giovedì, marzo 23, 2006

Voto domiciliare per gli "invisibili"

COMUNICATO STAMPA 22 marzo 2005

Entro il 25 marzo le domande degli elettori “invisibili” al proprio Comune
Alle prossime elezioni riconosciuto un diritto a chi fino ad oggi
non l’ ha avuto
Il voto a domicilio per i disabili gravissimi:
un appello di Marco Espa ai Sindaco di Cagliari, alle ASL e a tutti i sindaci per la massima informazione ai cittadini aventi diritto.
“Ancora alcuni elettori non sanno cosa fare”



Una grande novità attraverserà queste elezioni alla Camera e al Senato: per la prima volta è stato introdotto in Italia il voto domiciliare. Una prima conquista per le persone con disabilità gravissima che, impossibilitate ad uscire dalla propria abitazione in quanto dipendenti da apparecchiature elettromedicali, possono finalmente esercitare il loro diritto di voto, garantito dalla nostra Carta Costituzionale, direttamente dove dimorano. La legge 22 dello scorso gennaio 2006 – interviene Marco Espa, capo gruppo della Margherita del comune di Cagliari – afferma un importante diritto alla cittadinanza e alle pari opportunità per le persone con disabilità grave e gravissima; è stata finalmente accolta per la prima volta un’istanza espressa da più parti (promotori associazioni, comune di Roma e Partito Radicale), con una Petizione nazionale del giugno 2005, della quale anch’io sono uno dei firmatari, nella quale rivendicavamo il diritto di voto ai così detti cittadini invisibili.
La legge 22 ha accolto questa petizione ma limitandola “purtroppo” solo alle persone che non possono muoversi da casa perché legati ad apparecchiature elettromedicali. “Certo comunque, seppur limitato, è un primo passo avanti – continua M.Espa, Presidente ABC Sardegna e Consigliere della FISH Nazionale Federazione Italiana Superamento Handicap – anche se ancora una grande fetta della popolazione rimane esclusa, ovvero tutte quelle persone con disabilità grave che per motivi vitali non possono lasciare i loro domicilio anche se non hanno una dipendenza continuativa da apparecchiature elettromedicali – è la condizione prevista dalla legge – precisa ancora Espa – quindi la battaglia per l’affermazione del pieno diritto alla cittadinanza per tutti i cittadini, continuerà a tutti i livelli”. “ Il nostro obiettivo è quello che il diritto sia riconosciuto a tutti coloro (come anziani totalmente non autosufficienti o persone allettate) che non possono essere trasportate ai seggi elettorali. Inoltre chiederemo nella prossima legislatura che, laddove i seggi siano situati in edifici con gravi barriere architettoniche, come spesso accade anche a Cagliari, la legge disciplini il voto domiciliare. Tutti i giorni riceviamo telefonate di cittadini in particolare anziani letteralmente spaventati nel sapere che il loro seggio è situato in una scuola magari al primo piano e senza ascensore. Molto è stato fatto per rendere i seggi accessibili ma in attesa dell’abbattimento delle stesse bisognerà garantire il diritto di voto a tutti.”
Un ruolo importanze per queste elezioni lo avranno i Sindaci dei Comuni, i quali dovranno diffondere questa informazione tra i loro cittadini e accoglierne le richieste che gli interessati dovranno far pervenire entro il prossimo sabato 25 marzo in modo tale che possano includere per tempo negli appositi elenchi, i nomi degli elettori ammessi al voto a domicilio.

Come fare?
Gli elettori che si trovino nelle condizioni descritte dalla legge devono far pervenire, entro SABATO 25 marzo, al sindaco del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimorano e indicando l’indirizzo completo.
Devono allegare copia della tessera elettorale e un certificato medico da cui risulti che l’infermità comporta una “dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, tale da impedire all’elettore di recarsi al seggio” e se il soggetto ha necessità di essere assistito durante l’esercizio del voto. Questo certificato può essere rilasciato esclusivamente da un medico designato dalle Aziende Sanitarie Locali.
Il sindaco
A questo punto iniziano le competenze del sindaco che una volta ricevuta e verificata la completezza della documentazione deve includere i nomi degli elettori ammessi al voto a domicilio in appositi elenchi distinti per sezioni e consegnarli in occasione delle elezioni al presidente di ciascuna sezione, il quale, all’atto della costituzione del seggio, provvede a prenderne nota sulla lista elettorale della sezione.
Il sindaco nel frattempo rilascia ai richiedenti un’attestazione dell’avvenuta inclusione negli elenchi e pianifica il supporto tecnico e operativo a disposizione degli uffici elettorali di sezione per la raccolta del voto domiciliare.
Nel caso in cui gli elettori si trovino presso una dimora ubicata in un comune diverso da quello d’iscrizione nelle liste elettorali, il sindaco del comune d’iscrizione, oltre agli adempimenti già visti, comunica i relativi nominativi ai sindaci dei comuni dove dimorano i disabili e dove quindi avverrà la raccolta del voto a domicilio. Questi ultimi provvedono a predisporre gli elenchi e a consegnarli ai presidenti degli uffici elettorali di sezione nelle cui circoscrizioni sono ubicate le dimore degli elettori.
Come si vota?
Il voto viene raccolto, durante le ore in cui è aperta la votazione, dal presidente dell’ufficio elettorale di sezione nella cui circoscrizione dimora il disabile. Sono presenti uno degli scrutatori del seggio, designato con sorteggio, e il segretario. Possono partecipare anche i rappresentanti di lista che ne facciano richiesta. Il presidente deve assicurare la libertà e la segretezza del voto.
Le schede votate sono custodite dal presidente e sono immediatamente riportate presso l’ufficio elettorale di sezione e immesse nell’urna destinata alle votazioni.


STORIA DELLA PETIZIONE PROMOSSA DAL COMUNE DI ROMA E PARTITO RADICALE e da me sottoscrittoPubblicato nel novembre 2005 su www.romaone.itCi sono migliaia di italiani che, da sempre, sono esclusi dalle elezioni: i disabili gravi, (in-trasportabili). RomaOne.it, insieme al Comune di Roma e ai Radicali lancia UNA PETIZIONE. Per fare chiarezza

Nonostante la nostra Carta Costituzionale garantisca il diritto di voto, c'è una parte di popolazione che da sempre non può partecipare alla consultazione elettorale. Sono i disabili gravi, cosiddetti in-trasportabili, che non possono cioè muoversi dai loro alloggi, perché immobilizzati o dipendenti da apparecchi macchinosi e poco agevoli da spostare (respiratori, flebo, etc...). Per queste persone infatti, non è previsto il voto domiciliare. E' un problema sommerso su cui per ora la politica non si pronuncia, e che viene scarsamente monitorato dagli stessi istituti di rilevazione nazionale. Ad oggi infatti, non è possibile neanche conoscere il numero preciso di disabili gravi esistenti in Italia: l'ultima stima Istat risale al 2000, e parla di 100mila individui in tutta Italia. Tuttavia, da oltre 5 anni queste stime non vengono aggiornate, relegando i portatori di handicap gravi a una forma di invisibilità inaccettabile per un paese democratico, in cui ad ogni cittadino spetta il diritto di partecipare al governo del Paese.Per questo i firmatari di questo appello, promosso dal quotidiano www.romaone.it con il sostegno del consigliere delegato all'handicap del Comune di Roma, Ileana Argentin, ai Radicali italiani e al Difensore Civico di Roma, chiedono al Ministero dell'Interno di stabilire le modalità e i mezzi per assicurare a queste persone il diritto di votare. Un'altra adesione all'appello è giunta anche da Matteo Costantini, Coordinatore Margherita Centro Storico di Roma, che ci ha espresso il suo sostegno tramite una mail indirizzata alla posta di redazione, Marco Espa capogruppo margherita comune di Cagliari e presidente associazione bambini cerebrolesi Sardegna e l'attore teatrale Michele La Ginestra, che per ora ha aderito all'iniziativa.

Nessun commento: