domenica, novembre 27, 2005

L'inquinamento in provincia di Cagliari e nel Sulcis Iglesiente


BIMBI AMMALATI DI ASMA ? TUTTO NORMALE…
CENTO MORTI IN PIU? TUTTO NORMALE...

Ieri a Carbonia è stato presentato lo studio Drias sui disturbi respiratori dei bambini che vivono nelle aree a rischio ambientale della vecchia Provincia di Cagliari.

I risultati dell'iniziativa (voluta dall'Assessorato regionale alla Sanità e che ha coinvolto 3.467 alunni delle Scuole elementari di Sant'Antioco, Portoscuso, Carbonia, Villacidro, San Gavino, Villasor, Villa San Pietro, Capoterra e Sarroch).

Presenti il sindaco di Carbonia Tore Cherchi, l'assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin, il professor Annibale Biggeri dell'Università di Firenze (partner assegnato dal Ministero della salute per un supporto metodologico e tecnico), Pietro Greco (direttore dell'Unità Operativa di Peumologia dell'ospedale Fratelli Crobu di Iglesias), Umberto Pelosi (dell'Unità di Pneumologia Pediatrica dell'Università di Cagliari) e Pierluigi Cocco (docente di Medicina del Lavoro all'Università di Cagliari).

Lo studio Drias (Disturbi Respiratori nell'Infanzia e Ambiente in Sardegna) è stato promosso nell'ambito del Piano operativo nazionale (P.O.N.) Atas del Ministero della salute per il potenziamento degli Osservatori Epidemiologici delle regioni dell'Obiettivo 1.

Al progetto hanno contribuito i pediatri dei centri interessati dall'indagine, insieme ai responsabili dei Servizi di igiene pubblica delle Asl di Cagliari, Sanluri e Carbonia, i referenti dello studio Drias nelle stesse aziende sanitarie, i rappresentanti dell' A.R.P.A.S. , i responsabili dei Settori bonifiche e inquinamento atmosferico dell'Assessorato regionale all'Ambiente e quelli del Servizio inquinamento atmosferico della Provincia di Cagliari.

Lo studio Drias si è articolato in tre momenti (novembre 2004 - giugno 2005). Il primo ha visto un anno fa l'installazione nei cortili delle scuole elementari dei nove comuni interessati di misuratori passivi di inquinanti (ossido di azoto, anidride solforosa e benzene), collocati dalla Provincia di Cagliari. Il secondo momento ha visto la distribuzione ai bambini di tutte le classi delle elementari di un questionario per indagare sui disturbi respiratori e sui fattori di rischio correlati. Nella terza fase un pneumologo della Asl di Carbonia ha sottoposto a misure spirometriche gli alunni delle classi terza, quarta e quinta elementare.

I risultati si commentano da soli: a Portoscuso e Sarroch vi sono il doppio della media generale dei ricoveri per asma, tali dati sono confermati dall’archivio dei ricoveri regionali (166 % rispetto alla media regionale per i bambini maschi di Portoscuso 0-14 anni e 101 % per le bambine; 11 % dei bambini e 28 % delle bambine a Sarroch).

Tali dati confermano gli indici della mortalità ISTAT 1997-2001 e le schede di ricovero ospedaliero: a Portoscuso si verificano eccessi rispetto alla media regionale tra gli uomini del 30-65 % per le malattie dell’apparato respiratorio e del 24-62 % per i tumori al polmone, tra le donne del 18-23 % per le malattie dell’apparato respiratorio e del 16-54 % per i tumori al polmone.

A Sarroch analoghi eccessi per gli uomini del 10 % per le malattie dell’apparato respiratorio e del 13-24 % per i tumori al polmone, per le donne del 10-16 % per le malattie dell’apparato respiratorio e del 20 % per i tumori al polmone.

Sempre secondo tale studio, i precedenti dati si traducono in un aumento dei morti nella sola Portoscuso pari a un centinaio di casi e a circa 400 ricoveri in più.

A Portoscuso il dato dei tumori al polmone risulta nella media fra il 1981 ed il 1983, dal 1989 aumenta del 30 % rispetto alla media regionale e si mantiene costante negli anni successivi. In proposito ritornano alla memoria le parole dell’illuminante deposizione del 10 novembre 2004 di Massimo Porceddu, tecnico ambientale del Presidio multizonale di prevenzione (P.M.P.) dell’Azienda USL n. 7, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti: "da dieci anni è interrotta ogni attività sistematica di controllo del territorio e delle industrie e i tecnici non possono più operare con quella autonomia prevista dalla legge; solo quando ci vengono fatte richieste ad hoc dell’autorità giudiziaria interveniamo, per il resto il Pmp è in una condizione di inerzia, di sostanziale inefficienza e ininfluenza su comportamenti potenzialmente illeciti di terzi - in questo territorio esercitare il controllo ambientale non è un diritto - dovere derivante dalle norme, ma un optional concesso in funzione del contesto politico-istituzionale presente e in funzione della situazione socio-economica della zona - non abbiamo problemi tecnici, non siamo impossibilitati dalla tecnologia a svolgere i controlli, semplicemente non ce li fanno fare seriamente come si fa nel resto d’Italia".

Una conferma di quanto si ipotizzava da tempo: da lunghi anni le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico denunciano la palese assenza dei necessari riscontri dei controlli ambientali di legge nel territorio del basso Sulcis, gli scandalosi ritardi nell’attuazione del piano di risanamento ambientale e di disinquinamento della locale zona a rischio di crisi ambientale (approvato nel 1993 ed esecutivo con il relativo accordo di programma del 1994). Analogamente da troppi anni denunciano la mancata attuazione in Sardegna (ultima regione d’Italia) dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente - voluta dal risultato favorevole del referendum del 1992 promosso dagli Amici della Terra che ha sottratto i controlli ambientali alle U.S.L. - unico strumento possibile di monitoraggio, verifica e controllo sullo stato dell’ambiente senza i troppi legami e condizionamenti provenienti dal mondo politico. I legami politico-amministrativi con il mondo dell’industria, evidentemente, contano ben più del diritto alla qualità della vita e della salute pubblica.


A questo punto per la nuova Amministrazione regionale del Presidente Soru diventa inderogabile far davvero partire l'Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, sottraendo i controlli ambientali alle Aziende USL, e svolgere un’indagine approfondita sui condizionamenti subiti dalle strutture preposte in materia di monitoraggi ambientali. L’Assessore Dirindin ha assicurato di voler andare fino in fondo e di voler intervenire: appare persona di parola e le crediamo, attendendo risultati concreti. Analoga indagine dovrebbe essere svolta dalla Magistratura competente, presso cui sono state inoltrate negli anni denunce circostanziate così come sono state svolte perizie ed analisi su vasta scala. Senza guardare in faccia a nessuno e chi ha sbagliato paghi, perché - ancora una volta è necessario ribadirlo - non vi può essere risanamento ambientale e sociale senza una vera giustizia.


p. Gruppo d’Intervento Giuridico
e Amici della Terra
Stefano Deliperi

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