giovedì, marzo 22, 2007

La Sardegna apre le porte ai rifugiati

COMUNICATO STAMPA



La Sardegna apre finalmente le porte ai rifugiati

A Cagliari il primo Centro di soccorso e accoglienza



Nasce a Cagliari il primo Centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati della Sardegna. L’iniziativa verrà illustrata nei dettagli domani, 23 marzo 2007 (Palazzo Regio, Sala del Consiglio provinciale, ore 10.45) alla presenza del Sottosegretario di Stato all'Interno, Marcella Lucidi (delegato per le materie dell'immigrazione e dell'asilo), del Presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, dell’assessore provinciale ai Servizi sociali, Angela Quaquero e di don Ettore Cannavera.



Il Centro cagliaritano, ora inserito all’interno del Programma Nazionale Asilo (PNA) è stato segretamente realizzato (per evidenti ragioni) dalla Provincia di Cagliari ricorrendo alla legge 189/2002 in materia di immigrazione e asilo, grazie anche ad uno specifico bando pubblico nazionale di finanziamento che ha premiato la proposta progettuale presentata dall’esecutivo provinciale guidato da Graziano Milia (2° posto assoluto in graduatoria) e con un contributo finanziario di 150mila euro, pari a 2/3 del costo complessivo del progetto. La Sardegna, a ieri, era l’unica regione italiana a non essersi ancora dotata di questo strumento di soccorso, assistenza, accoglienza e integrazione.



La gestione operativa del Centro di accoglienza (l’inserimento degli ospiti avverrà su segnalazione ed invio da parte delle Prefetture tramite il Servizio Centrale del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sarà formalizzata domani durante la conferenza stampa (anche con l’intitolazione del Centro ad una importante figura politica sarda) con l’affidamento alla Cooperativa “Cooperazione e confronto” di don Ettore Cannavera, organizzazione che vanta una esperienza pregressa nella gestione di strutture di accoglienza per minori e giovani adulti italiani e stranieri provenienti dal circuito carcerario.



Grazie a questa nuova realtà, che prevede l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati appartenenti a categorie vulnerabili (ed in particolare donne sole con minori e uomini singoli vittime di tortura), sarà possibile consentire ai beneficiari di sperimentare graduali percorsi di autonomia ricreando all’interno della struttura condizioni di vita il più possibile “normali”.



“Questa iniziativa – ha detto il presidente Milia – è la dimostrazione più concreta di come ci stiamo muovendo nel quotidiano amministrare la cosa pubblica. Si possono quindi raggiungere importanti e qualificanti traguardi di integrazione strutturale dei più bisognosi d’aiuto, un’assistenza sociale che sappia trasformarsi in realtà, senza per questo rincorrere le quotidiane emergenze o i riflettori di una effimera notorietà, ma lavorando piuttosto sottotraccia, con fatica e passione”.



“Se la Regione è centralista e i Comuni sono impegnati in problemi concreti – ha detto Milia – la Provincia di Cagliari ha cercato di assumere un compito determinante: diventare un ente forte, responsabile, partecipato e credibile, raccogliendo prima di tutto le istanze del territorio, per poi tradurle in azioni concrete. Non è più ammissibile l’ignoranza, la lontananza dai problemi reali e quotidiani dei più bisognosi e, soprattutto, l’incapacità. Chi lavora per il bene pubblico non può più permettersele”.



Il progetto si avvarrà anche della collaborazione dell’Asl n. 8 di Cagliari (per quanto riguarda l’assistenza medica e quella sanitaria specifica con riferimento alla rilevazione e certificazione di eventuali casi di tortura e/o violenze), dell’Associazione EMDR Italia (per il supporto e la consulenza scientifica in relazione alle diverse patologie riconducibili al Disturbo Post- Traumatico), del Centro territoriale permanente coordinato dall’Istituto Secondario di 1° grado “G. Manno - “F. Alziator” di Cagliari - (per la realizzazione dei corsi di lingua italiana).



Cagliari, 22 marzo 2007

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