mercoledì, giugno 07, 2006

L’allarmante stato del sistema produttivo sardo

COMUNICATO STAMPA



L’allarmante stato del sistema produttivo sardo richiede un’azione urgente da parte delle istituzioni regionali, affinché si realizzi un’efficace politica, in grado di far fronte alle emergenze e mettere in campo strategie di medio e lungo periodo per rivitalizzare il tessuto economico regionali.
Il sindacato da tempo chiede alla Giunta guidata dal presidente Soru la riapertura del tavolo di negoziazione con il governo nazionale sull’intera “Questione sarda”, ma a tutt’oggi nulla è stato fatto.
Resta irrisolta l’Intesa istituzionale di programma e continuano a rimanere privi di effetti gli accordi siglati nel luglio del 2003 dal precedente esecutivo sardo con la presidenza del Consiglio dei ministri: il rilancio della chimica, l’alto costo dell’energia, il riavvio delle miniere carbonifere del Sulcis, cui si aggiunge la continuità territoriale per le merci.
Così, in assenza di una chiara azione politica nel settore industriale, si assiste al progressivo declino di importanti strutture produttive, la cui difesa è fondamentale per contrastare la difficile fase congiunturale e la progressiva emorragia di posti di lavoro.
Le aziende metallurgiche di Portovesme minacciano la chiusura in assenza di interventi di sostegno capaci di ridurre il costo della bolletta elettrica, mentre ancora non si ha notizia del bando di gare per la costruzione della centrale termoelettrica alimentata con il carbone Sulcis; è entrato in una fase di stallo il piano di rilancio della miniera di fluorite di Silius e prosegue il declino del comparto chimico.
Sul fronte dell’occupazione, ricorrendo agli ammortizzatori sociali, si riesce ad accompagnare al pensionamento migliaia di persone, ma non a conservare il posto di lavoro che lasciano.
La gravità della situazione emerge in tutta la sua evidenza dal XIII Rapporti di Crenos sull’economia sarda, che regredisce con una progressione continua, avvicinandosi sempre di più alle regioni meno sviluppate dell’Unione Europea.
A questo punto la Uil ritiene necessario non solo un intervento della Giunta Soru per richiamare il governo nazionale al rispetto degli impegni assunti, ma anche una netta presa di posizione dell’intero Consiglio regionale, cui si chiede di porre all’ordine del giorno la crisi dell’apparato industriale e dell’intero sistema socioeconomico dell’Isola.


Michele Calledda
segretario generale aggiunto Uil Sardegna
responsabile settore industria


Cagliari, mercoledì 07 giugno 2006

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