martedì, febbraio 16, 2010

Il massaggio del Tg1


Lungo spot promozionale sulle meraviglie del famoso Salaria Sport Village. Black-out, invece, sull'indignazione degli aquilani. È la mistura un po' indecente servita agli italiani dal Tg1 di Augusto Minzolini, alle otto di domenica sera. Il più seguito telegiornale nazionale non ha voluto mostrare le immagini, diffuse dagli altri tg, dei terremotati arrampicati sulle macerie con la rabbia scritta sui cartelli («io non rido»). Qualche flash, ma solo a notte fonda. Oscurare il luogo del dolore, cancellare dallo schermo l'indignazione provocata dalle frasi degli imprenditori intercettati. E scegliere di illuminare il luogo del benessere, accompagnando il pubblico in un rassicurante e confortevole tour nel paradiso del relax. Per dimostrare l'innocenza di Bertolaso, proprio quando le ultime intercettazioni alzano il velo su favori e favorite al servizio del grande capo.
Le «problematiche alla cervicale» del sottosegretario Guido Bertolaso, tessera di platino del centro benessere Salaria Village, hanno trovato accurata ospitalità nel Tg1 della sera (domenica, edizione delle 20). L'inviata di Minzolini, tra cyclette e vasche idromassaggio, ha intervistato le addette al relax, con voce fuori campo impegnata a spiegare come «una volta al mese» il capo della protezione civile si sottoponesse, «in una cabina dalla porta scorrevole, senza chiavi», alle cure del corpo stressato.  Sappiamo tutto di Francesca, delle sue referenziate qualità professionali, e nulla sulle telefonate tra i manager dei Grandi Eventi per abbigliare adeguatamente le brasiliane, o per ripulire il luogo degli incontri. Meglio evitare i dettagli scomodi e servire, alla grande platea della tv, l'appello finale di un dipendente, giustamente preoccupato di «mantenere i posti di lavoro». Uno spot non avrebbe potuto fare meglio.
Quanto al resto dell'inchiesta sulle ruberie degli «attuatori» dei Grandi Eventi, quasi niente, a parte le ragioni degli avvocati difensori degli indagati. Persino il gran ciambellano, Gianni Letta, si è dovuto accontentare di una fugace citazione (neppure un viva voce) sul che fare della società SpA della protezione civile, al centro dello scontro di potere interno alla maggioranza di centrodestra.
Ma peggio di tutti è andata alla gente dell'Aquila, molto arrabbiata con quei manager messi di buonumore dalla tragedia del terremoto. I sette milioni di telespettatori del Tg1 non hanno visto il cancello del centro storico dell'Aquila aprirsi sotto la spinta dei terremotati, non hanno visto la polizia schierata che prova a impedire lo sfondamento delle transenne, per poi lasciar passare le persone. Se ne sono andati a letto ignoranti e abbuffati di «fiori e frappe» dedicati ai cuori di S.Valentino e ai carri del carnevale.
Quando si parla, spesso a sproposito, di par condicio, assistiamo alla mobilitazione generale degli opposti schieramenti. Toccare i politici, mettere in discussione i talk-show di sicuro infiamma il dibattito sulla libertà di informazione. Se invece l'informazione la manipoli ogni giorno, ci fai l'abitudine e magari nessuno se ne accorge.

Norma Rangeri
il manifesto
16/2/10
 

Nessun commento: