Lettere dell'Istituto n. 15
                  Marcinelle: 8. agosto 1956
                              8. agosto 2006
I Fatti.
A causa di un errore umano, l'otto agosto 1956 il Belgio venne 
scosso da una tragedia senza precedenti, un incendio scoppiato in 
uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier, 
causò la morte di 262 persone di dodici diverse nazionalità, 
soprattutto italiane, 136 vittime, poi belghe, 95; fu una tragedia 
agghiacciante, i minatori rimasero senza via di scampo, soffocati 
dalle esalazioni di gas. Le operazioni di salvataggio furono 
disperate fino al 23 agosto quando uno dei soccorritori pronunciò in 
italiano: " Tutti cadaveri!".
In quegli anni partirono per il Belgio 140.000 lavoratori, 18.000 
donne e 29.000 bambini.
Dal 1946 al 1956 il numero dei lavoratori, provenienti dall'Italia, 
morti nelle miniere belghe e in altri incedenti sul lavoro è di 
oltre seicento.
        Nel 50° vi sono state iniziative e dichiarazioni da parte di 
partiti e rappresentanti delle Istituzioni.
Tutto è stato proiettato in una dimensione asettica del disastro, di 
qui la commemorazione. C'è chi ha voluto leggere tali morti come 
momento della costruzione dell'Unione Europa, contributo del lavoro 
italiano alla comune casa europea, come il Presidente del Consiglio 
Romano Prodi.
Il Presidente della Camera da parte sua ha fermato invece il grave 
dato che i morti sul lavoro continuano a mietere vittime, se la 
stampa proprio dell'8. agosto. 2006 riportava accanto alla 
Commemorazione di Marcinelle:
*  Incidente anche alla Eskigel di Terni: 19 operai all'ospedale, 
intossicati dall'ammoniaca 
** Napoli, apprendista muratore di 16 anni muore in un cantiere.
        Che vi sia un governo di centro sinistra non giustifica 
affatto la vergognosa rimozione.
I crimini, i misfatti della borghesia italiana devono sempre essere 
ben stigmatizzati, proprio perché tali crimini indicano bene cosa 
sia " il mercato", " la centralità dell'impresa", la vera natura 
della borghesia, della società capitalistica e la logica di morte e 
disperazione del profitto.
Le cose stanno ben diversamente dall'asettico incidente.
I fatti indicano in maniera inappellabile un autentica: tratta degli 
schiavi.
La tratta degli schiavi degli operai italiani
        Alla fine della 2a guerra mondiale la civile Europa 
occidentale avvia un profondo processo di riconversione industriale, 
un nuovo ciclo di riproduzione allargata, basata sul modello 
statunitense del fordismo. Questo richiede una massa di nuovi 
lavoratori senza specializzazione, manovalanza. dalla ricostruzione 
e sviluppo in campo edile, al potenziamento industriale ed 
estrattivo.
Nella divisione internazionale del lavoro, scaturita dalla 2a guerra 
mondiale, le zone povere dell'Italia sono destinate, deputate, a 
fornire tramite l'emigrazione questa massa di forza-lavoro per il 
nuovo ciclo economico dell'Europa occidentale e del nord d'Italia.
Contadini poveri, braccianti, artigiani piccoli commercianti, 
venditori ambulanti ed il semiproletariato più in generale furono le 
classi investite dal forte flusso migratorio. Nei paesi rimasero 
solo donne vecchi e bambini: un autentico esodo biblico, uno 
sradicamento politico, sociale, culturale violento.
Per poter emigrare in Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, 
Svizzera e nel nord d'Italia occorrevano soldi per poter pagare il " 
viaggio della speranza". Venivano  così venduti per poche lire la 
casa, il fazzoletto di terra, arredi e strumenti di lavoro, tutto 
per raggranellare i soldi per il " viaggio della speranza" e per il 
restante ci si indebitava con prestiti usurai, fatti dagli stessi 
agrari che compravano, pagati con il salario che si sarebbe 
guadagnato con il lavoro in Francia, Germania, Svizzera, 
Inghilterra, Belgio, nord Italia.
Costituì un'autentica rapina, una selvaggia accumulazione forzata, 
un'estensione del latifondo agrario, della rendita parassitaria; un 
violento processo di concentrazione monopolistica in cui la mafia, 
la camorra, la ndrangheta ebbero un ruolo importante e costituì per 
loro un autentica miniera di affari. erano essi che costituivano la 
rete organizzativa di questi " viaggi della speranza" ed erano essi 
la vera agenzia di lavoro.
Un periodo di inaudita violenza, di sanguinaria arroganza a cui 
queste masse di lavoratori furono sottoposte per il nuovo ordine 
internazionale del capitalismo monopolistico, per la nuova divisione 
internazionale del lavoro del campo imperialista, uscito dalla 2a 
guerra mondiale.
E
 mafia, camorra, ndrangheta costituirono i referenti per le varie 
Direzioni del Personale delle grandi fabbriche del nord d'Italia, 
masse di lavoro in affitto, che dovevano parte del salario al 
caporalato mafioso trapiantatosi al nord con i suoi referenti nelle 
Direzione del Personale delle fabbriche e che costituiva massa di 
manovra, controllata da forze reazionarie, per sindacati gialli 
aziendali, anch'essi ben accreditati presso le Direzioni delle 
fabbriche, nella lotta della borghesia contro il movimento dei 
lavoratori, il movimento sindacale, il PCI e la CGIL.
Il governo centrale e periferico, le autorità centrali e periferiche 
dello Stato ben sapevano di tali violenze, coprivano per garantirsi 
sacche di voti di scambio, masse di manovre a comizi e codazzi 
elettorali dei vari deputati e senatori e ministri e Presidenti di 
turno e tutto sotto l'italica bandiera degli italici interessi, 
dell'italico sviluppo.
    Si costruisce qui una nuova alleanza tra mafia, camorra e 
ndrangheta e borghesia monopolistica, che costituirà un pezzo 
importante del blocco sociale che governerà il Paese.
        Ma 
. sorte ben peggiore toccherà a chi emigrerà fuori dal 
Paese.
    I passaporti di questi lavoratori saranno di tipo particolare, 
di un particolare colore, in grado di ben distinguerli. Si disse per 
distinguere la massa dei cittadini che si recavano all'estero.
Saranno i passaporti rossi.
La borghesia italiana, lo stato italiano, i governi democristiani e 
suoi alleati di turno: repubblicani, liberali, socialisti e 
socialdemocratici, monarchici e missini vendettero letteralmente 
questi lavoratori ai padroni europei di Francia, Germania, 
Inghilterra, Svizzera, Belgio, ecc.
Per ogni passaporto rosso la borghesia italiana riceveva 
gratuitamente ogni anno una quota di materie prime o merci, quota 
precedentemente stabilita; cosicché le varie borghesie europee oltre 
al profitto, al sovrapprofitto, doveva estorcere dal lavoro di 
questi italiani, questa autentica carne da cannone, un surplus che 
ripagasse il costo delle materie prime e merci varie che dovevano 
versare alla borghesia italiana.
Ovviamente l'Italia, lo Stato italiano, il governo democristiano 
italiani, e quindi gli stessi consolati e le stesse ambasciate, 
dovevano tacere sulle disumane condizioni di vita e di lavoro, le 
condizioni quasi schiavili in cui venivano tenuti i lavoratori 
italiani.
Un'autentica tratta degli schiavi.
Incaprettati venivano consegnati ai fratelli macellai d'Europa.
Questi lavoratori vivevano in baracche, ammassati in 5-7 e più 
persone e dove la propaganda razzista contro i meridionali 
costituivano la foglia ideologica per prezzi esorbitanti d'affitto, 
l'esclusione da locali, servizi, per la ghettizzazione, la foglia 
ideologica per esercitare, e giustificare, una repressione feroce in 
violazione di tutti i diritti umani, di privacy, di diritti 
personali, per aumentare il ricatto ed asservire i lavoratori 
italiani ancora di più. Ed a tutto questo ben serviva la propaganda 
ideologica razzista contro i lavoratori italiani ed ovviamente essa 
era ben più prospera ed attiva nelle località di maggiore 
concentrazione di lavoratori immigrati.
Molti moriranno di fame, di stenti, di malattie professionale e non.
Le condizioni igieniche, le condizioni alimentari erano pessime 
mentre pesante era il lavoro, che richiedeva un apporto 
nutrizionale, calorico e proteico, maggiore. Ma tutto doveva essere 
risparmiato e di tutto si privavano i soldi dovevano inviarli al 
paese alle mogli, ai figli , ai genitori, che si erano di tutto 
privati per raccogliere i soldi per " il viaggio della speranza". 
Bisognava pagare il prestito usuraio contratto con gli agrari che 
avevano rastrellato prima tutti gli averi per pochi centesimi ed 
avevano provveduto ad integrare quanto mancava con prestiti usurai: 
terra, beni diversi rastrellati anche dalla Chiesa tramite loro 
società immobiliari, finanziarie, terra e beni che andavano a 
rafforzare il latifondo vaticano, la rendita parassitaria agraria ed 
immobiliare vaticana. Non c'era famiglia da tutelare qui, non c'era 
la vita da salvaguardare: c'erano i prestiti usurai da esigere e 
terre e beni e sfratti e vendite fallimentari da tutelare, c'era la 
vita del capitale finanziario parassitario vaticano da salvaguardare.
E 
 con questa rimessa degli emigrati il bilancio dello Stato 
italiano andrà in pareggio negli anni 1960-65, unica volta in tutta 
la storia dell'italico bilancio, pareggio che consentirà un surplus 
per l'accumulazione allargata e che costituirà la base reale, 
concreta, materiale del " boom economico" : " boom economico" 
prodotto dalle sofferenze, le sopraffazioni, le violenze subite dai 
lavoratori italiani.
        Ferma e decisa  sarà l'opposizione. la denuncia e la lotta 
dei comunisti, primo fra tutti Giorgio Amendola, Li Causi, ma lo 
stesso Reichilin e tanti altri, eccellenti meridionalisti, 
opposizione segnata da morti ed attentati da parte di mafia, 
camorra, ndrangheta e forze reazionarie, segnata da una scia di 
sangue, violenza sopraffazione, angherie, arroganze, " cammurria", 
in cui tra gli altri cadde l'Onorevole del P.C.I. Pio La Torre.
    In chiusura, Bisogna dire del severo monito del Presidente della 
Camera, che commentando i fatti di Marcinelle ha fatto rilevare come 
tali morti continuano a segnare il Paese, non ultimi proprio gli 
incidenti sul lavoro, di cui uno mortale, proprio segnalati dalla 
stampa lo stesso 8. agosto. 2006 ove un operaio di appena 16 anni 
moriva a Napoli e 16 operai di Terni venivano ricoverati per gravi 
intossicazioni.
Monito severo e di alto profilo, se inquadrato nel momento in cui 
tale affermazione è stata fatta dal Presidente della Camera, che ha 
voluto caratterizzare il suo insediamento richiamandosi ai 
lavoratori ed al movimento operaio italiano. Il richiamo del 
Presidente della Camera avviene all'indomani dell'approvazione da 
parte del Parlamento dell'Indulto, ove per la prima volta sono 
inclusi i reati inerenti la sicurezza sul lavoro.
" Il disegno di legge n. 525 sull'indulto, riduce di tre anni le 
pene irrogate per procedimenti penali già conclusi o ancora in corso 
per reati commessi entro il 2 maggio 2006.
Nel campo del lavoro il colpo di spugna sarà pressoché totale e non 
soltanto per gli illeciti attinenti alla sicurezza del lavoro, le 
cui pene non sono mai molto alte, ma anche per odiosi illeciti di 
carattere economico quali il doloso impossessamento di trattenute 
previdenziali e fiscali operate sulla busta paga e i comportamenti 
truffaldini all'ordine del giorno nella fascia del lavoro nero o 
grigio. Si pensi in proposito alla diffusa prassi vigente nel mondo 
delle imprese medio piccole e marginali di obbligare il lavoratore 
alla restituzione di parte della retribuzione percepita o di 
costringere, con il ricatto occupazionale, a dare quietanza per 
importi superiori a quelli effettivamente ricevuti.
Il venir meno del timore di sanzioni penali concrete comporterà, 
come è ovvio (e già se ne è fatta l'esperienza in molte controversie 
in tema di omicidi "bianchi" per amianto), un irrigidimento o un 
rifiuto dei responsabili nel risarcire le vittime degli illeciti o 
dei loro eredi. Da questo punto di vista l'obiezione, pur 
tecnicamente fondata, che un indulto fa venir meno la pena, ma non 
il reato e dunque lascia aperta la strada al risarcimento del danno 
dell'illecito sul piano civile, non tiene conto delle effettive 
dinamiche della controversia. Infatti la sanzione penale e non 
quella civile, soggetta a tempi lunghissimi, è quella che 
maggiormente pone le basi per un'effettiva disponibilità del reo a 
pervenire a soluzioni risarcitorie.
Ricordiamo che in occasione di precedenti provvedimenti di clemenza 
si sono esclusi i reati riguardanti specificamente il cosiddetto 
diritto penale del lavoro, proprio in considerazione della valenza 
prevenzionistica e non solo repressiva della punibilità penale di 
atti illeciti commessi in danno dei lavoratori e dunque di 
particolare rilievo sociale. 
In conclusione gli esempi che si potrebbero fare sono numerosi. 
Oltre la violazione del d.lgs. n. 626/1994 in materia di sicurezza 
del lavoro (in particolare artt. 89 e ss.), si può citare ancora il 
mancato adempimento all'obbligo del giudice in caso di condotta 
antisindacale (art. 650 c.p.); Somministrazione fraudolenta; 
Caporalato illecito; Truffa per erogazioni pubbliche disciplinate 
dall'art. 640 bis c.p.; Art. 38 dello Statuto dei lavoratori in 
materia di accertamenti sanitari illeciti; Controlli illeciti della 
guardiania dell'azienda; Discriminazione nelle assunzioni per 
appartenenza sindacale."
ISTITUTO DI STUDI COMUNISTI
KARL MARX  FRIEDRICH ENGELS
mercoledì 9 agosto 2006
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