giovedì, gennaio 18, 2007

Forum mondiale sulla Sovranità Alimentare

Forum mondiale sulla Sovranità alimentare: Nyeleni 23-27/02/2007

Presentazione generale del Forum

Distinti movimenti sociali hanno preso l'iniziativa di organizzare e svolgere l'incontro internazionale sulla Sovranità alimentare a Bamako in Mali nel febbraio del 2007. Il principio della Sovranità alimentare è stato proposto da Via Campesina a Roma nel 1996 durante il Vertice Mondiale dell'Alimentazione della FAO.

Da allora questa proposta ha incominciato a svolgere un ruolo fondamentale nel dibattito sull'agricoltura e le alternative alle politiche neoliberali. Prima dell'introduzione del concetto di Sovranità alimentare la Sicurezza alimentare si limitava a studiare il modo di garantire un'alimentazione sufficiente attraverso il commercio, tanto a livello nazionale come internazionale. Il principio della Sovranità alimentare colloca i produttori agricoli al centro del dibattito ed appoggia il diritto delle popolazioni a produrre i propri alimenti indipendentemente delle condizioni del mercato.

Il principio della Sovranità alimentare stimola lo sviluppo di modelli alternativi di produzione, di distribuzione e di consumo basati su una logica nuova, lontana di quella del neoliberalismo che da parte sua attribuisce un ruolo principale ai mercati e alla liberalizzazione del commercio e considera che solo i mercati internazionali possono risolvere la questione dell'insicurezza alimentare.

Il diritto alla Sovranità alimentare si dibatte in numerosi forum, reti e conferenze, come i Forum Sociali Mondiali, la campagna More and Better, la rete "Nuestro Mundo No Está En Venta" e la Conferenza di Ginevra sull'OMC che si è svolta nel novembre del 2004. Nel giugno del 2002 si è svolto a Roma il Forum delle ONG sulla Sovranità alimentare, contemporaneamente al Vertice Mondiale sull'Alimentazione della FAO, questo ha permesso ai principali attori attivi in questioni di agricoltura ed alimentazione di riunirsi e condividere idee. La maggioranza di queste organizzazioni, oltre ad una quantità ogni volta maggiore di reti ed alleanze, considera che la Sovranità alimentare oggi è un'alternativa vitale per permette l'applicazione di politiche agricole ed alimentarie adattate alle necessità ed aspirazioni dei popoli del mondo.

Pensiamo che un forum di Nyeleni offrirà una nuova opportunità per aumentare il riconoscimento della Sovranità alimentare e rinforzare le azioni e campagne che si realizzano per la sua applicazione effettiva. Durante questi cinque giorni i partecipanti non si limiteranno a precisare la natura del diritto alla Sovranità alimentare e le sue implicazioni nella politica agricola dei propri paesi e regioni, dibatteranno anche su una strategia dinamica e globale affinché la Sovranità alimentare sia tenuta in conto ed applicata tanto a livello internazionale come locale.

Un forum nel campo

Il forum Mondiale sulla Sovranità alimentare (FMSA) si realizzerà in campagna, in Sélingué, un paese situato a 1:45 ore da Bamako e vicino alla centrale idroelettrica del fiume Sankarani, un affluente del Niger, vicino alla frontiera con la Guinea.

Questa è stato scelto questo luogo per potere dibattere sull'agricoltura e l'alimentazione in una cornice rurale-agricola. È una decisione politica che pretende di trovare un parallelismo e coerenza tra le proposte di Sovranità alimentare ed i mezzi necessari per farla divenire una realtà. La CNOP e le proprie organizzazioni membre hanno portato sempre a termine i propri grandi incontri nel campo e desiderano avvalersi di questa opportunità per rendere visibili le realtà del Mali che sono la loro vita quotidiana. La scelta di Sélingué necessita di particolari accorgimenti per poter accogliere in condizioni di comodità i 500 delegati che qui convergeranno.

L’hotel di Sélingué è composto di 23 bungalows che possono alloggiare 200 persone. Gli altri partecipanti saranno alloggiati in casette che saranno costruite per l'occasione, e che in seguito saranno utilizzate dalle organizzazioni locali e dalla CNOP come centro di formazione. Una parte delle casette sarà costruita con materiali e tecniche tradizionali, il resto, circa cinquanta, si costruiranno con materiali più duraturi per aumentare la loro vita utile. Dopo il forum saranno utilizzate dalle organizzazioni del paese che così disporranno di un centro dove realizzare i propri programmi di formazione ed gli incontri.

Il paese di Sélingué dispone di sei sale abbastanza grandi per accogliere gli uffici di circa sessanta persone. Si costruirà con materiali locali una struttura leggera capace di accogliere 600 persone per le sessioni plenarie.

La CNOP e le organizzazioni contadine che la compongono si incaricheranno dell'installazione dell'infrastruttura necessaria per il buon sviluppo del Forum Mondiale sulla Sovranità alimentare.

Gli obiettivi del forum

La Sovranità alimentare è il diritto dei popoli a definire le proprie politiche di agricoltura ed alimentazione, a proteggere e regolare la produzione ed il commercio agricolo interno per raggiungere i propri obiettivi di sviluppo sostenibile, a decidere il proprio livello di autonomia ed a limitare il dumping di prodotti nei propri mercati.”

La Sovranità alimentare è dunque un'alternativa alle politiche agricoli neoliberali imposti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale.

Si deve però rilevare che sempre più organizzazioni fanno riferimento a questo concetto senza comprendere o accettare il suo carattere eminentemente politico che rompe radicalmente col sistema economico capitalista dominante.

1. Riaffermare la Sovranità alimentare

Sempre di più, personalità della politica, sindacati o associazioni utilizzano il termine Sovranità alimentare tentando di ridurlo ad una connotazione “sovranista”, sinonimo di chiusura su sé stesso, di rifiuto degli scambi e della complementarietà. Il forum sarà l'occasione di riaffermare in maniera positiva il fatto che la lotta per il riconoscimento del diritto alla Sovranità alimentare comprende quattro ambiti interdipendenti che saranno dibattuti e precisati in queste giornate. Questi quattro ambiti sono l'ambito politico, l'economico, il sociale e l'ambientale.

Il FMSA si incaricherà più concretamente di precisare i punti seguenti che sono già stati definiti nel 1996 e riaffermati in 2001:

- Dare priorità alla produzione, per lo sfruttamento contadino e familiare, di alimenti per i mercati interni e locali, con sistemi di produzione diversificati ed ecologici;

- Vegliare affinché gli agricoltori ricevano un prezzo giusto per la loro produzione, al fine di proteggere i mercati interni da importazioni sotto costo che costituiscono dumping;

- Garantire l'accesso alla terra, all'acqua, ai boschi, alle zone di pesca ed altre risorse a pro di una vera ridistribuzione delle risorse;

- Riconoscere e promuovere il ruolo delle donne nella produzione di alimenti e vegliare affinché abbiano un accesso equo alle risorse produttive e le possano utilizzare;

- Vegliare affinché le comunità abbiano il controllo delle risorse produttive, opponendosi all'acquisizione da parte delle imprese di terre, acqua, risorse genetiche ed altre risorse;

- Proteggere i semi, base dell'alimentazione e della vita stessa, e vegliare affinché gli agricoltori possano scambiarli ed utilizzarli liberamente, questo implica il rifiuto dei brevetti sulla vita e l'adozione di una moratoria sulle coltivazioni geneticamente modificate;

- Investire fondi pubblici per appoggiare le attività produttive di famiglie e comunità, insistendo nell'autonomizzazione, il controllo locale e la produzione di alimenti per la popolazione ed i mercati locali.

- Rafforzare la nostra posizione nell'equilibrio di potere per conseguire concretamente la Sovranità alimentare

2. La Sovranità alimentare è una proposta cittadina

La Sovranità alimentare non è una proposta di riforma settoriale destinata a beneficiare solo i produttori di alimenti, siano contadini o pescatori.

Al contrario, la Sovranità alimentare ha ripercussioni in tutti gli altri settori della società. Garantendo prezzi giusti ai contadini che permettano loro di vivere nella proprie comunità e limita l'esodo verso i centri urbani; è una proposta cittadina globale che non riuscirà ad arrivare a buon termine ed essere adottata a livello internazionale se non sarà appoggiata attivamente dai settori della popolazione che non producono direttamente i propri alimenti. Il FMSA offrirà l'opportunità di rafforzare il dialogo con i sindacati di lavoratori ed organizzazioni internazionali di consumatori per comprendere meglio tutte le ripercussioni che il riconoscimento del diritto alla Sovranità alimentare avrà sull'accesso all'alimentazione.

3. Sviluppare spazi di incontro con governi favorevoli alla Sovranità alimentare

Il Mali ha appena adottato una nuova legge di orientazione agricolo che stabilisce la Sovranità alimentare come obiettivo prioritario. Anche gli stati della CEDEAO fanno riferimento esplicito alla Sovranità alimentare ogni volta con maggiore frequenza. Altri paesi, come quelli del G33, sviluppano proposte molto simili alla Sovranità alimentare, benché usino un'altra terminologia.

Questa nuova situazione mostra che sempre meno Stati credono che le politiche neoliberali possono costituire una soluzione alla fame e la povertà che colpisce gruppi di popolazione crescenti nei propri territori e sono disposti a percorrere nuove vie. Il FMSA permetterà di riflettere sulla migliore strategia affinché gli Stati appoggino attivamente la Sovranità alimentare a livello internazionale.

4. Ottenere il riconoscimento del diritto alla Sovranità alimentare

Uno degli obiettivi del forum sarà definire una strategia mondiale e collettiva affinché si riconosca il diritto dei paesi alla Sovranità alimentare come un diritto specifico, di obbligato compimento per gli stati e garantito dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

Chiamata all'azione

È già tempo per la Sovranità alimentare

Partecipa alla lotta contro la dominazione corporativa del nostro cibo, pesce ed agricoltura. È già il tempo per la Sovranità alimentare, l'alternativa alle correnti politiche neoliberali dell'alimentazione, pesca e l'agricultura. Il cibo e l'agricoltura sono fondamentali per tutti i paesi, entrambi riguardano la produzione e la disponibilità di quantità sufficienti del cibo sano e salutare, e sono le basi della vita, delle la comunità, della cultura e dell’ambiente. Al contrario, le conseguenze delle dominanti politiche neoliberali sono la fame, la miseria ed il danno ambientale. Mentre le multinazionali prendono il potere, i contadini ed i pescatori sono marginalizzati, ed i consumatori ricevono molto spesso cibo malsano. La sospensione delle negoziazioni dell'OMC mette in luce la necessità per un cambio radicale delle politiche dell'alimentazione, l'agricoltura e le pesca. È già il tempo per la Sovranità alimentare.

La Sovranità alimentare è il diritto di tutti i popoli a definire le proprie politiche di alimentazione e l'agricoltura; a proteggere e regolare la produzione agricola nazionale per realizzare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile; a determinare fino a che punto desiderano essere autosufficienti; a fermare il dumping dei prodotti nei mercati, e a dare alle comunità che si basano sulla pesca la priorità all'uso ed i diritti alle risorse acquatiche. La Sovranità alimentare promuova la formulazione delle politiche e pratiche del commercio che servono ai diritti dei popoli a produzioni sicure, salutari e sostenibili. Questo sistema è una manifestazione del commercio che supera il modello restrittivo che è dominato facilmente dalle multinazionali.

Dal Discorso all'Azione: la lotta per la Sovranità alimentare non è un discorso accademico, bensì della vita e la morte di miliardi di persone, la lotta per la democrazia, per i diritti dei consumatori e per preservare l’ambiente per le generazioni future. I contadini, i pescatori, gli allevatori, gli indigeni ed altri produttori di alimenti lottano ogni giorno per preservare la propria dignità, il proprio sostentamento e per preservare l’ambiente. Dobbiamo formare alleanze forti e sviluppare piani concreti di azione per fare avanzare la Sovranità alimentare.

Un dibattito dinamico e vivo: il concetto della Sovranità alimentare e le modalità della sua realizzazione si stanno sviluppando ed approfondendo continuamente. Nuovi temi e sfide, per le risposte alle necessità e per nuove politiche si stanno sviluppando costantemente. Molte organizzazioni, gruppi ed individui appoggiano i principi della Sovranità alimentare, ma sono ancora molti quelli che non conoscono il concetto. Dobbiamo quindi diffondere informazioni sulla Sovranità alimentare e mobilitare persone ed organizzazioni su questo tema. Mentre diventa sempre più comune il termine “Sovranità alimentare,” alcuni politici, istituzioni ed altre entità usano male questo termine. Per questo motivo, dobbiamo assicurare che non venga usurpato.

Nyéléni è un passo importante: Nyéléni 2007–Il Forum Mondiale della Sovranità alimentare. Cinquecento delegati, rappresentando contadini, pescatori, popoli indigeni, donne, lavoratori, ecologista, consumatori, ONGs, giovani e funzionari si riuniranno per fare avanzare la Sovranità alimentare ad ogni livello e in tutti i settori.

Nyeleni 2007 è solo una parte del processo di rafforzamento della lotta per la Sovranità alimentare, per sviluppare ed aggiornare tale concetto, per formare alleanze e sviluppare piani di azione per cambiare il bilancio di potere a beneficio della Sovranità alimentare a favore di tutto il mondo. Per realizzare la Sovranità alimentare è necessaria un'ampia gamma di apporto nella preparazione di Nyéléni. Molte più organizzazioni possono partecipare alla preparazione e al seguito del forum stesso. La lotta per la Sovranità alimentare è di ampio respiro in cui sono essenziali tutte le persone, organizzazioni, governi ed istituzioni che approvano al concetto.

Che cosa possono fare lei e la sua organizzazione?

Adottare il concetto della Sovranità alimentare, organizzare una discussione sul concetto della Sovranità alimentare nella sua organizzazione, comunità e regione con vari settori della società che sono coinvolti nel diritto dell'alimentazione: contadini, pescatori, ecologista, consumatori, popoli indigeni…

Sviluppare piani ed azioni per la Sovranità alimentare che riguarda:

- Lo sviluppo di nuove alleanze.

- Come combattere le multinazionali che minacciano alla Sovranità alimentare.

- Come proteggere l'accesso alle risorse naturali per le comunità.

- Come mantenere le economie locali la dove la popolazione decide cosa e come produrre il cibo.

- Come lottare contro gli attuali trattati di libero commercio regionali e le istituzioni internazionali di finanziamento e quali le alternative a questi sistemi.

- Quale struttura alternativa all'Organizzazione Mondiale del Commercio, per assicurare che il commercio internazionale non mortifichi la Sovranità alimentare.

- Quali politiche già esistenti attualizzano la Sovranità alimentare

Per avere più informazione: www.nyeleni2007.org e www.nyeleni.org

Per dare il vostro contributo

mali--> mali@nyeleni2007.org

international--> contact@nyeleni2007.org

tel +33 870 467 123

Via Campesina

Via Campesina è un movimento internazionale che coordina organizzazioni contadine, piccoli e medi produttori, donne rurali, comunità indigene, gente senza terra, giovani rurali e lavoratori agricoli emigranti. Difendiamo gli interessi basilari dei nostri membri. Siamo un movimento autonomo, plurale, indipendente, senza nessuna adesione politica, economica o di un altro tipo. Le organizzazioni che compongono la Via Campesina vengono da 56 paesi dell'Asia, Africa, Europa ed il continente americano, organizzate in otto regioni: Europa, Asia dell’Est e Sudorientale, Asia del Sud, Nordamerica, Caraibi, America Centrale, Sud America ed Africa.

Come è nata via Campesina?

Nasce nell’aprile di 1992, quando vari leader contadini dell'America Centrale, del Nordamerica e dell'Europa si riunirono a Managua, Nicaragua, nel Congresso dell'Unione Nazionale di Agricoltori e Allevatori (UNAG). Nel maggio del 1993 si portò a termine la prima Conferenza di Via Campesina in Mons, belgio, dove fu costituita come una organizzazione mondiale, definendo i suoi primi modelli strategici e la propria struttura. La seconda conferenza internazionale ebbe luogo a Tlaxcala, Messico, nell’aprile del 1996, dove presenziarono 37 paesi e 69 organizzazioni per analizzare una serie di tematiche che erano di interesse centrale per i piccoli e medi produttori, fra le quali: Sovranità alimentare, riforma agraria, credito e debito esterno, tecnologia, partecipazione delle donne e sviluppo rurale.

Come lavora la via Campesina?

Via Campesina si trova attualmente in un processo di ampliamento e consolidamento, essendo per la sua stessa natura, un movimento pluralistico, democratico e multiculturale. Conta su una copertura geografica abbastanza ampia, risultato della quale, è uno dei movimenti più rappresentativi per la piccola e la media agricoltura nel il mondo. Il lavoro tanto complesso che Via Campesina svolge è un sforzo enorme per riuscire nell'articolazione, la comunicazione e il coordinamento tra le regioni, come pure tra le organizzazioni membre di ogni regione ed il movimento nella sua globalità. Via Campesina lavora per la difesa degli interessi professionali, includendo la dimensioni politica, economica e tecnologica come i temi di genere.

Quali sono le sue priorità?

L'obiettivo principale di Via Campesina è sviluppare la solidarietà e l'unità dentro la diversità tra le organizzazioni, per promuovere le relazioni economiche di uguaglianza e di giustizia sociale, la preservazione della terra, la Sovranità alimentare, la produzione agricola sostenibile ed un'uguaglianza basata nella produzione di piccola e mediana scala. Per riuscire in questi obiettivi, Via Campesina ha definito una serie di strategie tra le quali citiamo:

- L'articolazione ed il rinvigorimento delle sue organizzazioni.

- Avere un'influenza nei centri del potere e di assunzione delle decisioni dentro i governi e le istituzioni multilaterali per dare un altra rotta alle politiche economiche ed agricole che penalizzano la piccola e media produzione.

- Il rinvigorimento della partecipazione delle donne in materie sociali, economiche, politiche, e culturali.

- La formulazione di proposte in relazione a temi importanti come: riforma agraria, Sovranità alimentare, produzione, commercio, ricerca, risorse genetiche, biodiversità, ecosistemi e genere.

Quale è la sua struttura?

La Conferenza costituisce l'organo di decisione più alto di fronte alle proprie politiche, riunendosi ogni quattro anni in posti che ruotano tra le regioni. Gli uffici regionali sono entità dove sono possibili le relazioni ed articolazioni all’interno di ogni regione. È lì dove si realizza il lavoro centrale di Via Campesina. Il Comitato di Coordinazione Internazionale è l’entità che coordina le differenti regioni. La Segreteria Operativa Internazionale coordina ed esegue le risoluzioni delle massime istanze di Via Campesina.

La via Campesina sta lavorando per una politica di alleanze con altre forze sociali, economiche e politiche a livello internazionale per lottare congiuntamente contro il neoliberalismo e per sviluppare proposte alternative dove le grandi maggioranze costituiscano gli attori principali.

Temi principali e campagne. Come movimento contadino internazionale, la via Campesina lavora sui temi principali per i quali il contadini di tutto il mondo si battono:

  1. riforma agraria
  2. biodiversità e risorse genetiche
  3. Sovranità alimentare e commercio
  4. diritti umani
  5. agricoltura contadina sostenibile
  6. migrazione e lavoratori rurali
  7. uguaglianza di genere.

Delegato italiano per Via Campesina a Nyeleni appartenente all’Associazione Rurale Italiana – ARI - al quale potete inviare i vostri contributi:

Andrea Tronchin – andrea.tronchin@tin.it


Domande per la discussione nelle organizzazioni in preparazione del Forum mondiale sulla Sovranità Alimentare (Mali febbraio 2007)

Le domande sono state formulate in base agli obiettivi (1-2-3-4-5) individuati nei diversi incontri del Comitato di preprazione di Nyeleni.

1) Rafforzare il dialogo fra i movimenti sociali e altre organizzazioni,

Domande:

-Quali passi sono necessari per organizzare un dialogo costruttivo fra movimenti e organizzazioni sul tema della Sovranità alimentare?

-Come possiamo coinvolgere i gruppi urbani e rispondere alle domande dei poveri delle zone urbane?

-Come possiamo affrontare i conflitti di interesse fra i settori (per es. Fra contadini/e e popoli indigeni o pastori; o fra gli interessi degli abitanti delle città affinché i prezzi siano accessibili e si risponda alla necessità dei/delle produttori/trici di alimenti con prezzi giusti).

-Come è possibile cooperare maggiormente e costruire alleanze intorno ad una agenda comune?

-Quale metodologia è necessario adottare durante il Foro per garantire un dialogo costruttivo?

2) Riappropriazione collettiva della Sovranità alimentare per evitare che il concetto sia assunto da attori che sminuiscono il suo contenuto e lo utilizzano per rafforzare le politiche neoliberali.

Domande:

-Come assicurare che il principio della Sovranità alimentare sia incorporato nella formulazione di politiche locali e internazionli, evitando allo stesso tempo che sia strumentalizatto dai nostri “avversari” o sminuito, garantendo che continui ad essere un principio proposto dai movimenti sociali con contenuti definiti da questi stessi movimenti?

- Come iniziare a dar vita e realizzare la Sovranità alimentare, come possiamo iniziare a praticare la Sovranità alimentare in tutti i possibili livelli al tempo stesso che lottiamo per il suo riconoscimento ufficiale affinché la “Sovranità alimentare” abbia un significato reale?

-Quali tipi di lotta concreta sono stati sviluppati dalla vostra organizzazione durante gli ultimi 10 anni e quali sono stati i risultati?

3) Rafforzare e sviluppare il concetto di Sovranità alimentare, se necessario si devono concretizzare delle alternative

Domande:

-Pensate che i membri della vostra organizzazione coprendono esattamente il significato di Sovranità alimentare?

-Come si può fare affinché la Sovranità alimentare sia un principio che riflette gli interessi della società, delle comunità (contadine, pescatori, popoli indigeni, pastori, donne, lavoratori/trici agricoli, persone che vivono in città,...) e dei popoli in generale, e non solo gli interessi dei/delle contadini/e e i pescatori/trici artigianali?

-Come possiamo includere nel modo migliore i diritti delle comunità alle risorse naturali, il diritto a mantenere economie locali dove le persone e le comunità decidano cosa e come produrre e consumare?

-Che tipo di norme di commercio internazionale sono necessarie per garantire che il commercio internazionale non deteriori la Sovranità alimentare?

-Che alternative concrete possono essere promosse come esempi di politiche fondate sulla Sovranità alimentare?

-Como possiamo inserire nelle dinamiche locali di comunità e gruppi la questione delle reti alternative di produttori/tric-consumatori/trici affinché la Sovranità alimentare rifletta anche queste iniziative e non sia recepita come molto centralizzata nel livello statale?

4) Rafforzare il dialogo con i governi, istituzioni internazionali e parlamentari che simpatizzano con la Sovranità alimentare.

Domande:

-Con quali governi, istituzioni internazionali e parlamentari sarebbe utile stabilire un dialogo?

-Da quali governi e istituzioni possiamo sperare in un appoggio in relazione alla messa in pratica della Sovranità alimentare?

-Cosa ci aspettiamo da un dialogo di questo tipo?

-Come possiamo fare pressione in modo più efficace nei confronti di governi e istituzioni?

5) Sviluppare strategie e azioni per incidere sui rapporti di forza e ottenere l’applicazione di politiche fondate sulla Sovranità alimentare

Domande:

-Quale strategia è necessaria per incidere nel coordinamento delle forze favorevoli alla Sovra nità alimentare?

-Verso quali attori ci dovremmo concentrare (opinione pubblicza, imprese trasnazionali, istituzioni internazionali, governi o i nostri movimenti)?

-Quali tipi di azioni sono necessarie per fare fronte agli attori dominanti quali i grandi commercianti e le imprese transnazionali?

-Quale potrebbe essere una proposta concreta di azione a livello internazionale per ottenere un impulso favorevole al mutamento?

- È possibile formulare un tema per una campagna che sia chiaro e sul quale concentrarci e mobilitarci nei prossimi 5-10 anni?

1 commento:

The Sustainable Development Blogger ha detto...

Il problema con l'idea di sovranità alimentare é sempre lo stesso : non prende in considerazione un fatto fondamentale. In effetti, molti contadini poveri soppravviviono grazie al commercio internazionale. I problemi per i poveri sono le sovvenzioni europee e americane e i loro dazi elevatissimi (soprattutto sui prodotti trasformati) che gli impediscono di profittare del loro vantaggio comparativo nell'agricultura. Il commercio agricolo può permettere a questi paesi di ottenere le risorse necessarie per lanciare un processo durevole di sviluppo economico. Applicare la sovranità alimentare a tutto il mondo significa permettere ai paesi ricchi di continuare a sovvenzionare e a proteggersi fortemente riducendo ancore di più i prezzi che i contadini del Sud possono ottenere nonchè le quantità che esportano. In questo dibattito bisogna sempre ricordarsi un elemento fondamentale : oggi si produce cibo per 12 miliardi di persone, ciò implica che la fame del mondo é causate da ua mancanza di potere di aquisto dei poveri di cui 2/3 sono contadini. Il problema non si risolve con la sovranità alimentare ma permettendo a questi contadini poveri di ottenere più soldi per aquistare del cibo.

www.trade-and-development.blogspot.com