venerdì, dicembre 23, 2005

Agenda per il 2006


Comunicato Stampa

Mercoledì 21 dicembre la Direzione regionale della Uil si è riunita a Cagliari per fare il punto sulla situazione sociale ed economica della Sardegna, al termine di un anno contrassegnato da grandi difficoltà.
La Direzione ha accolto l’invito del segretario generale Gino Mereu affinché il sindacato accentui il ruolo propositivo delle sue azioni, per essere di stimolo e partecipare attivamente al rilancio della nostra Isola. Nell’anno che sta per iniziare è necessario porre le basi solide per una generale ripresa del sistema produttivo, risolvendo innanzitutto le questioni, ormai storiche, che frenano la crescita.
La Direzione pone ai primi punti dell’”Agenda degli interventi” il lavoro, l’energia, il rilancio della chimica, i trasporti.
Rispetto all’occupazione è necessario ripensare una strategia politica che sappia sostenere le fasce più deboli dei lavoratori e intervenire con strumenti finanziari efficaci, tali da attenuare le tensioni emergenti. Un maggior impegno sul fronte del lavoro sarà determinante anche per combattere le vecchie e nuove povertà, che spingono verso fasce di reddito minimo un numero sempre maggiore di famiglie, creando una progressiva disparità sociale.
Per quel che riguarda l’energia si chiede alla Giunta regionale una maggior chiarezza e coerenza rispetto alle strategie decise per il medio e lungo periodo (metanizzazione, elettrodotto, carbone del Sulcis, centrale termoelettrica di Fiume Santo, energie alternative), mentre per il breve periodo è necessario individuare soluzioni che portino a una riduzione dei costi della bolletta elettrica per l’apparato industriale.
Resta poi a tutt’oggi irrisolta la questione dei trasporti. Come l’energia, i trasporti rappresentano un nodo cruciale per la competitività dei prodotti sardi, che con sempre maggior difficoltà riescono a difendere gli spazi occupati sia sul mercato nazionale che internazionale e determinano la fuga (valga come esempio la Legler di Macomer) di importanti realtà produttive.
L’anno che verrà sarà decisivo per la nostra Isola; l’uscita dall’Obiettivo Uno ci impone l’individuazione di nuove fonti di finanziamento che possano sostenere un modello di sviluppo in grado di portare la qualità della vita in Sardegna al livello delle aree europee più sviluppate, e la soluzione della vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali potrà rappresentare un buon punto di partenza per costruire il “Piano generale di sviluppo”, annunciato da questa Giunta regionale fin dal giorno del suo insediamento e che è stato uno dei punti cardine del consenso ottenuto. In esso dovranno essere articolate le politiche di settore (industria, turismo, artigianato e agricoltura) e sarà finalmente chiaro il modello di crescita che questa maggioranza intende perseguire.
Ma per giungere a una sua efficace elaborazione è necessario che questo esecutivo avvii una politica di condivisione dei percorsi con le parti sociali e che con esse riapra un dialogo costruttivo, tale da dare maggior fiducia ai lavoratori, agli imprenditori e all’intero popolo sardo.
Questa è l’unica condizione attraverso la quale l’intera collettività sarà pronta a partecipare a una nuova stagione di rinascita e a scendere in campo per vincere la scommessa dello sviluppo.

la direzione regionale
della UIL sarda

Cagliari, 23 dicembre 2005

martedì, dicembre 13, 2005

Ultime dal Poetto di Cagliari

Si è tenuta questa mattina presso il giudice dott. Giorgio Cannas la seconda udienza preliminare relativa al procedimento penale (R.G. n. 9090/2004) relativo ai purtroppo noti "lavori di risanamento del litorale del Poetto" condotti dall’Assessorato viabilità della Provincia di Cagliari. Indagati l’ex presidente della Provincia Sandro Balletto, dell’ex assessore dei lavori pubblici della Provincia di Cagliari Renzo Zirone, del geologo provinciale Salvatore Pistis, del dirigente dell’Assessorato provinciale dei lavori pubblici e direttore dei lavori ing. Andrea Gardu, del responsabile del complesso dei lavori ing. Lorenzo Mulas, del presidente del consiglio di amministrazione della Mantovani s.p.a. e legale rappresentante dell’A.T.I. esecutrice Piergiorgio Baita, del funzionario dell’impresa "ripascitrice" Sidra Daniele Defendi e dell’amministratore unico della Sarcobit s.r.l. (impresa stoccatrice di 800 metri cubi di sabbia nell’ex Tiro a Volo) Marcello Vacca nonché di cinque componenti della commissione di monitoraggio. L’indagine condotta dai pubblici ministeri Guido Pani e Daniele Caria ipotizza in particolare i reati di danneggiamento aggravato di beni pubblici (art. 635 cod. pen.), abuso di ufficio (art. 323 cod. pen.), violazione del vincolo paesaggistico (art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004). E’ stata accolta l’istanza di costituzione di parte civile dell’associazione ecologista Amici della Terra, rappresentata dall’avv. Lia Pacifico, (analogamente alla Regione autonoma della Sardegna, all'Agenzia del Demanio, al Comune di Cagliari, al WWF, a Legambiente), già presentata in tale sede. Successivamente, in sede di apertura del dibattimento penale, verrà avanzata istanza di costituzione di parte civile anche da parte del Gruppo d’Intervento Giuridico. Azioni finalizzate ad ottenere in primo luogo giustizia per un pesante danno ambientale ed al patrimonio affettivo dei cagliaritani e l’obbligo del ripristino ambientale a carico dei responsabili.
La vicenda dei "lavori di risanamento del litorale del Poetto", svolti grazie a fondi comunitari, ha portato in questi ultimi tre anni a parecchie "sorprese" negative: la candida e fine sabbia del Poetto ha subìto un pesante ripascimento (370.000 metri cubi) con sabbia ben più grossa e scura, con caratteristiche differenti e ricca di materiale organico e di pietre, la vecchia viabilità costiera, sostituita dalla nuova strada lungo-saline, non è stata completamente rimossa, le dune non sono state realizzate, la pineta non è stata ripristinata ed è divenuta un mega-parcheggio, in buona parte a servizio di chioschi di dubbia legittimità’. Il progetto iniziale, munito delle necessarie autorizzazioni di carattere ambientale, ed il relativo capitolato d’appalto non appaiono rispettati, così come i termini per l’ultimazione dei lavori, e non hanno convinto minimamente le assicurazioni dell’Amministrazione Provinciale uscente, con tanto di costosi opuscoli dalle foto "taroccate" ed "esperti" convenzionati: la difesa ad oltranza, spintasi fino ad accusare i "terroristi ecologisti" di aver addirittura disseminato la spiaggia di proiettili della II guerra mondiale, oggi ha virato di 180 gradi e parla di "errori" dell’impresa esecutrice e dei tecnici. A fianco dell’indignazione popolare, con gran risalto sui mezzi di informazione nazionali e locali, gli Amici della Terra ed il Gruppo d’Intervento Giuridico hanno, quindi, provveduto ad interessare (marzo e luglio 2002) la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e la locale Procura della Corte dei conti che hanno avviato le relative indagini. La deputata verde on. Monica Frassoni ha inoltrato specifica interrogazione alla Commissione europea sulla gestione dei fondi ed il rispetto del progetto approvato. Adesso il procedimento penale. Ma il Poetto potrà mai ritornare come prima ‘ Speriamo fortemente innanzitutto nell’azione del mare e degli eventi atmosferici, nella natura. Che possa almeno temperare la sconsiderata mano dell’uomo...
p. Gruppo d’Intervento Giuridico
e Amici della Terra
Stefano Deliperi

PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE, BUONE PROSPETTIVE

Il 13 dicembre 2005, la Giunta regionale ha adottato il piano paesaggistico regionale, per ora limitato agli ampi ambiti costieri con alcune estensioni verso l'interno dell'Isola. Prima tappa verso la pianificazione paesistica di tutto il territorio regionale.

In contemporanea i numerosi documenti del piano (deliberazione di adozione, relazioni illustrative, tecniche, del comitato scientifico, normativa tecnica di attuazione, 5 tavole illustrative in scala 1 : 200.000 + compact disk con 141 carte in scala 1 : 25.000, con 38 carte in scala 1 : 50.000 e 27 schede illustrative degli ambiti costieri) sono già sul sito web della Regione (www.regione.sardegna.it/pianopaesaggistico) con un bell'esempio di trasparenza istituzionale purtroppo non comune.

Da un primissimo esame, necessariamente sommario, alcuni punti appaiono piuttosto qualificanti: nei 27 ambiti di paesaggio si prevede una sostanziale esclusione di ulteriori volumetrie nella fascia costiera perimetralmente definita, potranno proseguire soltanto gli interventi legittimamente autorizzati alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 8/2004, la c. d. legge salva-coste.

Si prevedono, poi, quattro diverse graduazioni di tutela, dagli ambiti di conservazione integrale alle aree meritevoli di riqualificazione ambientale, aumenterà l'estensione di terreno per edificare nelle zone agricole (dal limite minimo attuale di un solo ettaro si passerà a 10 ettari dove sono colture intensive e, addirittura, a 20 ettari dove sono colture estensive) e per sole strutture connesse alla conduzione agricola ed aumenteranno le disposizioni di tutela per le campagne (salvaguardia delle recinzioni tradizionali, come il muretto a secco, divieto di nuova viabilità, salvaguardia degli alberi monumentali, ecc.).

Inoltre, al di fuori dei centri urbani (dove si punta al recupero urbanistico delle periferie), i Comuni non potranno più decidere in esclusiva gli interventi di trasformazione territoriale, ma subentrerà una procedura di co-pianificazione con il coinvolgimento regionale.

Il piano paesaggistico regionale (P.P.R.) è strumento di pianificazione e gestione del territorio sovraordinato e vincolante rispetto agli atti di pianificazione delle province (piano urbanistico provinciale ? P.U.P.) e dei comuni (piano urbanistico comunale - P.U.C.): questi ultimi dovranno, quindi, essere adeguati alle previsioni di "tutela dinamica" del P.P.R. Dopo l'adozione da parte della Giunta regionale, sarà il momento della fase della concertazione con gli Enti locali e tutti i soggetti sociali interessati.

La previsione di un procedimento "aperto" ai soggetti istituzionali e sociali per l'adozione del piano paesaggistico regionale è insita nella filosofia ispiratrice e nelle medesime previsioni normative (convenzione europea sul paesaggio, decreto legislativo n. 42/2004, legge regionale n. 8/2004, linee guida per la redazione del P.P.R. approvate dal Consiglio regionale il 26 maggio 2005). La proposta di P.P.R., una volta adottata dalla Giunta regionale, deve essere pubblicata per un periodo di sessanta giorni consecutivi all'albo di tutti i Comuni territorialmente interessati (art. 11 della legge regionale n. 45/1989, come sostituito dall'art. 2 della legge regionale n. 8/2004). Per favorire la partecipazione e la concertazione istituzionale, il Presidente della Regione ' durante il periodo della pubblicazione presso gli albi pretori comunali ' convoca apposite conferenze pubbliche per illustrare la proposta di P.P.R. e raccogliere osservazioni, proposte e suggerimenti: ad esse devono essere convocati "i soggetti interessati", cioè gli Enti locali, le associazioni ecologiste, le associazioni imprenditoriali, ecc. In tali conferenze pubbliche possono essere raccolte osservazioni, proposte, ecc. in forma scritta, da esaminare nella prosecuzione dell'iter procedimentale di approvazione del P.P.R., anche se ? per aver pieno valore giuridico e dover essere motivatamente esaminate ai fini dell'approvazione dell'atto di pianificazione definitivo ? necessitano della successiva proposizione al Presidente della Regione nel periodo di trenta giorni successivo all?ultimo giorno di deposito (art. 11, comma 2°, della legge regionale n. 45/1989, come modificato dall?art. 2 della legge regionale n. 8/2004).

Al termine, dopo aver esaminato le varie osservazioni pervenute, la Giunta regionale approverà definitivamente il P.P.R. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d?Intervento Giuridico, ad un primo esame sommario del nuovo P.P.R., confermano una valutazione provvisoria positiva e confermano la partecipazione al procedimento di approvazione definitiva del piano nei modi previsti dalla legge.

Si ricorda, inoltre, che nell'estate scorsa è stata consegnata al Presidente della Regione autonoma della Sardegna on. Renato Soru ed al Presidente del Consiglio regionale on. Giacomo Spissu la petizione popolare per la salvaguardia delle coste sarde promossa dagli Amici della Terra e dal Gruppo d?Intervento Giuridico. Gli aderenti sono stati ben 3.515 e vedono tra di loro parlamentari europei (on. Monica Frassoni), l'intera direzione nazionale degli Amici della Terra (Rosa Filippini, Walter Baldassarri e Maria Laura Radiconcini), personalità della cultura (lo scrittore Giorgio Todde), personalità del volontariato attivo (don Ettore Cannavera), rappresentanti di associazioni ecologiste di tutto il Mediterraneo (Coordinamenti Friends of the Earth dell?Europa e del Mediterraneo, associazioni nazionali aderenti a Friends of the Earth di Francia, Spagna, Cipro, Israele, Palestina, Croazia, Tema Foundation della Turchia, Istria Verde della Croazia, N.T.M. di Malta, C 21 dell?Algeria, Green Action della Croazia, European Geography Association della Grecia, E.N.D.A. della Francia, Green Home del Montenegro, S.P.N.L. del Libano, Link di Israele, E.N.D.A. Maghreb del Marocco, Tunisian Front Organization della Tunisia, Ecomediterrania della Spagna, O.D.R.A.Z. della Croazia, A.P.E.N.A. della Tunisia, A.F.D.C. del Libano, R.A.E.D. dell?Egitto, Ceratonia Foundation di Malta, C.O.A.G. della Spagna, WWF ? programma Mediterraneo dell?Italia, I.P.A.D.E. della Spagna, Forum della Laguna di Venezia dell?Italia, W.A.D.A. del Libano, Associazione per la Wilderness dell?Italia), componenti di formazioni politoco-sociali (vari aderenti a circoli di Progetto Sardegna) e, soprattutto, tanti comuni cittadini sardi, di tante altre parti d?Italia e numerosi stranieri. La petizione chiede che il nuovo piano paesistico contenga efficaci misure di tutela, una fascia di rispetto costiero di almeno 500 metri dal mare e la conservazione integrale dei tratti costieri ancora integri o non compromessi. Si chiede, poi, anche l?istituzione dell?Agenzia per la Salvaguardia delle Coste cui affidare l?acquisizione al patrimonio pubblico e la corretta gestione dei tratti di litorale più pregevoli dal punto di vista ambientale e paesaggistico, della quale, recentemente, la Giunta regionale ha avviato la realizzazione con l?istituzione del Servizio della Conservatoria delle coste sarde.

Un ultimo aspetto, ma non di infima importanza: l'operazione di predisposizione della proposta di piano, effettuata all'interno degli uffici regionali, è costata circa 400 mila euro, mentre quella relativa ai vecchi 14 piani territoriali paesistici annullati perché illegittimi era costata circa 15 milioni di euro.

p. Gruppo d'Intervento Giuridico

e Amici della Terra


Stefano Deliperi

lunedì, dicembre 12, 2005

Gianni Loy smentisce le voci di ritiro

COMUNICATO STAMPA

In relazione alle indiscrezioni circa una mia ipotetica rinuncia alla candidatura alle primarie di Cagliari per l’affacciarsi di nuovi nomi, smentisco nella maniera più assoluta ogni eventualità del genere.

La mia candidatura è nata in maniera limpida e trasparente fuori da ogni gioco politico, già da diversi mesi, sulla base di una positiva esperienza elettorale nelle passate elezioni che ha raccolto una fetta significativa degli elettori del centro sinistra e sulla base di un forte impegno in consiglio comunale che ha tentato di opporsi alla devastante azione dell’attuale maggioranza.

E’ vero che esistono diverse interpretazioni delle Primarie. C’è chi, esplicitamente, ritiene nei fatti che i partiti debbano concordare su un nome “largamente condiviso” che verrebbe poi proposto agli elettori nelle primarie per una sorta di ratifica. E vi anche chi vede le Primarie come occasione di testimonianza del propria parte mediante la espressione di una sorta di candidato di bandiera.
Credo, invece, che le Primarie debbano costituire un metodo serio e democratico per la scelta del candidato sindaco. Ma per una scelta vera e non formale. Le primarie non sono perché i partiti ed i gruppi organizzati cerchino di imporre i loro accordi agli elettori ma al contrario, perché con un po’ più di umiltà, chiedano ai cittadini, anche indipendentemente dall’appartenenza al singolo gruppo, quale sia il candidato migliore per la dura sfida che, tra qualche mese, vedrà il Centro sinistra tentare di rovesciare l’attuale maggioranza.

La mia candidatura, con tutta la modestia ma anche la convinzione che la scelta politica richiede, offre agli elettori una delle possibili scelte. Occorre che al più presto siano presentate le altre, e che si avvii finalmente un grande dibattito pubblico capace di appassionare gli elettori del Centro sinistra ed attrarne di altri.

Mi aspetto ed auspico l’appoggio di singoli cittadini, di gruppi, ma spero anche che i partiti che condividono molte delle mie scelte ideali e concrete consentano ai loro elettori ed iscritti di esprimersi sulla base di condivisioni politiche e non di tattiche legate ad equilibri di potere.
Chiamatelo pure sogno o ingenuità, ma non è altro che la profonda e democratica funzione che le elezioni primarie di uno schieramento dovrebbero rappresentare.

La mia candidatura, pertanto, è più che mai solida ed il mio lavoro prosegue fuori dai balletti, dalle indiscrezioni e dai toto-pronostici, senza perdere di vista, neppure per un istante, che l’obbiettivo finale, quello che dovrebbe essere di tutti, è quello di riuscire a scegliere, con il contributo determinante degli elettori, ed aprendo così una lunga campagna elettorale, il miglior candidato possibile per la sfida di maggio..

domenica, dicembre 11, 2005

Aliga a Cagliari. Raccolta differenziata e salassi

Un distinto signore sta armeggiando in maniera sempre più concitata davanti ad alcuni cassonetti per rifiuti pieni oltre ogni immaginazione, inizia a "litigare" con sé stesso e ci scappa pure qualche colorita espressione in vernacolo cagliaritano’ motivo ? Sta cercando di cravare a viva forza una bacinella rotta di plastica dentro il foro rotondo di un cassonetto blù per la raccolta differenziata?

Una scena ormai comune sulle strade cittadine. Ed una riflessione quasi immediata: i cagliaritani hanno risposto generalmente abbastanza bene ad una raccolta differenziata dei rifiuti urbani organizzata e gestita, invece, assai male dall’Amministrazione comunale.

I toni quasi trionfalistici espressi nei giorni scorsi dall’Assessore comunale ai servizi tecnologici Giorgio Angius appaiono piuttosto fuori luogo: nel primo mese di raccolta differenziata è stato vantato il raggiungimento del 9 % di percentuale "differenziato", cioè nemmeno quel 10 % che il decreto legislativo n. 22/1997, il c. d. decreto Ronchi, prevedeva di raggiungere nel 2003’

E’ da quasi due mesi iniziata la raccolta differenziata dei rifiuti urbani a Cagliari e, in contemporanea, stanno arrivando ai cagliaritani le "bollette" per il servizio di smaltimento dei rifiuti con aumenti, rispetto all’anno scorso, in media del 10-20 %’’

Ma sta finalmente migliorando davvero la situazione della gestione dell’aliga ?

Non sembra si possa dare una risposta positiva.

Il 5 agosto scorso, dopo infinite proroghe del rapporto contrattuale precedente ed un lungo contenzioso giudiziario, il Comune di Cagliari ha aggiudicato l’appalto annuale per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani all’A.T.I. composta dalle società De Vizia, Waste Management e Cooplat per un importo di ben 27 milioni di euro.

A partire dal 20 ottobre 2005 sono disseminate le vie cittadine di 2.500 contenitori (1.000 per i rifiuti indifferenziati, 600 per vetro ed alluminio, 600 per carta e cartone, 200 per la plastica), a Pirri, Genneruxi, Quartiere europeo, Baracca Manna e Mulinu Becciu ‘ in via sperimentale ‘ le singole famiglie (40 mila residenti) hanno le loro "bio-pattumiere" dove depositare la "frazione umida" dei rifiuti da loro prodotti (con raccolta almeno quattro volte alla settimana).

La raccolta dei rifiuti organici è partita a gennaio 2005 per 1.100 esercizi commerciali (600 ristoranti e bar, 500 negozi di frutta e verdura) e 1.500 negozi per gli imballaggi: dal 20 ottobre il loro numero dovrebbe essere raddoppiato.

Ma l’appalto annuale sarà, poi, la migliore soluzione ? Quale situazione si sta delineando ? Nessuna campagna informativa per i cittadini, ad esclusione di un opuscoletto in carta riciclata distribuito nelle cassette postali. La distribuzione iniziale non appare uniforme: le "isole ecologiche", dove vengono situati insieme i cassonetti per le varie tipologie di rifiuti (giallo per carta e cartone, azzurro per imballaggi di plastica, verde per vetro e lattine, grigio per gli "indifferenziati"), sono ancora molto poche. Per giunta s’è deciso di confondere i cittadini posizionando nelle strade dei cassonetti metallici di colore viola dall’ignota funzione e di dotare i cassonetti per la plastica di due soli "buchi" dal diametro contenuto.. dove entrano solo piccoli oggetti, a meno che, come il povero signore cagliaritano,non li si voglia cravare dentro a forza’ L’assessore Angius ha promesso un raddoppio dei cassonetti per la plastica ed un forte aumento di quelli per la carta, nonché un aumento del diametro dei fori. Vedremo che cosa ci si potrà buttare dentro...

Aumenterà anche la frequenza del ritiro dei rifiuti, oggi piuttosto scarsa. Finalmente inizierà la raccolta diretta della carta presso 200 "grandi utenze" (uffici, ecc.). Vedremo’.. Sembra, però, che il Comune di Cagliari voglia ancora fare i conti senza l’oste: oltre alle "furbate" degli anni scorsi quando di raccolta differenziata neppure se ne voleva sentir parlare, che finiranno per costare ai cagliaritani pesanti aumenti sulla "bolletta" dei rifiuti, continua ad ignorare le metodologie di alta efficienza della raccolta differenziata: continua, insomma, a voler privilegiare il cassonetto rispetto alla differenziazione attuata nelle singole case, il metodo che ha dato di gran lunga i migliori risultati, se accompagnato da una buona campagna di sensibilizzazione dei cittadini.

E le giustificazioni, secondo cui in nessuna medio-grande città è possibile la raccolta "porta a porta" non reggono: Reggio Emilia ha 155 mila residenti e raggiunge il 43 % annuo di raccolta differenziata dei "suoi" rifiuti, Padova ha 205 mila abitanti e raggiunge il 38 % annuo di raccolta differenziata, Perugia ha 162 mila abitanti e raggiunge il 31 % annuo di raccolta differenziata, Prato ha 180 mila abitanti e il 34 % annuo di raccolta differenziata, Firenze ha 367 mila abitanti e raggiunge il 29 % annuo di raccolta differenziata.

Purtroppo la situazione negativa non riguarda soltanto Cagliari: la gestione dei rifiuti urbani in Sardegna ha, nel corso degli ultimi vent’anni, provocato sempre maggiori problemi pur essendo la regione una delle meno popolate d’Italia.

I costi ambientali, sociali ed economici non sono mai stati accuratamente analizzati, quantificati e posti in evidenza.

Qualche "indizio" può essere tratto dagli inquinamenti di suoli ed acque determinato dalle discariche abusive, dalle proteste di vari comitati popolari contro discariche "legali" sempre più estese, dalle "tasche" dei cittadini progressivamente "svuotate" in misura maggiore dalle pubbliche amministrazioni per servizi, come quello della gestione dei rifiuti urbani, troppo spesso non all’altezza delle necessità.

Non solo delle "necessità" determinate dalle buone pratiche ambientali, ma con fin troppa frequenza delle "necessità" determinate dalla legge.

Il c. d. decreto Ronchi, il decreto legislativo n. 22/1997 e successive modifiche ed integrazioni è la fondamentale norma quadro vigente in Italia e recepisce le direttive comunitarie in materia di gestione dei rifiuti. Esso prevede, in linea generale, la gestione dei rifiuti urbani attraverso l’adozione di metodologie di raccolta differenziata, recupero, riciclaggio dei rifiuti. La discarica è la soluzione residuale, sito di conferimento di quanto non può esser più recuperato e riciclato. Oggi il decreto legislativo n. 36/2003 (attuativo della direttiva n. 1999/31/CE) stabilisce che i rifiuti possono esservi conferiti soltanto dopo trattamento (art. 7, comma 1°).

E nemmeno la realizzazione dei "termovalorizzatori" (in sostanza inceneritori con recupero energetico) è vista come la soluzione privilegiata. Il c. d. decreto Ronchi assegna, poi, specifiche competenze in materia a Stato, Regioni, Province e Comuni. In Sardegna è stato, finora, attuato ben poco correttamente, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani. 878 mila tonnellate di rifiuti urbani prodotti ogni anno in Sardegna, 532 kg. per abitante.

Al 31 dicembre 2004 la percentuale di raccolta differenziata svolta dai Comuni sardi non superava il 5,3 % dei rifiuti prodotti annualmente nell’Isola (dati rapporto rifiuti 2005 di A.P.A.T. e Osservatorio nazionale rifiuti), mentre al 31 dicembre 2003 era al 5,8 % (dati Ass.to reg.le difesa ambiente, 2005), mentre al 31 dicembre 2000 era dell’1,7 %. Significa che in quattro anni il miglioramento è stato minimo.

La media nazionale di raccolta differenziata è del 21,5 %. Peggio della Sardegna è soltanto il Molise (3,6 %).

Irraggiungibile il Veneto con il 43,9 %.

Le "colpe" sono certamente della Regione autonoma della Sardegna, che per troppo tempo non ha svolto in modo incisivo il suo ruolo e ha dato fin troppo spazio ai "signori delle discariche", delle Province, che hanno mancato clamorosamente nei loro compiti di coordinamento e raccordo dei Comuni, ma, soprattutto, dei Comuni, in particolare i maggiori, che hanno scandalosamente omesso i loro doveri di assicurare una corretta gestione dei rifiuti.

Il piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani (deliberazione Giunta regionale n. 57/2 del 17 dicembre 1998) probabilmente è da rivedere in alcuni punti, ma non si può negare che, se Cagliari, Sassari, Quartu S. Elena, Olbia, Oristano, Nuoro, Assemini e Macomer, i più popolosi Comuni isolani, svolgessero correttamente il servizio di raccolta differenziata, il problema della gestione dei rifiuti urbani sarebbe pressoché risolto in Sardegna.

In base al c. d. decreto Ronchi (art. 24 del decreto legislativo n. 22/1997 e successive modifiche ed integrazioni) doveva essere assicurata la raccolta differenziata di precise percentuali minime di rifiuti urbani entro ogni "ambito territoriale ottimale" (A.T.O., circoscrizione territoriale di uno o più Comuni dove razionalmente deve svolgersi la gestione dei rifiuti): il 15 % entro il 1999, il 25 % entro il 2001 e il 35 % entro il 2003. Pena il progressivo aumento del costo dello smaltimento dei rifiuti a carico dei Comuni, i quali ‘ ovviamente ‘ finiranno per far pagare le loro "colpe" ai singoli cittadini. Si deve, infatti, ricordare che il 31 dicembre 2005 scade l’ennesima proroga del termine (art. 11 del decreto-legge 30 giugno 2005, n. 115 convertito, con modificazioni, nella legge 17 agosto 2005, n. 168) per l’adeguamento alle prescrizioni del relativo quadro normativo. Si deve ricordare anche che ormai si è passati dal vecchio regime della "tassa" sui rifiuti a quello della "tariffa" per la gestione di essi, con l’intera sopportazione degli òneri economici per lo svolgimento del servizio.

Finalmente la Regione, dopo aver speso negli ultimi 5 anni ben 16 milioni di euro per promuovere la raccolta differenziata e conta di spenderne altri 60 nel prossimo futuro (sempre con co-finanziamento comunitario grazie ai fondi P.O.R. 2000-2006), sembra essersi ricordata di svolgere con la necessaria determinazione i propri compiti di programmazione e vigilanza: con la deliberazione Giunta regionale n. 34/14 del 19 luglio 2005 ha indicato agli Enti locali gli "indirizzi ai quali attenersi per lo smaltimento in discarica di rifiuti urbani trattati" e le ulteriori iniziative per incentivare la loro raccolta differenziata.

Ormai, inoltre, iniziano a circolare gli importi presuntivi delle sanzioni che la Regione andrà ad applicare a carico dei Comuni inadempienti in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani: aumenti fra il 10 % ed il 30 % della tariffa prevista per lo smaltimento. Importi che giungono a milioni di euro per il Comune di Cagliari, importi che l’Amministrazione comunale finirà per scaricare sulle "bollette" dei cittadini. Proprio il Comune di Cagliari è uno dei maggiori "colpevoli" della cattiva situazione della gestione dei rifiuti urbani isolani. 270 tonnellate al giorno di àliga, 94 mila all’anno.

I conti sono presto fatti: per ogni tonnellata di rifiuti portati in discarica il Comune paga 108 euro, senza raccolta differenziata funzionante e con la penale del 10-30 % pagherà fra 118,80 e 140,40 euro. La sanzione, per le 94 mila tonnellate di rifiuti cagliaritani, sarà, quindi, fra 1.015.200 e 3.45.600 euro.

I cittadini cagliaritani ringrazieranno di sicuro. Già oggi pagano, in media, 157,32 euro all’anno per la tassa di smaltimento dei rifiuti, quinta città in Italia con un incremento del 68,7 % negli ultimi cinque anni (elaborazione C.G.I.A. su dati Ministero dell’interno, 2005): anche senza sanzione, andranno a pagare nel 2006 in media 190 euro.Il Comune di Cagliari sta facendo partire la raccolta differenziata sul proprio territorio soltanto ora, con il progetto SE.P.A.RA. (Servizio pubblico di assistenza alla raccolta differenziata). E’, quindi, inadempiente a termini di legge da otto anni. Ha finora dato da lavorare al termovalorizzatore della Tecnocasic s.p.a. di Macchiareddu e, soprattutto, ha fatto la felicità della mega-discarica della Ecoserdiana s.p.a. nel Parteolla. Più volte ampliata proprio per accogliere i rifiuti del capoluogo isolano fino a divenire uno dei più grandi "poli" dei rifiuti europei con milioni di metri cubi di volumetria complessiva, in una delle aree che vorrebbe essere di eccellenza per il settore agro-alimentare. Più recentemente si è rivolta anche alla discarica del Consorzio industriale di Villacidro. Recentemente l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente Dessì ha ricordato che sussistono le prescrizioni della deliberazione Giunta regionale n. 34/14 del 19 luglio scorso e vanno rispettate: nel cassonetto ci si può buttar dentro di tutto e la differenziazione non può esser delegata alla buona volontà degli impianti Tecnocasic. Insomma, ancora una volta, i pesanti costi ambientali ed economici dell’insipienza del Comune di Cagliari dovranno pagarli il territorio ed i residenti. E se la sanzione fosse oggetto di accertamenti per eventuale danno erariale ?


p. Gruppo d’Intervento Giuridico
e Amici della Terra
Stefano Deliperi