venerdì, aprile 13, 2007

Vertenza Eridiana-Sadam di Villasor

COMUNICATO STAMPA Provincia di Cagliari

Vertenza Eridiana-Sadam di Villasor:

mobilitazione corale contro la delocalizzazione

degli impianti nella Provincia di Oristano


“Sia ben chiaro che la delocalizzazione in Provincia di Oristano dell’ex stabilimento Eridiana-Sadam di Villasor e quindi, loro malgrado, dei lavoratori, vede l’assoluta contrarietà della Provincia di Cagliari”. Così il presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, ha avviato quest’oggi l’incontro sulla problematica della riconversione industriale dell’ex zuccherificio, convocato a Palazzo Regio con le rappresentanze sindacali, le organizzazioni degli agricoltori, i lavoratori dello stabilimento di Villasor e i rappresentanti politici e istituzionali del territorio. Grandi assenti – e per questo più volte criticati – il presidente della Regione, gli assessori regionali all’industria e all’agricoltura, il rappresentante dell’azienda Eridiana-Sadam, Ennio Ciliberti.


“Sappiamo già – ha aggiunto Milia – che la prospettata nuova configurazione dello stabilimento Eridiana-Sadam prefigura una produzione a ciclo continuo, con lavorazioni che sono definite usuranti. Quindi, e tanto più, non si può chiedere ai lavoratori di farsi ulteriormente carico dello spostamento di 160 km giornalieri per raggiungere il posto di lavoro”.


Per la Provincia di Cagliari, infatti, il nuovo stabilimento deve vedere la luce “nel posto più vicino a quello originario di produzione” e, in tal senso, “l’area industriale di Cagliari è quella più indicata per ospitare gli impianti”.


Per Milia “è stato un errore mandare avanti delle interlocuzioni che prefiguravano precisi scenari e decisioni di vertice senza un preventivo confronto con tutte le istituzioni territoriali, le parti sociali e i lavoratori: così facendo si sono create un deleterio contrasto tra le legittime preoccupazioni dei lavoratori dello stabilimento di Villasor e le aspettative di lavoro dei disoccupati di Oristano”.


Salvatore Malloci, segretario regionale della FLAI CGIL, nel criticare l’assenza della Regione dalla riunione odierna, ha voluto mandare all’esecutivo regionale un preciso segnale: “Si deve partire, prima di tutto, dai lavoratori, non dalla delocalizzazione e dal piano industriale”.


Nicola Tradori, esponente della RSU aziendale, dopo avere anch’esso criticato l’assenza e il disinteresse della Regione, ha detto che “si parla tanto di riconversione ma si tratta in verità della sconfitta della Regione: è chiaro a tutti che prima avevamo uno stabilimento che si occupava di trasformare produzioni agricole locali, mentre in futuro avremo un’industria che dovrà trasformare prodotti importati in Sardegna dall’estero”. Sempre Tradori ha aggiunto: “Un bel giorno qualcuno si è svegliato e ha deciso, a nostra insaputa, che la riconversione delle produzioni doveva partire dalla delocalizzazione degli impianti e non dai lavoratori. Ed abbiamo finalmente capito che dobbiamo questa scelta al responsabile regionale dell’agricoltura: che fine ha fatto il Consiglio regionale ? che fine ha fatto la Commissione regionale competente ? subiscono le decisioni di altri e non fanno nulla ?”.


Paolo De Cesare, direttore della Coldiretti di Cagliari, ha detto che “appare fin troppo chiaro come la decisione di ubicare i nuovi impianti a bocca di porto di Oristano prefigura di fatto – per decisione della Regione - che la materia prima arriverà necessariamente da fuori, ovvero – per quanto sappiamo – dal Sud America”. Per Coldiretti, “se si vuole davvero il bene della Sardegna, bisogna invece pensare all’utilizzazione di materie prime prodotte in Sardegna e, con questo, al fatto che ciò presuppone un accordo con i lavoratori agricoli, perché la loro attività sia remunerativa”.


Efisio Pisanu, sindaco di Villasor, ha lamentato il fatto di avere appreso della delocalizzazione degli impianti in Oristano soltanto nella riunione ministeriale del marzo scorso e – dichiarandosi in tal senso contrario - ha richiamato l’attenzione di tutti sulla possibilità di studiare l’utilizzo, seppur parziale, dei vecchi impianti di Villasor per altre produzioni.


Piergiorgio Massidda, parlamentare di Forza Italia, anch’esso contrario alla delocalizzazione degli impianti a Oristano, dopo avere criticato il sistema agricolo sardo che la Regione intende attuare nell’isola, su basi ancora assistenzialiste, ha raccontato di essere stato informato telefonicamente dall’ambasciatore delle Filippine che la materia prima che verrà utilizzata nei nuovi impianti sarà l’olio di palma e che la stessa arriverà non dal Sud America, bensì dalle Filippine.


Emanuele Sanna, parlamentare dell’Ulivo, dopo avere lamentato l’assenza della Regione, “interlocutore principale”, ha criticato la politica agricola europea “che sta sempre più cancellando le nostre produzioni locali” e si è detto convinto “che in Sardegna c’è ancora spazio per un settore agroalimentare di qualità”. Anche Sanna si è espresso contro l’ubicazione nella provincia di Oristano del nuovo impianto Eridiana-Sadam.


Amalia Schirru, parlamentare dell’Ulivo ha detto che “occorre battersi non solo contro la delocalizzazione dello stabilimento a Oristano, ma anche contro l’importazione della materia prima, contro una riconversione che non abbia ricadute dirette sull’agricoltura sarda”.


Maria Grazia Calligaris, consigliere regionale dei socialisti democratici italiani, ha ripercorso la storia e le vicissitudini dell’ex zuccherificio di Villasor, ricordando che le aziende, “quando si è trattato di prendere e di godere delle agevolazioni e dei benefici non si sono mai tirate indietro e quindi oggi non possono non fare la loro parte, restituendo al territorio quello che hanno preso fino a ieri”.


Enzo Costa, segretario territoriale della CGIL, ha lanciato precise critiche all’esecutivo regionale ed ha spiegato che la decisione di ubicare il nuovo stabilimento della Eridiana-Sadam nasce da un “tavolo di concertazione in cui erano rappresentati solo alcune amministrazioni, ad esempio quella di Oristano, ma dove mancavano tante altre che avrebbero dovuto essere coinvolte e informate”. “Il fatto è - ha aggiunto Costa – che non esiste ancora un Piano industriale, che lo stabilimento è chiuso, che i lavoratori sono in cassa integrazione e che le coltivazioni agricole di barbabietola sono state dimesse senza che venissero sostituite da altre”. “Le cose – ha concluso Costa – non possono rimanere ancora nascoste nelle segrete stanze della Regione e del Ministero”.


In chiusura dei lavori il Presidente Graziano Milia ha ricordato che “occorre tenere conto degli scenari che abbiamo dinanzi, evitando di avere un approccio che metta sul tavolo troppe cose e problematiche insieme: se occorre essere realisti, riconoscendo l’impossibilità materiale di riavviare la produzione dello zucchero a Villasor, non per questo non dobbiamo però pretendere il rispetto della legge 81/2006, che parla di riconversione dei siti industriali e non di delocalizzazione degli stabilimenti e dei lavoratori”.


“Peraltro – ha aggiunto Milia – nel leggere il verbale dell’incontro tenutosi tra la Regione e i rappresentanti dell’Eridiana-Sadam, abbiamo scoperto che il Piano industriale è stato già anticipato alla Regione, un Piano che noi non conosciamo ancora e che forse contiene qualcosa di più, visto che ci risultano allegate delle precise planimetrie”.


L’incontro è stato aggiornato con la decisione di trasmettere alla Regione Sardegna le risultanze dei lavori odierni e quindi con la convocazione, da oggi ai prossimi 15 giorni, di una nuova occasione di confronto che dovrà avere luogo con la presenza non solo della Regione ma anche dei rappresentanti aziendali della Eridiana-Sadam, con una mobilitazione dei parlamentari sardi che si sono già da oggi dichiarati disponibili a presentare una precisa ed urgente interrogazione parlamentare.


Cagliari, 11 aprile 2007

Ufficio Stampa

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