una non meglio specificata manutenzione straordinaria di opere e impianti;
· alla criticità per l’esistenza di aziende, istituzione e società partecipate in perdita nel triennio precedente
· all’avanzo presunto di amministrazione tutto da approfondire in ordine alla conservazione di residui di dubbia esigibilità;
Considerato che
· Lo sforamento del patto di stabilità per l’anno 2006 rappresenta un fatto grave che potrebbe determinare rilevanti problemi in relazione sia all’investimento che alle spese correnti
· Il Sindaco e L’Assessore alla Programmazione hanno ripetutamente ipotizzato sulla stampa un aumento delle tasse comunali;
Tenuto presente che
· Il bilancio rappresenta l’atto fondamentale dell’Amministrazione in base al quale si decidono gli investimenti, le politiche sociali, la qualità dei servizi.
· Nel 2007 è stato definito un significativo incremento dei trasferimenti regionali ai Comuni (Cagliari + 18%)
· L’evasione delle imposte comunali è particolarmente elevata e si attesta, secondo la stessa Amministrazione, nell’ordine del 25%;
· La capacità di entrate extratributarie dell’Amministrazione comunale è assolutamente inadeguata alle potenzialità /gestione patrimonio, canoni, convenzioni ecc.)
Si impegna il Sindaco e l’Assessore competente affinché
· Quanto prima venga avviato il confronto sul Bilancio preventivo 2007, già nella fase della sua impostazione, come ripetutamente richiesto dai consiglieri del centro-sinistra, per consentire i necessari approfondimenti e rendere possibili eventuali emendamenti.
· Si eviti qualunque aumento delle tasse che inevitabilmente ricadrebbe sulle fasce più bisognose;
· Si imposti una specifica ed efficace politica di lotta all’evasione delle imposte comunali con appropriate misure di monitoraggio e di investigazione;
· Si verifichi a fondo il funzionamento della macchina amministrativa, potenziando tutte le funzioni di controllo dell’efficienza e dell’efficacia, delle spese correnti (a partire dal controllo di gestione), della realizzazione degli impegni assunti (raccolta differenziata etc.);
· Si attuino specifiche politiche finalizzate all’incremento delle entrate extratributarie (a partire da una corretta gestione del patrimonio)

Cagliari 21 febbraio 2006

Ninni Depau
Marco Espa
GianMario Selis