martedì, settembre 27, 2005

Le dimissioni di Siniscalco

COMUNICATO STAMPA CGIL CIS UIL FALCRI DIRCREDITO

Le dimissioni di Siniscalco: un gesto di dignità istituzionale che censura l'inettitudine del Governo rispetto alla sfiducia preannunciata nei confronti del Governatore.
Intervenga con urgenza il Consiglio Superiore della Banca D'Italia.
Le dimissioni del Ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, sono un gesto di dignità e di censura istituzionale tanto apprezzabile quanto atipico per un Governo che ha dimostrato un senso delle istituzioni scarso o nullo.
Esse chiamano in causa e censurano una legge finanziaria preelettorale, un mix insostenibile di iniquità sociale e di aleatorietà delle coperture di spesa.
Esse chiamano in causa e censurano rigorosamente l'inettitudine del Presidente del Consiglio che non ha finalizzato in alcun modo la sfiducia preannunciata nei confronti del Governatore dal Ministro Siniscalco e dal Vice Presidente Fini.
Il Presidente del Consiglio si è infatti cimentato in alcune acrobatiche astuzie (far sfiduciare Antonio Fazio dal Presidente della Repubblica, da una risoluzione del Parlamento, dal Governatore della B.C.E.) che ne hanno, soltanto, messo in luce l'irresponsabilità politica ed istituzionale.
Infatti non ha adottato l'unica iniziativa conseguente ai pronunciamenti di Siniscalco e di Fini: formalizzare al Consiglio Superiore della Banca D'Italia la sfiducia nei confronti del Governatore richiedendogli perentoriamente di attivarsi per avviare le procedure di revoca del mandato al Governatore il cui completamento compete alla Presidenza del Consiglio ed alla Presidenza della Repubblica.
Il Presidente si è ben guardato dall'operare in tal senso riducendo la posizione del Ministro dell'Economia all'ennesimo virtuale annuncio mediatico e costringendolo, di fatto, alle dimissioni.
La vicenda Fazio, un esempio estremo di disprezzo dell'equilibrio istituzionale sul quale si regge una democrazia liberale, continua ad infliggere offese insopportabili alla reputazione ed all'immagine internazionale del nostro mercato finanziario e del Paese.
Il Consiglio Superiore della Banca D'Italia non può continuare a tacere, non può permanere nella paralisi, non può assecondare la deriva cieca e distruttiva del Governatore. Agisca con improcrastinabile urgenza nell'interesse del Paese!

La farsa di un autocrate sta sconfinando in tragedia istituzionale e politica!

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