venerdì, marzo 07, 2008

La strage degli innocenti

Altri 5 morti sul lavoro. La strage continua. Vorremmo avere più parole, e migliori, per raccontare il nostro dolore e lo sdegno. Ci pervade questo senso di impotenza davanti a una società "civile", come quella in cui viviamo, che consente 4 morti al giorni per ogni giorno dell'anno per tutti gli anni; che li permette, che non trova rimedi. E che rimedi si possono trovare? Ditecelo voi. Qui, mentre gli operai muoiono, c'è chi propone di incentivare il ricorso agli straordinari, chi chiede minori imposte anche per le imprese, e non certo per investire in sicurezza, per aumentarne i livelli. No.

Ci si vuole far credere che le morti sul lavoro sono una tragica fatalità e che gli imprenditori, i padroni, sono addolorati. E chi lo mette in dubbio? Anche noi siamo sicuri che stiano piangendo. Ma è il sistema che non funziona, non c'entra niente la fatalità. Nei sistemi economici come il nostro, incentrati sul liberismo più sfrenato, la struttura sovrasta le singole volontà degli imprenditori nostrani e impone loro politiche economiche basate su risparmi eccezionali, su costi sempre più ridotti, sullo sfruttamento selvaggio dei lavoratori, unico a garantire alti saggi di pluslavoro. Nelle fabbriche si lavora come schiavi, e nelle catene della grande distribuzione è anche peggio.

Allora è necessario che la politica metta un freno a tutto ciò, imponendo (ripetiamo: imponendo) regole e rispetto delle leggi e limitando la libertà degli imprenditori di commettere omicidi bianchi. La libertà dei padroni va limitata, quando contrasta col bene e con la sicurezza dei singoli e della società. Lo dice quella Costituzione che, appunto, le destre, con Montezemolo - e non solo - vogliono cambiare.

Non permettiamoglielo.

Vogliamo lo sciopero generale.

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