martedì, giugno 06, 2006

Salviamo Naracauli!

LA REGIONE VUOLE REGALARE AI SIGNORI DEL CEMENTO L'ULTIMO LEMBO DI SARDEGNA RIMASTO INCONTAMINATO


Il 27 Aprile, sul sito internet della Regione Sardegna, è apparso un "Bando per la cessione, riqualificazione e trasformazione di ambiti di particolare interesse paesaggistico del parco geominerario della Sardegna".

Sono messe in vendita, l'area di "Masua e Monte Agruxau, della superficie territoriale di circa 318.00 ettari" e l'area di "Ingurtosu, Pitzinurri e Naracauli, superficie territoriale di circa 329.00 ettari".

Per farne cosa? Il bando è molto chiaro, dice tra l'altro: "Strutture alberghiere ricettive con annessi centri benessere, strutture sportive e per il golf".

A che prezzo? Recita il bando: "Euro 32.520.000 per l’acquisto del compendio immobiliare di Masua e Monte Agruxau, e di Euro 11.000.000 per il compendio immobiliare di Ingurtosu-Pitzinurri-Naracauli".

Dice il bando, e sembra una beffa: "Sono le architetture di un'epoca passata, elegantissime, sui fianchi delle alte colline affacciate verso il mare, a volte a ridosso delle spiagge, sovrastate dalle creste di una catena montuosa frastagliata, fra boschi di leccio, macchia mediterranea, foreste protette. Sorgono in una zona costiera, in gran parte intatta e “scampata” alla edificazione che ha interessato molti altri tratti della costa Sarda, e carica di suggestione, di bellezza e fascino. Un vero spettacolo della natura".


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TUTTO QUESTO E' DEI SARDI. DA DOMANI SARA' DI QUALCUN ALTRO

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Un vero "spettacolo della natura", che, per una cifra irrisoria, ci si appresta a regalare alle multinazionali del mattone.
Un vero "spettacolo della natura", "scampato all'edificazione", afferma la Regione, è destinato all'edificazione, afferma la Regione.
Basta!
La Sardegna ha già dato!
Inquinamento, sfruttamento selvaggio delle coste, distruzione del patrimonio storico e ambientale!
La Terra Sarda è dei Sardi: nessun presidente di Regione può permettersi di regalarla ad altri
Per farne cosa, poi? Alberghi e campi da golf! Di proprietà delle multinazionali, gestiti dalle multinazionali, dove l'unica funzione dei Sardi sarebbe ancora una volta quella di cameriere.
In una zona delicatissima da un punto di vista ambientale, dove tutti possono ammirare il cervo sardo in libertà o le bellissime dune di Piscinas, le magnifiche rovine di Naracauli, e degli altri siti in svendita, plastificate e trasformate in albergo di lusso, permetterebbero solo a Lorsignori di fruire dello "spettacolo della natura" che fino a ieri era dei Sardi.
Ma il Presidente, non "ragionava" diversamente?
I campi da golf, specie in regioni con scarsità d'acqua, sono un'autentica bestemmia ambientale! Si vuole perseverare?
Nel bando si parla della necessità di effettuare una bonifica ambientale, salvo spiegare che sarebbe a carico della Regione.
Noi ci prendiamo l'onere della bonifica, mentre il compratore si prende lo "spettacolo della natura"!
Privatizzazione dei benefici e socializzazione dei costi. Niente male!
Perché, tutto questo?
E' l'ennesima dimostrazione dell'atavica incapacità della nostra classe politica di esercitare una pratica amministrativa che non sia svendita della dignità, della cultura e della storia dei Sardi o c'è dell'altro?
Perché si vuole regalare una zona tra le più belle della nostra bella isola, per farne altri alberghi e campi da golf?
Se si è già devastato buona parte delle coste, se proprio si sentisse il bisogno di devastare ancora, e solo per creare pochi posti di lavoro subalterno, stagionale e ipersfuttato, non si potrebbe costruire in zone ormai compromesse?
E se lo si dovesse fare, ma altrove, non sarebbe meglio effettuare uno studio, coinvolgendo università e associazioni ecologiste, di "riconversione ambientale" anche finalizzata alla creazione di redditi, che incentivasse la costituzione di cooperative o imprese di giovani, e le supportasse e indirizzasse, piuttosto che vendere al palazzinaro di turno?
Si creerebbe vero benessere, visto che i Sardi verremmo coinvolti nel processo imprenditoriale, e non ridotti a manovalanza salariata. Si avrebbe un maggiore, totale, rispetto dell'ambiente, visto che le strutture sarebbero utilizzate solo per il loro richiamo archeologico minerario, e non trasformate in centri benessere per miliardari.
Ma la Regione vuole vendere. Perché?


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DOBBIAMO FERMARE LA DEVASTAZIONE

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Appello ai Sardi

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Chiunque condivida la preoccupazione per ciò che sta avvenendo. Chiunque abbia a cuore la dignità del popolo Sardo e la tutela del suo patrimonio storico, culturale e ambientale. Chiunque, passando per quei luoghi, quelle magnifiche rovine, si sia commossa o commosso sentendo ancora risuonare i colpi di piccone dei nostri nonni che scavavano, a prezzo della loro vita nei cunicoli delle miniere, per regalarci un futuro migliore.
Chiunque non voglia che quei pezzi dei nostri cuori finiscano nel portafogli del tom barrack di turno.
Mi contatti.
Faccia girare questo appello.
Scriva, protestando, alla Regione.
Prepareremo un manifesto, cercheremo adesioni di donne e di uomini, di associazioni, un movimento di pressione e di azione, sotto le finestre del Palazzo e davanti alle ruspe dei palazzinari.
Dobbiamo fermare la devastazione.

Vi aspetto
Sandro Martis

3 commenti:

pg8 ha detto...

lettera aperta al presidente Soru
con cortese richiesta di pubblicazione integrale



Pinta la legna e portala in Sardegna...

Ricevo una lettera che dice: "Soru ha messo in vendita Naracauli. Per
farci alberghi, centri benessere, campi da golf. Tra quelle miniere
abbandonate e quei bellissimi ruderi risuonano ancora i colpi di
piccone dei nostri nonni. Mi sconforta pensare che diverranno saune per
miliardari".

Soru sta scherzando e crede che la beviamo... Che interesse abbiamo a
risanare un'area di enorme valore storico-ambientale per consegnarla a
un miliardario ed i suoi pochi amici? La sua elemosina è lo sviluppo
sostenibile che ci emanciperà? Perché questo regalo? Perché non
possiamo godere di un bene che ci appartiene? Quali umiliazioni ci
aspettano dopo la cosiddetta Costa Smeralda? Che nomi daranno alla
nostra prossima servitù? Etica? Cultura? Manca solo che ci riporti i
Savoia!

Masua, Monti Agruxau, Ingurtosu, Pitzinurri e Naracauli

Anche a me viene da piangere.
E, come se non bastasse, i maledetti campi da golf !!!
Rifiutati da tutti, condannati dall'UE (sentenza contro l'Austria del
29/1/04, Corte di Giustizia Europea, Sez.II), altamente inquinanti (in
un anno un campo "mangia" da 750 a 1500 kg di fitofarmaci, diserbanti,
pesticidi) ed ogni 24 ore si “beve” 2.000 metri cubi d’acqua, ovvero il
consumo di un paese da 9.000 persone. Per far giocare quattro ricchi
spensierati.

Intanto si convoca il Forum mondiale sull'acqua, principale problema
del pianeta, patologico in Sardegna. Recentemente a Sassari abbiamo
girato disperatamente per far fare la pipì a due bambine... perché? I
bar della città erano da due giorni senz'acqua.

Quanto costa un campo da golf? Intorno ai 10-12 miliardi di lire da
recuperare in 42 anni. La gestione non copre le spese: almeno
trecentomila euro l’anno. Chi paga? La speculazione edilizia perbacco!
Perché non ci avevamo pensato? Il fallimento di Is Molas non ci ha
insegnato niente. Chiediamo ai 6.500 creditori, tra loro panettieri e
artigiani, che attendono pagamenti arretrati. Andiamo a trovare il
proprietario del golf di Stintino. Forse è ancora in galera per
bancarotta fraudolenta, truffa e frode fiscale.

Insomma, Presidente, inquinamento, privatizzazione becera e
improduttiva, speculazioni, regali ai miliardari. Peggio non poteva
pensare. Ma andiamo per logica ed eliminiamo i dubbi. Non credo che
abbia dei debiti personali con loro: non userebbe il bene pubblico per
saldarli. Non penso che voglia entrare nel Club dei Parvenus: troppo
intelligente per mescolarsi con certa gente. Comunque tolga subito
queste ombre dalla sua luminosa figura. Restano gli interessi privati,
ma non ci crederò mai: Lei è sardo, non di Arcore!
A scanso di guai propongo che, come per malasanità o errori giudiziari,
siano gli stessi firmatari della delibera a RISPONDERE ECONOMICAMENTE e
PENALMENTE di eventuali disastri. Accetta queste condizioni?
Assuma nobilmente le responsabilità e non le lasci in eredità ai nostri
discendenti. Si distingua dai politici che l'hanno preceduta. Confermi
che non è un padrone ma un rappresentante del popolo, dell'interesse
collettivo. O sarà la sua intelligenza politica a non risplendere.


Una volta, durante una discussione, un'amica uscì sbattendo la porta.
Un'ora dopo ricomparve dicendo: "Sappiate che se mi faccio un'opinione
è perché so di poterla cambiare". Le chiediamo di avere la stessa
dignità: cambi opinione e aumenterà nella nostra stima.

buon lavoro
Alberto Masala

Beta ha detto...

Agli inizi degli anni '70 con un gruppo di amici e amiche in motocicletta decidemmo di attraversare la Sardegna. Venivamo dall'Emilia a stelle e strisce (quella “tra la via Emilia e il West” per intenderci) e avevamo negli occhi le strade assolate e deserte di "Easy Rider" e nelle orecchie il rombo delle Harley Davidson. A noi, giovani motociclisti in bilico tra il beat e l'avventura, in cerca di nuovi orizzonti e di luoghi incontaminati da scoprire, la Sardegna sembrò la terra promessa.
Quando arrivammo a Ingurtosu era il tramonto. Scendemmo con le nostre moto in fila indiana lungo una strada distrutta dalle buche e dall'abbandono. Il serpente di moto scivolava lento e attento attraverso una valle popolata di ruderi e di ombre. In silenzio qualche luce si accese nelle poche case ancora in piedi sparse sulla collina. La strada tortuosa e sterrata a volte si insabbiava per riemergere un po' più in là, mettendo a dura prova i muscoli delle nostre braccia e delle gambe. Poi, dietro a una curva affondata nella sabbia, all'improvviso davanti ai nostri occhi si spalancò un mare blu cobalto senza fine incorniciato da una spiaggia rovente increspata dalle dune che, risalendo verso il monte, si rivestivano di una bassa vegetazione profumata e pungente.
Montammo le tende quasi in riva al mare, vicino a un torrente che scivolando fuori dai lavatoi della vecchia miniera abbandonata scendeva fresco e limpido al mare.
Accendemmo un falò sulla spiaggia, qualcuno tirò fuori una chitarra e cominciammo a cantare le nostre canzoni. Alcune persone vennero verso il nostro fuoco. Si sedettero con noi e bevemmo assieme un po' di vino. Alcuni di loro erano figli dei minatori che un tempo avevano lavorato nelle miniere di Naracauli. Ci raccontarono la storia delle miniere, ci parlarono di un lord inglese che impiantò le miniere e le costruì in stile gallese. Ci dissero del primo sciopero di Buggerru alla fine dell’800. Ci dissero che in quelle miniere lavoravano migliaia di operai e che la mina dava da mangiare a tutte quelle famiglie. Poi dissero che la miniera non rendeva più e una notte la fecero saltare in aria. Ci dissero che da quando la miniera era stata chiusa non c'era più lavoro, che si viveva di pastorizia e di miseria. Ci dissero che molti erano andati in Belgio a scavare il carbone e che qui c'era rimasto solo il mare… la sabbia… la rabbia… e la prigione di Is Arenas, là oltre quella collina col bosco. Uno di loro che si faceva chiamare Ciseuille ci disse che bisognava fare un museo con le miniere e farle visitare ai turisti e agli studenti, ci parlò anche dei gatti selvatici, degli avvoltoi e del cervo che quando va in amore abbaia alla luna nei boschi di Is Arenas. Ci disse che le volpi attaccano di notte, quando le galline dormono, e a volte mordono anche le pecore, e allora se ne prendi una la devi appendere per le zampe posteriori ai rami bassi degli alberi così le altre volpi scappano via… Il falò si spense lentamente nel buio, i nostri nuovi amici ci salutarono e ritornarono a piedi verso le loro case. Qualcuno di noi disse: "speriamo che non arrivino anche qui i palazzinari romani o le immobiliari milanesi come al nord, come in Gallura, altrimenti..." .
Alcuni mesi dopo, a casa mia, nella grassa e frenetica Emilia, ricordandomi di quei giorni passati a Piscinas scrissi una canzone: "Naracauli" che qualche anno dopo fu cantata anche dai Nomadi di Augusto Daolio.
Nell’ultima strofa la canzone dice:

“Ma una nave è approdata
Stanotte sì per non farsi vedere
E i negozi sono pieni già
Di cose che non userai mai… mai
Mai e poi mai non avresti pensato
Che così t’hanno fregato”

Speriamo che Soru ci ripensi e non si faccia fregare!
Un caro saluto.
Maurizio “Beta” Bettelli

Unknown ha detto...

Andrò la prossima settimana ad Arbus in vacanza con un amico. Volevo visitare le meravigliose spiagge della Costa verde perchè odio i posti affollati e vado sempre alla ricerca di spiagge isolate ed ora leggo questa notizia terribile. Ma è già iniziato questo scempio? Spero di no!!!