mercoledì, febbraio 17, 2010

«Ma il G8 a La Maddalena era giusto»


Intervista a Stefano Boeri, l’architetto che progettò il nuovo Arsenale de La Maddalena

Stefano Boeri, lei è l’architetto a cui la protezione civile e la Regione Sardegna hanno affidato la progettazione del nuovo Arsenale in vista del G8 poi spostato a L’Aquila. Le era mai venuto un dubbio su quello che accadeva attorno a lei?
La vicenda è iniziata come una sfida bellissima. Si trattava di usare un grande evento come il G8 non solo per adattare spazi abbandonati, ma per rimettere a posto un territorio inquinato, all’interno di un posto meraviglioso come l’Arcipelago di La Maddalena. Di più: si voleva usare questa ristrutturazione per lanciare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale per quel territorio, dalle servitù militari al turismo sostenibile legato alla vela, all’artigianato nautico. Questa era la sfida lanciata nel dicembre 2007 da Renato Soru, condivisa con Prodi e Bertolaso. Quando mi è stato chiesto di partecipare, ho accettato con entusiasmo.
Ora che ha letto le intercettazioni?
Vivo da una parte una rabbia fortissima, perché queste ipotesi di corruzione rischiano di oscurare un anno di lavoro appassionato e onesto di decine di giovani tecnici, architetti e anche operatori della protezione civile. E dall’altro la soddisfazione di vedere che almeno le opere che abbiamo seguito sono pronte e saranno tra breve tempo usate. Insomma, la gran parte dei soldi impiegati non sono andati nelle tasche sbagliate.
Ha avuto mai qualche sospetto? Che alla velocità fosse immolata la trasparenza?
Se avessi avuto una prova di quanto si legge oggi sui giornali, sarei andato dai magistrati. Del resto, le intercettazioni fanno capire che tutto si è svolto con accordi che non erano visibili a noi che passavamo le giornate a disegnare e poi sul cantiere a verificare i disegni. Sinceramente, non sospettavo nulla del genere.
Ha avuto modo di conoscere Bertolaso, Balducci e De Santis?
Certo. De Santis è stato con noi per un periodo brevissimo. Balducci, l’ho conosciuto come soggetto attuatore delle opere e poi come presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Bertolaso l’ho incontrato molte volte, era una figura trainante di tutta l’operazione.
La procura scrive che c’è stato lo sventramento dell’isola.
In tutta serenità posso dire che è stato un lavoro di straordinario recupero ambientale e paesaggistico. Abbiamo progettato il recupero di 150mila metri quadri di banchine inquinate da idrocarburi e amianto, ristrutturato tre grandi edifici abbandonati e abbiamo costruito meno di quanto abbiamo demolito, stando sempre sotto i dieci metri di altezza, rispettando i criteri del piano paesaggistico della Sardegna voluto da Soru. Permettemi anche di dire che le strutture sono bellissime, un esempio di rispetto dell’ambiente. I lavori erano stati chiusi in tempo per il G8.
Immagini filmate recentemente mostrano una struttura abbandonata. Che rischia di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto.
Sono immagini capziose, che fanno vedere una scrostatura di cinque metri di intonaco dovuta a scarsa manutenzione di un unico soffitto. Non faccio il capocantiere, ma assicuro che gli edifici sono oggi integri, è normalissimo che ci siano problemi di manutenzione in una zona di mare. Ora c’è un gestore che sta preparando gli edifici per la prossima Vuitton Cup di maggio. Da lì partirà la stagione turistica. Per quel che riguarda l’Arsenale, la parte che abbiamo seguito come progettisti, mi pare che le cose possano partire bene. Del resto, nel caso si fosse tenuto il G8 era previsto che il gestore cominciasse a lavorare dopo un anno di messa a punto degli edifici.
Non è una struttura sovradimensionata per la Vuitton Cup?
No. Ci saranno dieci equipaggi, e almeno 500 persone tutti i giorni a lavorare. Questo evento avrà un ruolo trainante per il nuovo polo nautico.
Cosa pensa della legge sulla protezione civile spa?
Bisogna ragionare sul perché si ricorre all’emergenza in casi che emergenze non sono. Anche se il G8 per la Maddalena era un’urgenza.

Sara Menafra



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