martedì, marzo 28, 2006

NI UNA MÁS! NON UNA DI PIÙ

NI UNA MÁS! NON UNA DI PIÙ

Sono già più di 430 le donne assassinate a Ciudad Juarez nello stato di Chihuahua in Messico e più di 600 quelle scomparse dal 1993 secondo
lo stesso rituale: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni,
strangolamento.

Il clima di violenza e impunità continua a crescere
senza che al momento si siano fatte azioni concrete per mettere fine e
chiarezza a questa situazione. Il femmicidio è una questione di lesa
umanità e riguarda tutto il mondo, soprattutto quando è il prodotto del
crimine internazionale organizzato e coinvolge autorità del governo.

Domenica 9 aprile a partire dalle ore 19:00 presso il Teatro Akròama di
Monserrato
in via 31 Marzo 1943, 20 Monserrato Cagliari, Tel. 070 580241, si
terrà l' iniziativa ¡NI UNA MÁS! NON UNA DI PIÙ, a sostegno di Nuestras
Hijas de Regreso a Casa
, una associazione che riunisce i familiari delle
donne uccise e scomparse a Ciudad Juarez.

Il programma della serata prevede un dibattito sul tema della violenza
contro le donne di Ciudad Juarez con lo scrittore Massimo Carlotto e Sivia
Giletti Benso docente presso l'Università di Torino, e la proiezione di due
cortometraggi ispirati ai fatti di Ciudad Juarez: "El otro sueño americano"
di Enrique Arroyo, e "Ni una más" di Alejandra Sánchez. Uno spazio verrà
dedicato al reportage della fotografa Lina
Pallotta "Basta: lavorare e morire a Ciudad Juarez". Dopo il dibattito è
previsto uno spazio dedicato alla musica messicana con il gruppo Mexla in
"Le notti della Llorona" e un reading di Luca Cocco, Emiliana Gimelli,
Tiziana Martucci e Luca Sorrentino

http://www.mujeresdejuarez.org/

venerdì, marzo 24, 2006

Osservazioni sul Piano Paesaggistico della Sardegna

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico hanno presentato le proprie "osservazioni" al piano paesaggistico regionale - P.P.R. adottato dalla Giunta regionale del Presidente Renato Soru nel dicembre scorso.

Osservazioni che puntano a rendere ancora migliore un P.P.R. decisamente improntato ad un'approfondita conoscenza del territorio costiero sardo ed ad una corretta gestione della parte più pregiata dell'Isola.

Le "osservazioni" sono incentrate principalmente su una più puntuale tutela dei demani civici (i terreni ad uso civico, il 15 % della Sardegna), sulla salvaguardia di zone umide e dei boschi, sul contenimento delle possibilità edificatorie lungo le coste, sui meccanismi procedurali in caso di inerzia degli Enti locali nelle loro attività di pianificazione urbanistica in attuazione del P.P.R. una volta approvato definitivamente e sulla correzione di alcune discrasie cartografiche (Chia, Portu Malu di Teulada, Porto Conte, Bados e Pittulongu di Olbia, Baccu Mandara di Maracalagonis).

Con l'accoglimento di tali "osservazioni" l'impianto del P.P.R. risulterebbe ulteriormente rafforzato nel senso della salvaguardia ambientale e della corretta gestione del territorio.

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico, dopo aver presentato diverse proposte in tema di pianificazione territoriale paesistica, hanno preso parte alla fase delle conferenze istruttorie di co-pianificazione (gennaio-febbraio 2006).

Ora la fase delle "osservazioni", in seguito alla quale la Giunta regionale acquisirà il previsto parere della IV Commissione permanente del Consiglio regionale ed approverà definitivamente il P.P.R. tenendo conto anche delle "osservazioni" presentate. Appaiono decisamente ingenerose e confuse tante critiche mosse al P.P.R. da amministratori locali ed associazioni imprenditoriali, mentre demagogiche, elettoralistiche e prive di reale riscontro concreto le proposte referendarie avanzate da Forza Italia contro un P.P.R. addirittura non definitivamente approvato.

Non certo meglio le contro-proposte avanzate dall'on. Paolo Manichedda, le quali sembrano quasi frutto del desiderio di quegli amministratori locali e progettisti alle disposizioni lassiste degli illegittimi piani territoriali paesistici del 1993, annullati su ricorsi ecologisti dai Giudici amministrativi perché l'esatto contrario di una corretta pianificazione paesistica.

Si ricorda, infine, che una forte connotazione di salvaguardia costiera nel nuovo piano paesaggistico con l'istituzione del Conservatore delle coste aveva espresso nella primavera del 2005 una petizione promossa proprio dagli Amici della Terra e dal Gruppo d'Intervento Giuridico con migliaia di aderenti, fra cui decine di associazioni ecologiste del bacino del Mediterraneo: le successive azioni in materia della Giunta Soru appaiono proprio conseguenti. Ora c'è da proseguire quanto iniziato.

Di seguito un'analisi più approfondita del P.P.R. e del relativo atto di "osservazioni".


Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico, dopo aver esaminato il piano paesaggistico regionale – P.P.R., adottato dalla Giunta regionale con la deliberazione n. 59/36 del 13 dicembre 2005, ed aver partecipato (gennaio-febbraio 2006) alle conferenze istruttorie di co-pianificazione, hanno presentato uno specifico atto di "osservazioni" al Presidente della Regione Renato Soru e, per opportuna conoscenza, agli Assessori regionali dei beni culturali Elisabetta Pilia e dell'urbanistica Gianvalerio Sanna, al Presidente della IV Commissione permanente del Consiglio regionale Giuseppe Pirisi ed al Direttore regionale dei beni culturali e del paesaggio Paolo Scarpellini al fine di migliorarne le disposizioni. Ritengono, nel complesso, di poter dare un giudizio positivo sul nuovo strumento di pianificazione.

Le "osservazioni" presentate riguardano i seguenti punti:

· si deve, in primo luogo, evidenziare che il P.P.R. appare supportato da un’ampia e, sostanzialmen-te, esaustiva analisi tecnico-scientifica territoriale, ambientale, insediativa (relazioni illustrative, tecniche, del comitato scientifico, 27 schede illustrative degli ambiti costieri) che costituisce la "mo-tivazione" dell’atto pianificatòrio;

· analogamente appare decisamente congrua la rappresentazione cartografica delle analisi di piano (5 tavole illustrative in scala 1 : 200.000 contenenti rispettivamente la perimetrazione degli ambiti di paesaggio costieri e la struttura fisica, l’assetto ambientale, l’assetto storico-culturale e l’assetto insediativo + 141 carte in scala 1 : 25.000 illustrative dei territori ricompresi negli ambiti di paesaggio costieri + 38 carte in scala 1 : 50.000 relative alla descrizione del territorio regionale non ricompreso negli ambiti costieri, anche in compact disk), supporto connesso ed inscindibile per le norme tecniche di attuazione;

· si conviene con l'individuazione degli ambiti di paesaggio e dei beni paesaggistici (art. 4 delle norme tecniche di attuazione), in particolare con la ripartizione del territorio regionale in quattro livelli di valore paesaggistico (art. 5 delle norme tecniche di attuazione), con gli obiettivi di qualità paesaggistica (art. 6 delle norme tecniche di attuazione) e con la tipologia delle previsioni di piano, suddivise in prescrizioni dirette e indirette, indirizzi, misure di conoscenza, misure di conser-vazione, criteri di gestione e trasformazione, azioni di recupero e riqualificazione (art. 8 delle norme tecniche di attuazione);

· particolare importanza positiva assume la disciplina generale degli ambiti di paesaggio, individua-ti nelle 141 carte in scala 1 : 25.000, dove, nelle aree costiere, salve specifiche diverse disposizioni di piano, sono consentiti unicamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di consoli-damento statico, di restauro, modesti volumi tecnici che non alterino lo stato dei luoghi, interventi consentiti dall’art. 13 (lettere b, e, f, g, h, l, m, p) della legge regionale n. 23/1985, interventi diret-tamente funzionali ad attività agro-silvo-pastorali che non comportino alterazioni permanenti dello stato dei luoghi o sul piano idrogeologico, interventi di riforestazione, taglio e riconversione colturale, antincendio e conservazione in base al piano regionale antincendi, interventi di risanamento e con-solidamento degli abitati e delle aree interessate da movimenti franosi, di sistemazione idrogeologica e di bonifica dei siti inquinati: in sostanza, negli ambiti di paesaggio non è consentito alcun nuovo intervento di trasformazione comportante nuove volumetrie, con esclusione dei citati eventuali modesti volumi tecnici strettamente funzionali alle opere esistenti e senza altera-zione dello stato dei luoghi (artt. 9 e 13 delle norme tecniche di attuazione);

· analogamente particolare importanza positiva assumono le disposizioni a tutela delle aree agricole: in particolare gli indirizzi vincolanti per la pianificazione urbanistica comunale relativi al mante-nimento dell'equilibrio fra gli insediamenti con case sparse ed il contesto ambientale, la facoltà di nuovi edifici a carattere residenziale per i soli conduttori dell'attività agricola in relazione alle caratteristiche geo-pedologiche dei terreni interessati rispetto alle coltivazioni previste e l'estensione minima del fondo di 5 ettari per colture intensive e di 20 ettari per colture estensive (art. 76, delle norme tecniche di attuazione). Si deve rammentare, infatti, che la superficie agricola regionale è drasticamente diminuita soprattutto a causa dei fenomeni di urbanizzazione: in dieci anni, dal 1990 al 2000, si è registrato un calo del 24,7 % (dati ISTAT, 2005). Emblematico il caso delle aree agricole olivetate del Sassarese: fra il 1977 ed il 1998 Alghero ha perso 474 ettari di oliveti su 2.456 (- 19,3 %), Sassari ne ha perso 361 ettari su 4.981 (- 7,2 %), Sorso ne ha perso 342 ettari su 1.611 (- 21,2 %). Soltanto Sennori e Tissi hanno registrato minimi incrementi, rispettivamente di 16 (+ 3,5 %) e di 13 (+ 7,3 %) ettari (dati Università degli Studi di Sassari, cattedra di olivicoltura, 2006). In relazione alla sola Sassari, al 2002 dei 4.620 ettari presenti nel 1977, ne sono risultati "degradati" ("oliveti radi, con 50-100 alberi per ettaro) ben 562, 27 ettari sono risultati formati da alberi sparsi (meno di 50 olivi per ettaro): grazie a tale indagine condotta con l’ausilio di immagini satellitari si è appurato, quindi, che la perdita complessiva dell'area olivetta fruibile anche a fini economici è stata di ben 926 ettari (- 19 %). E tale perdita è dovuta quasi esclusivamente alla crescita edilizia incon-trollata nell'agro;

· le aree appartenenti ai demani civici, oltre ad essere tutelate con specifico vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera h, del decreto legislativo n. 42/2004), vedono i relativi diritti di uso civi-co quali inalienabili (art. 12 della legge n. 1766/1927 e successive modifiche ed integrazioni), inusucapibili ed imprescrittibili (artt. 2 e 9 della legge n. 1766/1927 e successive modifiche ed inte-grazioni), in quanto "intesi come i diritti delle collettività sarde ad utilizzare beni immobili comunali e privati, rispettando i valori ambientali e le risorse naturali, appartengono ai cittadini residenti nel Co-mune nella cui circoscrizione sono ubicati gli immobili soggetti all'uso" (art. 2 legge regionale n. 12/1994 e successive modifiche ed integrazioni). Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla pubblica amministrazione competente soltanto verso corrispettivo di un indennizzo da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e destinato ad opere permanenti di interesse pubblico generale (art. 3 della legge regionale n. 12/1994 e successive modifiche ed integrazioni). Quindi appare fonte di potenziali equivoci la disposizione di cui all’art. 12 delle norme tecniche di attuazione che uniforma il regime giuridico dei demani civici a quello degli altri beni paesaggistici suscettibili potenzialmente di modifi-ca, pur con il mantenimento delle caratteristiche ambientali (es. comma 4°). Necessita, inoltre, un raccordo con la specifica normativa di settore. Si propone, pertanto, l’inserimento di un comma 9° del seguente tenòre: "le aree appartenenti ai demani civici sono qualificate beni paesaggistici, così come indicati dal precedente articolo 11, e sono gestite mediante gli istituti di cui alla legge n. 1766/1927 e successive modifiche ed integrazioni, nonché relativi regolamenti attua-tivi, e di cui alla legge regionale n. 12/1994 e successive modifiche ed integrazioni". Analoga-mente i demani civici devono essere adeguatamente riportati nella cartografia del P.P.R. al fine di evitare qualsiasi equivoco;

· i piani attuativi a regìa regionale, in sede di avvenuto adeguamento dei piani urbanistici comunali alle disposizioni del P.P.R., possono prevedere nei territori costieri da un lato interventi di oggettiva positiva riqualificazione dell’edificato (es. risanamento e riqualificazione urbanistica ed architettoni-ca degli insediamenti turistici esistenti, riuso e trasformazione a scopo turistico e ricettivo di edifici esistenti, ecc.) o nuovi insediamenti turistici con destinazione ricettivo-alberghiera con standard di elevata qualità nelle aree già antropizzate di cui all’art. 15 delle norme tecniche di attuazione (comma 2°, lettere b, c, d, e, g), tuttavia possono prevedere anche "trasformazioni finalizzate alla re-alizzazione di residenze" anche se soltanto se contigui a centri abitati e frazioni, con il rischio di in-nescare fenomeni di trasformazione speculativa contigui a centri urbani prossimi alla costa (es. Pula, Bosa, Villasimius Posada, ecc.). Si richiede, quindi, l’eliminazione integrale della previsione della realizzazione di "residenze" contenuta nel citato art. 15, comma 2°, lettera a;

· l'art. 18, comma 1°, lettera c, delle norme tecniche di attuazione, concernente prescrizioni per le aree naturali e semi-naturali, prevede nelle zone umide endoreiche specifico divieto di interventi diretti e indiretti che "possono comportare rischi di interramento e di inquinamento": sembra oppor-tuno rinforzare e rendere efficace tale prescrizione, a tutela della biodiversità e degli habitat, con puntuale "divieto di qualsiasi intervento che possa alterare, modificare, degradare, pregiudi-care la conservazione dell’habitat naturale delle zone umide endoreiche";

· in merito all'art. 21 delle norme tecniche di attuazione, riguardante le prescrizioni del P.P.R. per le aree semi-naturali, si riscontra una stridente incongruenza fra il giusto divieto di interventi di modi-ficazione del suolo e di ogni altro intervento che possa provocare pregiudizi alla stabilità, alla funzio-nalità ecosistemica, alla fruibilità paesaggistica di cui al comma 1° e la possibilità prevista dal com-ma 7° di autorizzare nei complessi dunali e nei litorali sabbiosi l’accesso di mezzi motorizzati sui li-torali e sui complessi dunali, le asportazioni industriali (cave) e private di sabbia, le coltivazioni agra-rie ed i rimboschimenti produttivi: si richiede, quindi, l’eliminazione integrale del 7° comma;

· l'art. 20, comma 2°, delle norme tecniche di attuazione , riguardante la definizione delle aree semi-naturali, vi ricomprende i "boschi naturali" (leccete, quercete, sugherete e boschi misti, dune e litorali soggetti a fruizione turistica, ecc.), mentre l’art. 23, comma 3°, lettera b, delle norme tec-niche di attuazione, concernente la definizione delle aree ad utilizzazione agro-forestale, vi com-prende gli "impianti boschivi artificiali", mentre i successivi artt. 24 e 25 indicano relativi prescrizioni ed indirizzi: tale differente classificazione è in palese contrasto con quanto previsto dall’art. 2, commi 1° e 6°, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227, che esplicitamente qualifica come "bosco i terreni coperti da vegetazione arborea associata o meno a quella arbustiva di origine naturale o artificiale, in qualsiasi stadio di sviluppo, i castagneti, le sugherete e la macchia mediterranea….devono avere estensione non inferiore a 2.000 metri quadrati e larghezza me-dia non inferiore a 20 metri e copertura non inferiore al 20 per cento…". Si richiede, quindi, l’eliminazione integrale di qualsiasi inferiore tutela in favore dei c. d. boschi di impianto arti-ficiale;

· in merito all'art. 82 delle norme tecniche di attuazione, riguardante gli indirizzi del P.P.R. per gli insediamenti turistici, si rinviene (comma 1°, punto 4) un eccessivo premio volumetrico massimo in favore dei titolari di insediamenti turistici nei territori costieri di maggior impatto paesaggistico che acconsentano al trasferimento delle loro strutture verso insediamenti residenziali preesistenti. Un premio volumetrico massimo del 100 % rispetto alla volumetria esistente, da conseguirsi mediante procedure negoziali, appare decisamente eccessivo, in quanto rischia di innescare fenomeni specu-lativi negli esistenti centri abitati a breve distanza dalla costa (es. Bosa, Posada, Villasimius, Pula, ecc.) con conseguenze non prevedibili sul tessuto storico urbano. Si richiede, quindi, il conteni-mento del premio volumetrico entro un massimo del 30 % della volumetria esistente;

· in merito all'art. 100 delle norme tecniche di attuazione, riguardante l’adeguamento della disci-plina urbanistica provinciale alle previsioni del P.P.R., si riscontra una carenza nel prevedere solu-zioni all’inattività delle Province nei propri compiti di adeguamento degli strumenti di pianificazione. Si richiede, quindi, l’inserimento del seguente 2° comma: "Qualora le Province, nei termini previsti dal 1° comma del presente articolo, non provvedano all’adeguamento dei propri strumenti di pianificazione alle disposizioni del P.P.R., il Presidente della Regione provvede all’assegnazione di un ulteriore termine non superiore a tre mesi e, in caso di infruttuoso spirare di quest’ultimo, provvede alla nomina di un commissario ad acta per i necessari a-dempimenti ai sensi e per gli effetti degli artt. 78, comma 2°, del decreto legislativo n. 267/2000 e successive modifiche ed integrazioni e 26 della legge regionale n. 38/1994";

· in merito all'art. 101 delle norme tecniche di attuazione, riguardante l’adeguamento della disciplina urbanistica comunale alle previsioni del P.P.R., si riscontra una carenza nel prevedere soluzio-ni all’inattività dei Comuni nei propri compiti di adeguamento degli strumenti di pianificazione. Si ri-chiede, quindi, l’inserimento del seguente 2° comma: "Qualora i Comuni, nei termini previsti dal 1° comma del presente articolo, non provvedano all’adeguamento dei propri strumenti di pianificazione alle disposizioni del P.P.R., il Presidente della Regione provvede all’assegnazione di un ulteriore termine non superiore a tre mesi e, in caso di infruttuoso spirare di quest’ultimo, provvede alla nomina di un commissario ad acta per i necessari a-dempimenti ai sensi e per gli effetti degli artt. 78, comma 2°, del decreto legislativo n. 267/2000 e successive modifiche ed integrazioni e 26 della legge regionale n. 38/1994";

· si riscontrano, inoltre, alcuni errori materiali nelle cartografie del P.P.R. dove - a differenza che nella realtà - vengono qualificati quali "insediamenti turistici" (area di colore azzurro), con le ov-vie conseguenze riguardo la disciplina attuativa del P.P.R. applicabile (artt. 80-82 delle norme tecni-che di attuazione), aree costiere prive di legittimi insediamenti edilizi di rilievo:
* Stagno e costa di Pittulongu (Comune di Olbia, ambito paesaggistico n. 18 "Golfo di Olbia"), do-ve sono presenti fenomeni di occupazione abusiva di aree demaniali e di abusivismo edilizio (verbale di ispezione demaniale Agenzia del demanio - Filiale di Sassari n. 001/fp del 30 gennaio 2002 e nota Agenzia del Demanio - Filiale di Sassari prot. n. 1452/02Dm del 9 aprile 2002), proce-dimenti penali in corso (vds. nota Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania del 5 novembre 2004 al Sindaco di Olbia) e provvedimenti di sequestro preventivo (2004, 2005, 2006) da parte della procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania (confermati dal competente Tribunale penale);
* spiaggia di Bados (Comune di Olbia, ambito paesaggistico n. 18 "Golfo di Olbia);
* Porto Conte – Pineta Mugoni (Comune di Alghero, ambito paesaggistico n. 13 "Alghero"), dove sono presenti fenomeni di abusivismo edilizio (vds. ordinanze di demolizione e ripristino ambienta-le Assessorato regionale P.I. e BB.CC. – Ufficio tutela paesaggio di Sassari n. 6784 del 6 giugno 1990, n. 11464 del 9 ottobre 1990 e n. 1724 del 24 febbraio 2000, ordinanza Sindaco di Alghero n. 94 del 23 maggio 1990), procedimenti penali in corso e provvedimenti di sequestro preventivo (luglio 2004) da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari (confermato dal compe-tente Tribunale penale);
* costa di Chia – Campana – sponde Stagno di Chia (Comune di Domus de Maria, ambito pae-saggistico n. 3 "Chia"), dove l’area rientrante nella classificazione in argomento appare decisamen-te troppo estesa rispetto alla reale esistenza di legittimi interventi di trasformazione edilizia, sussi-stono procedimenti penali in corso e provvedimenti di sequestro preventivo (giugno 2005) da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari (confermati dal competente Tribunale penale);
* Portu Malu (Comune di Teulada, ambito paesaggistico n. 4 "Golfo di Teulada"), dove l’area rien-trante nella classificazione in argomento appare decisamente troppo estesa rispetto alla reale consi-stenza di legittimi interventi di trasformazione edilizia, esistendo fenomeni di abusivismo edilizio conclamati in sentenza penale passata in giudicato (vds. sentenza Cassazione penale, sez. III, 12 gennaio 1996, n. 50, confermativa della sentenza Corte d’Appello di Cagliari, 7 luglio 1995, n. 117, a sua volta di parziale riforma della sentenza del Pretore di Cagliari n. 1380 del 7 giugno 1993. La Procura Generale della Repubblica di Cagliari, dopo numerosi pronunciamenti dei Giudici penali in sede di esecuzione, ha condotto la demolizione delle strutture abusive per mezzo del Genio militare nel giugno 2001 e, da ultimo, è pendente suo ricorso per cassazione n. 48/06 notif. in data 28 feb-braio 2006 per l’attribuzione delle spese per il ripristino ambientale);
* Baccu Mandara – Sa Culazziga (Comune di Maracalagonis, ambito paesaggistico n. 27 "Golfo o-rientale di Cagliari"), dove l’area rientrante nella classificazione in argomento appare decisamente troppo estesa rispetto alla reale consistenza di legittimi interventi di trasformazione edilizia, esisten-do fenomeni di abusivismo edilizio conclamati in sentenza penale passata in giudicato (vds. sen-tenza del Pretore di Cagliari – sez. Sìnnai n. 146 del 18 giugno 1996 di applicazione della pena su richiesta delle parti. Dopo vari pronunciamenti dei Giudici penali in sede di esecuzione, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, per mezzo del Genio militare e con la collaborazione del Comune di Maracalagonis, ha provveduto alla demolizione delle strutture abusive e ad avviare il ripristino ambientale nel marzo 2002).
In proposito, si rammenta che l’art. 13 delle norme tecniche di attuazione del P.P.R. dispone che nei territori costieri "nelle aree inedificate all’entrata in vigore del … piano è precluso qualunque intervento di trasforma-zione" ad eccezione di quelli manutentivi, di consolidamento e restauro senza nuove volumetrie (art. 9) e con assoluta esclusione, ad esempio, di "campi da golf", tutti interventi consentiti in presenza di "insediamenti tu-ristici" come definiti nel P.P.R.
Le associazioni ecologiste chiedono, quindi, alla Giunta regionale la modifica/integrazione del P.P.R. nel senso delle "osservazioni" presentate.

Ricordiamo che, con la deliberazione n. 59/36 del 13 dicembre 2005, la Giunta regionale ha adottato il piano paesaggistico regionale, per ora limitato agli ampi ambiti costieri con alcune estensioni verso l’interno dell’Isola. Prima tappa verso la pianificazione paesistica di tutto il territorio regionale. In con-temporanea i numerosi documenti del piano (deliberazione di adozione, relazioni illustrative, tecniche, del comitato scientifico, normativa tecnica di attuazione, 5 tavole illustrative in scala 1 : 200.000 + compact disk con 141 carte in scala 1 : 25.000, con 38 carte in scala 1 : 50.000 e 27 schede illustrative degli ambiti costie-ri) sono stati pubblicati sul sito web della Regione (http://www.regione.sardegna.it/pianopaesaggistico/) con un bell'esempio di trasparenza istituzionale purtroppo non comune. Chi volesse, può esaminarli senza par-ticolari difficoltà, così come abbiamo fatto

Dall'esame svolto, alcuni punti appaiono piuttosto qualificanti: nei 27 ambiti di paesaggio si prevede una sostanziale esclusione di ulteriori volumetrie nella fascia costiera perimetralmente definita, potranno proseguire soltanto gli interventi legittimamente autorizzati alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 8/2004, la c. d. legge salva-coste. Si prevedono, poi, quattro diverse graduazioni di tutela, dagli ambiti di conservazione integrale alle aree meritevoli di riqualificazione ambientale, aumenterà l’estensione di ter-reno per edificare nelle zone agricole (dal limite minimo attuale di un solo ettaro si passerà a 10 ettari dove sono colture intensive e, addirittura, a 20 ettari dove sono colture estensive) e per sole strutture connesse alla conduzione agricola ed aumenteranno le disposizioni di tutela per le campagne (salvaguardia delle recinzioni tradizionali, come il muretto a secco, divieto di nuova viabilità, salvaguardia degli alberi monumen-tali, ecc.). Inoltre, al di fuori dei centri urbani (dove si punta al recupero urbanistico delle periferie), i Comuni non potranno più decidere in esclusiva gli interventi di trasformazione territoriale, ma subentrerà una proce-dura di co-pianificazione con il coinvolgimento regionale. Il piano paesaggistico regionale (P.P.R.) è strumento di pianificazione e gestione del territorio sovraordinato e vincolante rispetto agli atti di pianificazione delle province (piano urbanistico provinciale – P.U.P.) e dei comuni (piano urbanistico co-munale – P.U.C.): questi ultimi dovranno, quindi, essere adeguati alle previsioni di "tutela dinamica" del P.P.R. Dopo l’adozione da parte della Giunta regionale, sarà il momento della fase della concertazione con gli Enti locali e tutti i soggetti sociali interessati.

La previsione di un procedimento "aperto" ai soggetti istituzionali e sociali per l’adozione del piano paesaggistico regionale è insita nella filosofia ispiratrice e nelle medesime previsioni normative (conven-zione europea sul paesaggio, decreto legislativo n. 42/2004, legge regionale n. 8/2004, linee guida per la re-dazione del P.P.R. approvate dal Consiglio regionale il 26 maggio 2005). La proposta di P.P.R., una volta adottata dalla Giunta regionale, deve essere pubblicata per un periodo di sessanta giorni consecutivi all’albo di tutti i Comuni territorialmente interessati (art. 11 della legge regionale n. 45/1989, come sostituito dall’art. 2 della legge regionale n. 8/2004). Per favorire la partecipazione e la concertazione istituzionale, il Presidente della Regione – durante il periodo della pubblicazione presso gli albi pretori comunali – ha con-vocato apposite conferenze pubbliche per illustrare la proposta di P.P.R. e raccogliere osservazioni, pro-poste e suggerimenti: ad esse devono essere convocati "i soggetti interessati", cioè gli Enti locali, le asso-ciazioni ecologiste, le associazioni imprenditoriali, ecc. In tali conferenze pubbliche sono state raccolte os-servazioni, proposte, ecc. in forma scritta, da esaminare nella prosecuzione dell’iter procedimentale di ap-provazione del P.P.R., anche se – per aver pieno valore giuridico e dover essere motivatamente esaminate ai fini dell’approvazione dell’atto di pianificazione definitivo – necessitano della successiva proposizione al Presidente della Regione nel periodo di trenta giorni successivo all’ultimo giorno di deposito (art. 11, com-ma 2°, della legge regionale n. 45/1989, come modificato dall’art. 2 della legge regionale n. 8/2004). Al ter-mine, dopo aver esaminato le varie osservazioni pervenute, la Giunta regionale approverà definitivamente il P.P.R.

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico non possono che conside-rare decisamente ingenerose le polemiche di questi mesi di chi, amministratore locale o associazione im-prenditoriale, ha parlato di "piano calato dall’alto" o di "mancato coinvolgimento degli enti locali" ovvero, peggio, di chi contesta completamente la procedura seguita e l’essenza medesima della pianificazione pa-esistica. Sembrano essere piuttosto ingenerose davanti ad un’attività di pianificazione decisamente buona, soprattutto paragonandola alla cattiva esperienza che diede luogo ai fin troppo noti ed illegittimi 14 piani territoriali paesistici approvati nel 1993, annullati proprio grazie alle azioni legali degli Amici della Terra davanti ai Giudici amministrativi.

Pura demagogia ed elettoralismo di piccolo cabotaggio, addirittura, per le proteste e le iniziative refe-rendarie o pseudo-tali condotte da esponenti di Forza Italia, in primo luogo dall’ex Presidente della Re-gione Mauro Pili, oggi all’opposizione del governo regionale: proposte referendarie su un P.P.R. ancora in corso di approvazione, su una legge regionale n. 8 del 2004 recentemente giudicata costituzionalmente le-gittima dalla competente Corte costituzionale con la sentenza n. 51 del 6 febbraio 2006: d’altra parte che ci si potrebbe aspettare da forze politiche che durante l’intera legislatura regionale trascorsa (1999-2004) non hanno fatto proprio nulla per porre rimedio all’annullamento dei vecchi ed illegittimi piani territo-riali paesistici ? A costoro non viene certo in mente di intervenire con atti di "osservazioni", né con atti consi-liari per rendere migliore un piano paesaggistico che vede le sue caratteristiche assegnate comunque dalla legge (decreto legislativo n. 42/2004) e da convenzioni internazionali, come quella sul paesaggio del 20 ottobre 2000.

Non è da meglio la c. d. contro-proposta Manichedda, avanzata dall'omonimo consigliere regionale: riduzione della misura di conservazione integrale ad alcune aree (non meglio individuate) definite "di maggior pregio", previsione di nuove volumetrie alberghiere (fino al 50 % delle attuali previste nelle zone "F – turistiche") oltre i 300 metri dal mare, eliminazione del divieto di nuovi campi da golf, strade e-xtraurbane, ecc. nelle zone costiere, eliminazione del divieto di realizzazione di strade esclusivamente su fondo naturale nelle zone costiere, eliminazione del c. d. lotto minimo per l’edificazione nelle aree agricole, sospensione della disciplina del P.P.R. per due anni per i Comuni già dotati di piano urbani-stico comunale in attuazione degli annullati perchè illegittimi piani territoriali paesistici, negli altri Co-muni sono comunque possibili infrastrutturazioni ed urbanizzazioni. Una contro-proposta comprendente previsioni assolutamente illegittime e censurabili (ultra-vigenza dei P.U.C. attuativi degli annullati piani territoriali paesistici) o previsioni in contrasto con la medesima positiva filosofia del nuovo P.P.R. C’è da chiedersi chi abbia suggerito tali posizioni all’on. Paolo Manichedda, finora non certo noto per il suo impe-gno "ambientalista": forse quel settore di progettisti e di urbanisti, già autore di molti piani e altamente "sensibile" ai temi della c. d. urbanistica contrattata, fortemente "spodestato" dal nuovo piano paesaggisti-co regionale. Se è così, non sarebbe certo una battaglia di grande nobiltà...

Si ricorda, inoltre, che nell'estate 2005 era stata consegnata al Presidente della Regione autonoma della Sardegna on. Renato Soru ed al Presidente del Consiglio regionale on. Giacomo Spissu la petizione popolare per la salvaguardia delle coste sarde promossa dagli Amici della Terra e dal Gruppo d’Intervento Giuridico. Gli aderenti sono stati ben 3.515 e vedono tra di loro parlamentari europei (on. Monica Frassoni), l’intera direzione nazionale degli Amici della Terra (Rosa Filippini, Walter Baldassarri e Maria Laura Radiconcini), personalità della cultura (lo scrittore Giorgio Todde), personalità del volonta-riato attivo (don Ettore Cannavera), rappresentanti di associazioni ecologiste di tutto il Mediterraneo (Coordinamenti Friends of the Earth dell’Europa e del Mediterraneo, associazioni nazionali aderenti a Friends of the Earth di Francia, Spagna, Cipro, Israele, Palestina, Croazia, Tema Foundation della Tur-chia, Istria Verde della Croazia, N.T.M. di Malta, C 21 dell’Algeria, Green Action della Croazia, European Geography Association della Grecia, E.N.D.A. della Francia, Green Home del Montenegro, S.P.N.L. del Libano, Link di Israele, E.N.D.A. Maghreb del Marocco, Tunisian Front Organization della Tunisia, Eco-mediterrania della Spagna, O.D.R.A.Z. della Croazia, A.P.E.N.A. della Tunisia, A.F.D.C. del Libano, R.A.E.D. dell’Egitto, Ceratonia Foundation di Malta, C.O.A.G. della Spagna, WWF – programma Medi-terraneo dell’Italia, I.P.A.D.E. della Spagna, Forum della Laguna di Venezia dell’Italia, W.A.D.A. del Li-bano, Associazione per la Wilderness dell’Italia), componenti di formazioni politico-sociali (vari ade-renti a circoli di Progetto Sardegna) e, soprattutto, tanti comuni cittadini sardi, di tante altre parti d’Italia e numerosi stranieri. La petizione ha chiesto che il nuovo piano paesistico contenesse efficaci misure di tutela, una fascia di rispetto costiero di almeno 500 metri dal mare e la conservazione integrale dei tratti costieri ancora integri o non compromessi. Si è chiesta, poi, anche l’istituzione dell’Agenzia per la Salvaguardia delle Coste cui affidare l’acquisizione al patrimonio pubblico e la corretta gestione dei trat-ti di litorale più pregevoli dal punto di vista ambientale e paesaggistico, della quale, recentemente, la Giunta regionale ha avviato la realizzazione con l’istituzione del Servizio della Conservatoria delle coste sarde. Richieste provenienti dal mondo ecologista internazionale e dalla "società civile" alla quale la Regione auto-noma della Sardegna ha iniziato a dare risposte positive: ora cerchiamo di renderle migliori e più efficaci.
Un ultimo aspetto, ma non di infima importanza: l’operazione di predisposizione della proposta di piano, ef-fettuata all’interno degli uffici regionali, è costata finora circa 400 mila euro, mentre quella relativa ai vecchi 14 piani territoriali paesistici annullati perché illegittimi era costata circa 15 milioni di euro….

p. Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra
Stefano Deliperi

giovedì, marzo 23, 2006

Voto domiciliare per gli "invisibili"

COMUNICATO STAMPA 22 marzo 2005

Entro il 25 marzo le domande degli elettori “invisibili” al proprio Comune
Alle prossime elezioni riconosciuto un diritto a chi fino ad oggi
non l’ ha avuto
Il voto a domicilio per i disabili gravissimi:
un appello di Marco Espa ai Sindaco di Cagliari, alle ASL e a tutti i sindaci per la massima informazione ai cittadini aventi diritto.
“Ancora alcuni elettori non sanno cosa fare”



Una grande novità attraverserà queste elezioni alla Camera e al Senato: per la prima volta è stato introdotto in Italia il voto domiciliare. Una prima conquista per le persone con disabilità gravissima che, impossibilitate ad uscire dalla propria abitazione in quanto dipendenti da apparecchiature elettromedicali, possono finalmente esercitare il loro diritto di voto, garantito dalla nostra Carta Costituzionale, direttamente dove dimorano. La legge 22 dello scorso gennaio 2006 – interviene Marco Espa, capo gruppo della Margherita del comune di Cagliari – afferma un importante diritto alla cittadinanza e alle pari opportunità per le persone con disabilità grave e gravissima; è stata finalmente accolta per la prima volta un’istanza espressa da più parti (promotori associazioni, comune di Roma e Partito Radicale), con una Petizione nazionale del giugno 2005, della quale anch’io sono uno dei firmatari, nella quale rivendicavamo il diritto di voto ai così detti cittadini invisibili.
La legge 22 ha accolto questa petizione ma limitandola “purtroppo” solo alle persone che non possono muoversi da casa perché legati ad apparecchiature elettromedicali. “Certo comunque, seppur limitato, è un primo passo avanti – continua M.Espa, Presidente ABC Sardegna e Consigliere della FISH Nazionale Federazione Italiana Superamento Handicap – anche se ancora una grande fetta della popolazione rimane esclusa, ovvero tutte quelle persone con disabilità grave che per motivi vitali non possono lasciare i loro domicilio anche se non hanno una dipendenza continuativa da apparecchiature elettromedicali – è la condizione prevista dalla legge – precisa ancora Espa – quindi la battaglia per l’affermazione del pieno diritto alla cittadinanza per tutti i cittadini, continuerà a tutti i livelli”. “ Il nostro obiettivo è quello che il diritto sia riconosciuto a tutti coloro (come anziani totalmente non autosufficienti o persone allettate) che non possono essere trasportate ai seggi elettorali. Inoltre chiederemo nella prossima legislatura che, laddove i seggi siano situati in edifici con gravi barriere architettoniche, come spesso accade anche a Cagliari, la legge disciplini il voto domiciliare. Tutti i giorni riceviamo telefonate di cittadini in particolare anziani letteralmente spaventati nel sapere che il loro seggio è situato in una scuola magari al primo piano e senza ascensore. Molto è stato fatto per rendere i seggi accessibili ma in attesa dell’abbattimento delle stesse bisognerà garantire il diritto di voto a tutti.”
Un ruolo importanze per queste elezioni lo avranno i Sindaci dei Comuni, i quali dovranno diffondere questa informazione tra i loro cittadini e accoglierne le richieste che gli interessati dovranno far pervenire entro il prossimo sabato 25 marzo in modo tale che possano includere per tempo negli appositi elenchi, i nomi degli elettori ammessi al voto a domicilio.

Come fare?
Gli elettori che si trovino nelle condizioni descritte dalla legge devono far pervenire, entro SABATO 25 marzo, al sindaco del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimorano e indicando l’indirizzo completo.
Devono allegare copia della tessera elettorale e un certificato medico da cui risulti che l’infermità comporta una “dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, tale da impedire all’elettore di recarsi al seggio” e se il soggetto ha necessità di essere assistito durante l’esercizio del voto. Questo certificato può essere rilasciato esclusivamente da un medico designato dalle Aziende Sanitarie Locali.
Il sindaco
A questo punto iniziano le competenze del sindaco che una volta ricevuta e verificata la completezza della documentazione deve includere i nomi degli elettori ammessi al voto a domicilio in appositi elenchi distinti per sezioni e consegnarli in occasione delle elezioni al presidente di ciascuna sezione, il quale, all’atto della costituzione del seggio, provvede a prenderne nota sulla lista elettorale della sezione.
Il sindaco nel frattempo rilascia ai richiedenti un’attestazione dell’avvenuta inclusione negli elenchi e pianifica il supporto tecnico e operativo a disposizione degli uffici elettorali di sezione per la raccolta del voto domiciliare.
Nel caso in cui gli elettori si trovino presso una dimora ubicata in un comune diverso da quello d’iscrizione nelle liste elettorali, il sindaco del comune d’iscrizione, oltre agli adempimenti già visti, comunica i relativi nominativi ai sindaci dei comuni dove dimorano i disabili e dove quindi avverrà la raccolta del voto a domicilio. Questi ultimi provvedono a predisporre gli elenchi e a consegnarli ai presidenti degli uffici elettorali di sezione nelle cui circoscrizioni sono ubicate le dimore degli elettori.
Come si vota?
Il voto viene raccolto, durante le ore in cui è aperta la votazione, dal presidente dell’ufficio elettorale di sezione nella cui circoscrizione dimora il disabile. Sono presenti uno degli scrutatori del seggio, designato con sorteggio, e il segretario. Possono partecipare anche i rappresentanti di lista che ne facciano richiesta. Il presidente deve assicurare la libertà e la segretezza del voto.
Le schede votate sono custodite dal presidente e sono immediatamente riportate presso l’ufficio elettorale di sezione e immesse nell’urna destinata alle votazioni.


STORIA DELLA PETIZIONE PROMOSSA DAL COMUNE DI ROMA E PARTITO RADICALE e da me sottoscrittoPubblicato nel novembre 2005 su www.romaone.itCi sono migliaia di italiani che, da sempre, sono esclusi dalle elezioni: i disabili gravi, (in-trasportabili). RomaOne.it, insieme al Comune di Roma e ai Radicali lancia UNA PETIZIONE. Per fare chiarezza

Nonostante la nostra Carta Costituzionale garantisca il diritto di voto, c'è una parte di popolazione che da sempre non può partecipare alla consultazione elettorale. Sono i disabili gravi, cosiddetti in-trasportabili, che non possono cioè muoversi dai loro alloggi, perché immobilizzati o dipendenti da apparecchi macchinosi e poco agevoli da spostare (respiratori, flebo, etc...). Per queste persone infatti, non è previsto il voto domiciliare. E' un problema sommerso su cui per ora la politica non si pronuncia, e che viene scarsamente monitorato dagli stessi istituti di rilevazione nazionale. Ad oggi infatti, non è possibile neanche conoscere il numero preciso di disabili gravi esistenti in Italia: l'ultima stima Istat risale al 2000, e parla di 100mila individui in tutta Italia. Tuttavia, da oltre 5 anni queste stime non vengono aggiornate, relegando i portatori di handicap gravi a una forma di invisibilità inaccettabile per un paese democratico, in cui ad ogni cittadino spetta il diritto di partecipare al governo del Paese.Per questo i firmatari di questo appello, promosso dal quotidiano www.romaone.it con il sostegno del consigliere delegato all'handicap del Comune di Roma, Ileana Argentin, ai Radicali italiani e al Difensore Civico di Roma, chiedono al Ministero dell'Interno di stabilire le modalità e i mezzi per assicurare a queste persone il diritto di votare. Un'altra adesione all'appello è giunta anche da Matteo Costantini, Coordinatore Margherita Centro Storico di Roma, che ci ha espresso il suo sostegno tramite una mail indirizzata alla posta di redazione, Marco Espa capogruppo margherita comune di Cagliari e presidente associazione bambini cerebrolesi Sardegna e l'attore teatrale Michele La Ginestra, che per ora ha aderito all'iniziativa.

mercoledì, marzo 22, 2006

Il foglio degli appunti strategici di Silvio Berlusconi


Grazie al nostro agente a L'Habana, cagliarimonamour è entrato in possesso del foglio sul quale Berlusconi appuntava le sue idee durante il confronto con Prodi.

I tagli alla Pubblica Amministrazione

COMUNICATO STAMPA

Lo scorso 4 marzo si è tenuto a Cagliari, nella sala conferenze dell’hotel Panorama, il Secondo Congresso Provinciale della Uil Pubblica amministrazione.
Di seguito riportiamo le dichiarazioni del Coordinatore Giuseppe Nieddu sulla difficile situazione che sta attraversando il settore.

DICHIARAZIONE

La necessità del governo nazionale di contenere la spesa si è manifestata in maniera palese anche nella Pubblica amministrazione, sia con il blocco delle assunzioni sia con la privatizzazione di diversi servizi, con effetti ben visibili anche in Sardegna.
Questo settore ha contribuito non più alla creazione di posti di lavoro stabili ma, in molti casi, di posti precari, analogamente al settore privato, giungendo in alcune occasioni a colmare veri e propri vuoti di organico utilizzando manodopera in affitto.
La gestione al ribasso della pianta organica sta portando verso una parziale paralisi delle attività. La drastica riduzione delle spese di funzionamento determina una sorta di “deregulation” che premia alcuni ambienti finanziari ed economici, favoriti da una minor vigilanza fiscale, previdenziale e sulla sicurezza nel posto di lavoro.
Questo generale lassismo secondo il governo avrebbe dovuto innescare una spontanea ripresa economica, ma le cose sono andate in modo diverso.
Sono infatti cresciute le rendite di posizione degli oligopoli che, imponendo prezzi e tariffe a loro piacimento, hanno avviato un meccanismo fuori controllo, con la crescita dei prezzi di alcuni beni e servizi, che ha avuto effetti immediati e negativi tanto sul potere d’acquisto di lavoratori e pensionati, quanto sulla competitività dell’intero sistema. I molteplici fattori, non solo interni ma anche internazionali, che determinano l’attuale fase di stagnazione economica stanno potando verso una grave disparità sociale, con ampie fasce di cittadini che oggi si ritrovano una busta paga assai più leggera.
Un’equa ridistribuzione della ricchezza prodotta dall’intero Paese non sembra però rientrare negli obiettivi dell’attuale governo: questo sarà il compito primario che dovrà assumersi lo schieramento di centrosinistra, se riuscirà ad affermarsi alle prossime elezioni.
Sul tavolo vi è la proposta avanzata dalla Uil per ridurre la tassazione sul reddito da lavoro, del tutto simile a quella presentata dalla coalizione guidata da Romano Prodi.
Il rilancio dell’economia e delle politiche sociali non può però prescindere da una pubblica amministrazione efficiente. È perciò necessario investire risorse adeguate sul fronte delle nuove tecnologie e della formazione professionale e mettere a disposizione della collettività una pubblica amministrazione capace di interagire con le altre nazioni europee nella gestione di problematiche comuni: lotta alla criminalità, al terrorismo, alla droga, i temi dell’immigrazione.
Oggi è necessario opporsi con grande determinazione allo smantellamento dell’apparato pubblico. A costo di sembrare retrogradi, noi auspichiamo uno Stato che eserciti fino in fondo le sue prerogative nella sicurezza dei cittadini, nella sanità, nella previdenza, nell’istruzione, nel fisco, nella ricerca scientifica e nei trasporti.

Giuseppe Nieddu
Coordinatore Uil Pubblico Impiego della provincia di Cagliari

COMUNICATO STAMPA
Dopodomani, giovedì 23 marzo, nella sala convegni del Caesar’s Hotel di Cagliari (Via Darwin, 2/4) si terrà il Secondo Congresso Regionale della UilA (Uil Agricoltura).

I lavori inizieranno alle 9 e 45 con la relazione del segretario regionale Marco Loy; seguirà una tavola rotonda sul “Piano Regionale Ambientale di Forestazione” cui prenderanno parte, tra gli altri, il segretario nazionale della UilA Pietro Pellegrini, il segretario generale della Uil sarda Gino Mereu, l’assessore regionale all’Ambiente Tonino Dessì.

Il Congresso si concluderà alle 18 con l’elezione del segretario regionale di categoria.

la segreteria regionale UilA

Cagliari, 21 marzo 2006

Si allega di seguito il programma.


Programma dei Lavori

Mattina
09.00 Arrivo e distribuzione materiale Congressuale
09.30 Insediamento Presidenza e Adempimenti Congressuali
09.45 Relazione del Segretario Regionale UILA, Marco Loy
10.15 Saluti degli Ospiti
11.00 Tavola rotonda :
Piano Regionale Ambientale di Forestazione R.A.S.
Relatori:
On. le Tonino Dessì, Assessore Regionale
della Difesa dell’Ambiente R.A.S.
Dr. Carlo Murgia, Presidente E.F.S
Dr. Graziano Nudda, Direttore Generale E.F.S.
Dr. Carlo Boni, Direttore Generale del C.F.V.A.
Dr. De Martini Alessandro,Direttore Generale Ass.to Ambiente
Dr. Pietro Pellegrini, Segretario Nazionale UILA
Dr. Gino Mereu, Segretario Generale UIL Sardegna
13.00 Intervento del Segretario Generale UIL Sardegna
Dr. Gino Mereu
13.30 Pausa pranzo
Pomeriggio
15.30 Dibattito Congressuale16.30 Intervento del Segretario Nazionale UILA
Dr. Pietro Pellegrini17.30 Elezione Organismi
18.00 Elezione del Segretario

domenica, marzo 12, 2006

Ancora 1000 volte NO alla GUERRA

Il 19 marzo 2003 iniziavano i bombardamenti dell'Iraq con pretesti basati su clamorose bugie.

Malgrado le atrocità di cui si è macchiato il governo degli Stati UNITI guidato da Bush, l'Italia persiste nel suo ruolo di appoggio all'occupazione

• Chiediamo il ritiro immediato delle truppe italiane e di tutte le truppe straniere dall’Iraq - diciamo basta al furto del petrolio iracheno
• Chiediamo la fine dell'occupazione israeliana sul territorio palestinese e la creazione di uno stato palestinese indipendente
• Per il rispetto dei diritti umani, delle libertà civili, la fine della tortura, dei sequestri, delle detenzioni illegali, delle prigioni segrete e contro ogni forma di repressione

Chiediamo la fine dell'occupazione militare in Sardegna

occupazione particolarmente attiva nelle basi militari più vaste e inquinanti d'Europa: Quirra, Teulada, Capo Frasca, Decimomannu, La Maddalena, di cui a gran voce si chiede da tempo la chiusura.
Sono ormai urgentissime indagini sulla salute degli abitanti delle zone che hanno la sfortuna di ospitarne, e sui danni ambientali causati.
E' ora che le forze armate dichiarino quali tipi di armi si sono usate e si continuano ad usare (ad esempio all'URANIO IMPOVERITO).

Con il NO alle basi militari diciamo basta ad un sistema di esportazione di guerra, morte e minaccia diretta contro tutti i popoli sotto il mirino della superpotenza USA

Chiediamo che la più pericolosa delle basi militari in Sardegna, quella per sommergibili nucleari statunitensi de LA MADDALENA, sia smantellata in tempi rapidissimi. Pensiamo che, malgrado le dichiarazioni di alcuni mesi fa,
GLI AMERICANI IN REALTÀ NON HANNO ALCUNA INTENZIONE DI ANDARSENE

Chiediamo che Cagliari sia liberata dal rischio di un incidente nucleare

NO ALLA SOSTA E AL PASSAGGIO DI SOMMERGIBILI NUCLEARI NEL PORTO DELLA NOSTRA CITTÀ

Mobilitiamoci per affermare il diritto alla pace di tutti i popoli, compreso quello sardo, e la liberazione da tutte le occupazioni militari


SABATO 18 MARZO dalle ore 9.30 davanti al porto nucleare Piazza darsena, Cagliari


seguirà corteo lungo Via Roma, Largo Carlo Felice, Corso Vittorio Emanuele, V.le Trento, V.le Sant'Avvendrace, P.zza S.Michele,, Via Is Mirrionis, fine percorso spiazzo sterrato accanto alla Scuola Italo Stagno, ai piedi del colle di Tuvumannu
COMITATO CONTRO LA GUERRA

giovedì, marzo 09, 2006

Genova 2001, io non dimentico!

Genova 2001, io non dimentico! sostieni le spese legali per i processi
di Genova, con il 5 x 1000

Quest'anno sara' possibile devolvere il 5 per mille della propria
dichiarazione dei redditi ad associazioni ed enti.

Il Comitato Piazza Carlo Giuliani e' fra i possibili beneficiari del 5
per mille.
Una nuova norma infatti introduce il 5 per mille: si tratta di un
contributo destinabile, per decisione del contribuente, ad associazioni
di volontariato, Onlus (Organizzazioni non lucrative di utilita'
sociale), ricerca scientifica...

Questa scelta non cambia nulla per il contribuente, ne' in aggiunta ne'
in sottrazione alla cifra "dovuta" al fisco, ma può cambiare molto per i
processi in corso a Genova.

I comitati Piazza Carlo Giuliani e Verità e Giustizia per Genova
chiedono di sostenere la segreteria legale impegnata nei processi in
corso a Genova, anche in questa forma per chi compila il modello 730 o
il modello Unico compilando la scheda per la destinazione del 5 per mille:

1. immettendo i propri dati anagrafici e il proprio codice fiscale
2. firmando nel riquadro indicato come "sostegno del volontariato, delle
organizzazioni non lucrative di
utilita' sociale..." (il primo a sinistra dei quattro che si trovano
nella dichiarazione)
3. indicando in quel riquadro il codice fiscale 950 752 501 00

I titolari di un solo reddito da lavoro dipendente o di una pensione che
non devono presentare la dichiarazione dei redditi possono consegnare la
scheda (come si fa anche per l'8 per mille) in busta chiusa ad un
ufficio postale, a uno sportello bancario o a un intermediario abilitato
alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti ecc.).

I comitati Piazza Carlo Giuliani e Verità e Giustizia per Genova

Sciopero e sit in alla H3G di Cagliari

LA SLC-CGIL PROCLAMA PER LUNEDÌ 13 MARZO 2006
LO S C I O P E R O DEI LAVORATORI H3G CAGLIARI
RIVENDICHIAMO I NOSTRI DIRITTI DI LAVORATORI

I lavoratori in Italia hanno lottato a lungo, già nel corso dell’800, per conquistare elementari diritti come il posto di lavoro, la salute in questo, il salario, le libertà sindacali. Nel tempo si sono modificati i conflitti e i rapporti fra le parti, scoprendo l’importanza del confronto costruttivo, necessario per il bene dei lavoratori e del datore di lavoro. Così, attraverso decenni di lotte durissime, si è arrivati a forme di confronto democratico, grazie soprattutto alla responsabilità sociale degli stessi lavoratori, fautori di una vera democrazia dal basso nata attraverso l’unità e la nascita dei sindacati. E si è arrivati alla ricostruzione di un paese distrutto e all’ascesa economica dell’Italia, grazie alla forza politica e sociale di milioni di lavoratori e lavoratrici.
Oggi viviamo però una nuova fase politico-economica che vede anche il nostro paese passare a più moderne forme di mercato del lavoro sempre più libero e precario, con grandissime difficoltà per i più giovani e le aree meno sviluppate; una fase che registra il massimo vantaggio per le aziende e i capitali che operano per raggiungere il massimo profitto con il minor costo del lavoro.
Così per i giovani Sardi, così in particolare per i giovani di Cagliari, area metropolitana in cui si concentra una percentuale altissima di lavoratori di call center.
Oggi i call center vengono considerati “strategici” dagli esperti di marketing perché negli ultimi anni le aziende hanno puntato su una maggiore fidelizzazione della clientela, piuttosto che su nuove acquisizioni sempre più difficili e costose.
In un articolo su Le Monde Diplomatique (maggio 2000), compariva un titolo eloquente: “I Nuovi Schiavi Del Marketing Telefonico”. Gilles Balbastre descrive così l’attività degli impiegati nei call center:
…orari sfalsati, flessibilità ad oltranza, tempo parziale, impiego mobile del tempo, utilizzo del lavoro interinale fino al 30% o addirittura al 40% degli effettivi, bassi salari, gerarchia opprimente, fanno parte del quotidiano di buona parte di questa truppa della "nuova economia". La concentrazione -per motivi di redditività e di economie di scala- di centinaia di salariati nel medesimo sito, allineati in sale immense, con il casco fissato alle orecchie e il naso incollato allo schermo del loro computer, accentua il carattere opprimente di queste fabbriche del terziario dei tempi moderni. Il management, tuttavia, vuole passare per "cool", "all'americana": è di rigore darsi del tu e le serate aziendali vedono la gerarchia mischiarsi alla base. Ma guai a chi non si conforma a questa cultura d'impresa: i contratti di formazione e i lavoratori interinali non vengono rinnovati, i titolari perdono le gratifiche.”…“I dipendenti di queste imprese non sono quindi lavoratori nomadi svincolati da qualsiasi gerarchia. Le loro condizioni di lavoro somigliano, per certi versi, a quelle dei loro nonni, operai specializzati. Con la differenza che la loro capacità di mobilitarsi è ancora allo stadio embrionale. In alcuni call center sono scoppiati sporadicamente dei conflitti. Bene o male sono riuscite a prendere piede delle strutture sindacali. Ma iscriversi a un sindacato e avanzare delle rivendicazioni equivarrebbe, per questi "dequalificati scolastici", ad ammettere che sono dei dipendenti sfruttati da questa new economy tanto celebrata. E sarebbe come ammettere la propria sconfitta sul piano sociale.”
E si era solo nel 2000.
Dunque giovani costretti ad orari flessibili, salari flessibili, norme flessibili, e la quotidiana ansia della precarietà, l’incertezza del proprio posto di lavoro.
Uno scenario difficile in cui reclamano attenzione e giustizia i Diritti dei Lavoratori e i Diritti Sindacali, e ciò avviene attraverso l’opera di giovani lavoratori che, oltre a credere all’importanza dell’attività sindacale quotidiana a difesa di questi Diritti, credono anche nelle aziende per le quali giorno dopo giorno lavorano con passione.

La sede h3g di Cagliari non sfugge a quelle riflessioni “attualissime”; ed è avvenuto che alcuni lavoratori abbiano seriamente e coscienziosamente intrapreso l’attività sindacale, e hanno rappresentato con responsabilità i propri colleghi.
Questa serietà, questa coscienza e questa professionalità però a qualcuno non è piaciuta, certamente perché ha avvertito un ridimensionamento della propria autonomia d’azione. Hanno allora pensato di colpire un anello debole, un Rappresentante dei Lavoratori con un contratto di formazione lavoro, presentandogli il conto alla fine del 24° mese; le motivazioni addotte, qualunque esse siano, hanno avuto l’unico scopo e risultato finale di colpire i Diritti Sindacali dei Lavoratori; hanno avuto l’unico scopo di lanciare un monito intimidatorio a tutti i Lavoratori della sede di Cagliari.
La risposta però è stata diversa da quella attesa: non lavoratori dalle teste chine, ma lavoratori stretti intorno al collega e attivamente partecipi alle assemblee del 17 febbraio e del 23 febbraio. La Partecipazione cui ci riferiamo si traduce nell’analisi critica del modello adottato dall’azienda per le valutazioni, cogliendone storture, buchi, limiti, e la poca attendibilità scientifica. Non è un caso che questo modello che ha visto la conferma di quasi la totalità dei cfl si sia inceppato di fronte ai Diritti Sindacali: chi oggi ha utilizzato questo strumento si è servito delle valutazioni per giustificare una scelta di carattere politico. Un atto vile teso ad indebolire le convinzioni dei Lavoratori, l’operato dei Rappresentanti. Un atto ancor più grave perché mina il difficile confronto fra le parti, finalizzato da mesi a ripristinare serenità e a ricercare soluzione equa per le situazioni critiche.
La nuova Partecipazione dei lavoratori della sede di Cagliari è però andata oltre questo difficile caso (un collega che perde la sua risorsa economica, viene attaccato nei suoi diritti sindacali, viene umiliato dalla rielaborazione della sua valutazione), denunciando alle RSU e alle Organizzazioni Sindacali una situazione difficile:
cronica eterogeneità di interpretazioni aziendali relativamente alle norme di legge e alle stesse disposizioni interne aziendali; i negativi comportamenti in operativo che violano la sensibilità e la privacy del lavoratore richiamato per nome e cognome; il mancato rispetto della L.626; la mancata alternanza sulle lavorazioni a discapito della crescita professionale del lavoratore; la mancata rotazione dei giorni liberi e dei riposi nel fine settimana; indecorosi favoritismi relativamente all’operatività e alle riduzioni dell’orario lavorativo; ancora la violazione della privacy attraverso l’utilizzo improprio dei sistemi operativi e dei reports (controllo a distanza del lavoratore).

Tutto questo mostra, oltre al malessere generalizzato dei Lavoratori della sede di Cagliari, una politica della gestione delle “risorse umane” piccola e pericolosa, e l’evidente responsabilità in questo senso dei quadri dirigenziali della sede di Cagliari, e il mancato controllo da parte dell’azienda sulla gestione in atto.
Una situazione che offende l’intelligenza e la sensibilità dei Lavoratori del sito di Cagliari, e che richiede un tempestivo confronto tra le parti tanto a livello locale, quanto a livello nazionale.

LUNEDÌ 13 MARZO 2006 SCIOPERO E MOBILITAZIONE DI TUTTI I LAVORATORI DELLA SEDE DI CAGLIARI PER L’INTERO TURNO DI LAVORO E CON ASSEMBRAMENTO FUORI DAI CANCELLI

SARÀ L’OCCASIONE PER RIFLETTERE INSIEME SU QUANTO AVVIENE GIORNO DOPO GIORNO IN QUESTO SITO E PER RIVENDICARE E DIFENDERE I DIRITTI DEI LAVORATORI