mercoledì, febbraio 10, 2010

Piano per il lavoro. E' in arrivo il buonsenso?

Terra, 19 marzo 2005 (ex ed 221)



C'è una frase che Bertinotti e Prodi - la strana coppia - amano ripetere, a proposito di programma: il modo di costruirlo è programma stesso.

Sottoscrivo in pieno.

La coalizione che ha vinto le ultime elezioni regionali - ma direi soprattutto Progetto Sardegna - aveva già messo in pratica e inaugurato questo metodo. Le numerose assemblee, gli incontri molteplici con Renato Soru, le alleanze con le realtà civiche e "movimentesche" dei territori, la costruzione dal basso di obiettivi e priorità; tutto ciò è stato il valore aggiunto, la novità vincente della e nella definizione del programma. Sull'onda della protesta mondiale contro il liberismo, di quella nazionale contro il governo ad personam di Berlusconi e di quella regionale contro il giovane Pili, Progetto Sardegna aveva intercettato e capitalizzato - con il suo metodo democratico - le fonti del malcontento. Conquistato il governo regionale, Soru ha iniziato a realizzare la nostra idea di rinnovamento.

Ma la bussola del metodo del coinvolgimento, in qualche caso, sembrava segnare la direzione opposta. Ad esempio sulla legge chiamata "Piano straordinario per il lavoro", quando, pur registrando la contrarietà di tutte le forze sociali, di quasi tutti i comuni e di molti componenti della maggioranza consiliare e pur nell'ottica - condivisibile, ma a certe condizioni - del risanamento dei conti, Soru aveva deciso di tagliarne i fondi. Prescindendo dal fatto che la sforbiciata non era parte del programma, resta il fatto che ancor più adesso che si governa, il metodo della discussione e della socializzazione delle scelte deve proseguire, cercando di raggiungere un nuovo equilibrio tra la giusta esigenza di "decidere" senza veti di sorta e l'altrettanto indispensabile rispetto per le forze in campo.

Credo si tratti della stessa questione, sollevata da più parti, del riequilibrio dei poteri tra presidente della regione e Consiglio. Ma di questo, non dico.

A volte bisogna arrendersi alle ragioni degli altri. Soprattutto quando gli altri sono tutti. Il che non vuol dire che ciò che pensano tutti sia anche "il giusto", ma che ancora di meno lo può essere quello che pensano i pochi. Né vuol dire che bisogna rinunciare alle proprie convinzioni, ma che è necessario rendersi conto che ciò che governiamo non ci appartiene.

E Soru, questo, lo sa bene. E' il principio etico che lo guida.

Infatti, quasi sicuramente la legge 37 verrà rifinanziata con 90 milioni di euri di fondi regionali e con 110 milioni di fondi POR. Ben fatto. Ero sicuro che in questa vicenda la saggezza del nostro presidente, alla fine, sarebbe riemersa. Solo gli eletti ritornano sui propri passi a verificare e a riaggiustare ciò che dopo il loro passaggio rischiava di danneggiarsi. Il lavoro, i lavoratori e i disoccupati, però, necessitano anche di altro. Questo rifinanziamento è solo l'inizio.

Leonardo
cma



Nessun commento: