giovedì, febbraio 18, 2010

Fonsarda, Tuvixeddu



Venerdì 19 febbraio, al T-Hotel di Cagliari (ore 17,30), Franco Melis presenta il suo ultimo libro: "Quei giorni a Fonsarda".
Si tratta di una raccolta di "storie" che hanno come sfondo comune, incombente e pregnante, la lotta degli abitanti di un quartiere di Cagliari che si svolse alcuni decenni fa contro la costruzione di alcuni palazzoni, a scapito e danno di orti e mandorleti. Fu a mio avviso la prima battaglia che affrontava i temi del diritto dei cittadini a partecipare alla discussione e alle decisioni politiche che li riguardavano. Una sorta di bilancio partecipativo alla Porto Alegre; una specie di lotta no-global antesignana, che mirava a tutelare soprattutto la qualità dell'ambiente e delle relazioni tra le persone, che difendevano i "luoghi" degli incontri, delle chiacchierate, insomma della socialità del quartiere.
Da quelle battaglie - che si intrecciavano con le lotte studentesche e operaie degli anni '70 - nacque e si irrobustì una generazione di "sognatori concreti", li chiamo io, che imparò a mettere lingua su ciò che non ritenevano giusto, e di denunciare, spesso inascoltati, il malaffare e le commistioni insane all'interno dei palazzi della politica cittadina.
La lotta degli abitanti di Fonsarda, così si chiama il quartiere "incriminato", torna in auge quarant'anni dopo nel momento in cui, a Cagliari, si svolge un'altra simile battaglia contro i palazzoni: quella di Tuvixeddu.
I temi sono gli stessi, con in più la memoria storica di un'intera città da difendere, con il suo paesaggio e il suo passato. La necropoli punica più grande e importante del Mediterraneo rischia di essere "valorizzata" alla solita maniera della lobby del mattone: ti faccio il parco a mie spese, però intorno mi costruisco 28 unità immobiliari, per 14.630 metri cubi di costruzioni.
Gli amministratori locali, dando l'impressione di essere avvezzi a tutelare e favorire i privati piuttosto che l'interesse pubblico, usano la seguente tecnica: non si occupano minimamente di valorizzare gli spazi pubblici, che anzi lasciano in condizioni di abbandono evidente, e poi plaudono all'intervento del privato grazie al quale quello spazio pubblico ritorna, in parte, fruibile. Tutti felici e contenti. Punici, cagliaritani e costruttori.
Intorno a Tuvixeddu si sta svolgendo uno scontro a colpi di carte da bollo e di interventi parlamentari che, a gamba tesa, vorrebbero favorire gli interessi privati, attraverso un provvedimento che toglierebbe la competenza sui nullaosta paesaggistici alle sovrintendenze, in barba al Codice Urbani, per restituirla a comuni e regioni.
La differenza tra Fonsarda e Tuvixeddu mi pare però essere proprio sulla quantità e qualità del coinvolgimento popolare, degli abitanti del quartiere, dei movimenti e dell'intera comunità cagliaritana.
Dove siete, cari lottatori di Fonsarda?
Per capirne un po' di più, e per ritrovarli, domani pomeriggio vado a sentire Franco Melis nella presentazione del suo "Quei giorni a Fonsarda", venti storie inventate, forse tutte vere.
  

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