sabato, febbraio 24, 2007

Progetto DS per il centro storico di Cagliari

Ricevo e pubblico

Comincia ad essere diffusa nel dibattito politico la consapevolezza che il futuro del Centro storico di Cagliari non riguardi solo i suoi abitanti, ma l’identità della città, la sua storia, il suo sentirsi comunità.
Lo stesso ruolo di Cagliari nel Mediterraneo non è un fatto puramente geografico ma legato alla sua storia e alla sua cultura ed è importante - nel momento in cui l’Unione Europea individua nelle aree urbane uno dei fattori di sviluppo - che le classi dirigenti cagliaritane facciano del risanamento del Centro storico una delle grandi priorità di un piano strategico in grado di dare un forte slancio allo sviluppo della città e della regione.
A questo fine è fondamentale invertire il processo ultradecennale che ha visto fondersi insieme lo spopolamento dei quartieri storici, l’invecchiamento della popolazione residente, il progressivo degrado del quartieri, l’abbandono dei servizi, la chiusura di moltissime attività artigiane e commerciali.
Cagliari non può permettersi di avere nel Centro storico un numero così elevato di case disabitate, fortemente degradate, spesso inagibili, dove il degrado genera altro degrado.
E’ necessario un grande Progetto che parta da un monitoraggio di tutte le abitazioni, disabitate e no, che necessitano di ristrutturazioni, determinandone il livello di impegno finanziario e progettuale.
Sono sufficienti i dati contenuti nel “Censimento della popolazione e delle abitazioni” per avere un’idea delle potenzialità abitative dei quartieri storici: oggi negli stessi, a fronte di 2.500 edifici e complessi di edifici (per complessive 35.000 stanze in abitazioni), vivono circa 16 mila e 500 cittadini relativi a 7 mila e 250 famiglie.
Pensiamo ad un Progetto che preveda adeguati strumenti giuridici e finanziari che rendano possibili le ristrutturazioni delle abitazioni del Centro storico di proprietà dei privati (rifacimento facciate, consolidamenti etc.), lasciando però al Comune, o a un’agenzia comunale, l’onere e la responsabilità di trovare le necessarie risorse finanziarie e definire tutti gli aspetti amministrativi e progettuali.
Per le case sfitte una possibilità da valutare potrebbe essere una forma di comodato che metta in capo all’Agenzia tutti i costi di progettazione, di ristrutturazione e di contrattazione con le banche e che consenta all’Agenzia stessa la disponibilità dell’abitazione per un certo numero di anni per il rientro parziale dei costi.
Con questa soluzione giuridica l’Agenzia - attraverso forme concordate che diano le garanzie necessarie ai proprietari - potrebbe gestire l’affitto degli immobili sfitti per attuare una politica verso studenti e giovani copie nell’obiettivo di favorire una sorta di”avviamento famigliare”.
Per le case abitate, sarebbe direttamente a carico del proprietario il pagamento all’Agenzia della quota di spettanza per il periodo necessario.
Questa ipotesi potrebbe essere approfondita anche in riferimento a locali da adibire ad attività artigiane e di piccolo commercio in considerazione del gran numero di sottani (ma non solo quelli) fatiscenti esistenti nei quartieri storici e del fatto che le difficoltà maggiori per l’avvio di nuove attività economiche sono legate proprio ai costi per la disponibilità dei locali.
Con un accordo di programma tra istituzioni pubbliche - Regione, Comune e Provincia - banche, Università, Fondazioni, privati si potrebbe definire un grande progetto per il Centro storico che coinvolga direttamente i proprietari delle abitazioni.
E’ evidente che si tratta di ipotesi da verificare sul piano giuridico, finanziario e delle risorse disponibili anche a livello regionale e comunitario; ma è altrettanto evidente che può avere successo solo un grande progetto fortemente condiviso ai diversi livelli istituzionali, in grado di mobilitare risorse private e di coinvolgere gli abitanti dei quartieri storici.
La Circoscrizione Centro storico potrebbe svolgere, come ha saputo dimostrare anche di recente, un ruolo decisivo non solo nella motivazione degli abitanti ma anche in alcuni fondamentali aspetti gestionali del progetto.
In questo contesto, senza escludere altri progetti di campus universitari, sarebbe una soluzione di enorme rilevanza se - anche con acquisizioni o permute - si determinasse una sorta di casa dello studente diffusa nel Centro storico, con centinaia di giovani che tornano a studiare là dove storicamente è stato il cuore dell’Università.
Cagliari ha tutte le carte per essere una città viva, colta, attrattiva non solo per i giovani sardi ma anche per i giovani di molti paesi del Mediterraneo che possono guardare alla nostra città come ad una porta dell’occidente che in qualche modo gli è più affine.
Anche per questo sarebbe di grande importanza se, dopo la Provincia, altre Istituzioni riportassero in Piazza Palazzo alcuni fondamentali ruoli decisionali e di rappresentanza.
Il ripopolamento del Centro Storico non è solo un obiettivo di riequilibrio demografico interno alla città e all’area urbana, è la condizione per fare rivivere i quartieri, ricostituire il tessuto economico e sociale, dare un contributo decisivo al rilancio del ruolo economico e sociale di Cagliari e dell’area vasta.
In questo contesto acquisirebbero grande rilevanza i progetti di attività commerciale diffusa e di bed and breakfast, la ricostituzione di un tessuto artigiano specializzato, l’individuazione di percorsi di elevato valore storico e turistico.

Ninni Depau
Consigliere comunale Ulivo

Luca Mereu
Segreteria cittadina dei Ds

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