domenica, maggio 16, 2010

Le due destre e i nostri desideri

La destra italiana è divisa. Da una parte quella che rappresenta il “peggior spirito di Romagna”, buttatasi in politica per gestire direttamente affari leciti e meno leciti, rappresentante e parte di quella Italia dell’egoismo fiscale e dell’evasione legalizzata. forse persino garante dei poteri mafiosi; dall’altra la destra di chi ha capito che rischia parecchio a stare ancora troppo attaccata a questi loschi figuri. E’ una divisione che nel PDL è sempre esistita – tanto che Berlusconi non riesce a governare nonostante la netta maggioranza parlamentare -, ma che da qualche tempo è uscita allo scoperto, quasi ad anticipare le inchieste giudiziarie che stanno travolgendo molti personaggi illustri.

Ma non bisogna equivocare su ciò. La divisione della destra è seria e reale, si deve sicuramente sperare in Gianfranco Fini, ma si deve anche essere consapevoli che la sua vittoria non è il trionfo del socialismo. Fini è una persona con cui si può discutere, con cui si può concordare su alcuni temi, ma è sempre uomo di destra. La società giusta non è quella in cui solamente trionfa la legalità borghese, tutti pagano equamente le tasse, la famiglia è il centro del mondo e si rispetta l’unità nazionale.

L’altra sera passavo davanti al Caesar’s Hotel di Cagliari e ho visto una sfilata di auto sportive, di personaggi altolocati in doppiopetto e capelli al vento, di politici/imprenditori con abiti il cui costo è la metà del mio reddito annuale, tutti lì pomposi e sorridenti, a raccontarsi chissà che. Penso dovesse esserci una specie di Convention di un candidato della destra alla presidenza della provincia, e mi piacerebbe sapere se quella destra cagliaritana sta con l’arroganza degli “appaltatori” o con Fini.

Comunque, tutta quella eleganza mi ha ricordato che il lavoro più complesso dei politici è quello di recitare, di strutturare e inventarsi bei discorsi che hanno come ultimo obiettivo quello di di nascondere la realtà, di offuscarla ai nostri occhi. Loro stanno lì per escogitare il modo sempre migliore per tutelare le differenze di classe e il potere dei capitalisti (cioè dei loro mandanti). Stanno lì per “celare” costantemente il fatto che le ricchezze in mano ai pochi sono tolte a tutti gli altri (lavoratori, precari, disoccupati, terzo mondo). Si arrabattano per non farci capire che viviamo in una società ingiusta in cui alcuni (e non sto parlando di loro, dei politici, contro gli stipendi dei quali non faccio demagogia spicciola) sfruttano legalmente il lavoro dei molti per arricchirsi.

Il desiderio più grande del centrosinistra pare sia oggi diventato l’equità fiscale, che è sicuramente un grande e positivo obiettivo, ma che non è la realizzazione della società giusta, e neppure di quella immaginata dalla nostra pur bellissima e modernissima Costituzione: diritto al lavoro, alla casa, alla salute, alla partecipazione, al sapere e alla conoscenza (per inciso, la Costituzione è sotto attacco proprio perché stabilisce questi diritti per tutti).

Possibile che non ci sia più nessuno, a parte Vendola, che voglia sobbarcarsi l’onere di obiettivi più stimolanti e ambiti da noi lavoratori?

Non è che, di fronte alle due destre, abbiamo un centrosinistra che ha gli stessi obiettivi di Fini, quasi a sancire il trionfo del pensiero unico dominante? E’ ora di svegliarsi, gente.



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