venerdì, settembre 09, 2005

Superare le divisioni e gli interessi particolari

Il segretario generale della Uil sarda Gino Mereu ha inviato alla presidenza della Giunta Regionale, alle segreterie dei partiti, ai gruppi del Consiglio regionale, alle parti sociali e alle amministrazioni locali una lettera aperta (di cui si allega copia), con la quale chiede uno sforzo collettivo per avviare una reale politica di rilancio del sistema produttivo e far fronte alle emergenze sociali e occupazionali.
Nella lettera il Segretario evidenzia il progressivo divario tra la situazione media nazionale e quella della nostra regione.
“Il prodotto interno lordo – scrive Mereu - oggi non raggiunge l’1,6%, di gran lunga inferiore a quello ottenuto delle altre aree del Mezzogiorno, e le prospettive più ottimistiche lo collocano all’1% per la fine del 2005. I Fondi Strutturali messi a disposizione dalla UE negli ultimi sei anni non hanno mutato il pessimo andamento congiunturale, e degli oltre 4 miliardi e 250 milioni di euro destinati ai POR a tutt’oggi ne sono stati spesi solo il 35% e impegnati il 53%.
Sottolinea poi la carenza delle infrastrutture e lo stato di crisi della grande industria, con il settore chimico da anni alla deriva, quello metallurgico che va perdendo competitività, il manifatturiero e l’agroalimentare che scontano la bassa capacità di penetrazione nei mercati internazionali.
“A fronte di questa situazione – si legge nella lettera aperta - resta stabile il tasso di disoccupazione e si assiste a una progressiva riduzione del reddito tra le classi sociali meno abbienti, con un preoccupante aumento della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà, mentre riprende il fenomeno dell’emigrazione soprattutto tra i giovani”. E, infine, l’invito alle forze politiche, alla Giunta regionale, all’Assemblea sarda e agli enti locali, a far fronte comune: “La Uil – sostiene Gino Mereu - chiede, per la Sardegna e per i sardi, un impegno straordinario dal quale emerga il forte senso di responsabilità e di cultura politica, capace di superare le divisioni e gli interessi particolari, affinché ogni energia sia rivolta al bene comune, all’equità sociale, a una crescita equilibrata e costante”.
la segreteria regionale
della UIL sarda
(Segue il testo della Lettera Aperta)

Cagliari, 09 settembre 2005

Lettera Aperta
del segretario generale della UIL sarda Gino Mereu

È da anni che l’economia sarda non mostra segnali di crescita ed è ormai evidente che, per quanto ci si impegni a rilanciarne il sistema produttivo, si è ancora lontani da una inversione di tendenza. Il divario tra la situazione media nazionale e quella della nostra regione si è ulteriormente aggravato e, considerato che l’economia italiana, a sua volta, “ha subito sullo scenario internazionale un significativo rallentamento” (ISTAT), è facile dedurre che la Sardegna si sta ponendo ben al di sotto dai parametri europei di sviluppo medio.
Il prodotto interno lordo regionale (fonte CRENoS) oggi non raggiunge l’1,6%, di gran lunga inferiore a quello ottenuto delle altre aree del Mezzogiorno, e le prospettive più ottimistiche lo collocano all’1% per la fine del 2005. I Fondi Strutturali messi a disposizione dalla UE negli ultimi sei anni non hanno mutato il pessimo andamento congiunturale, e degli oltre 4 miliardi e 250 milioni di euro destinati ai POR a tutt’oggi ne è stato speso solo il 35% e impegnato il 53% (fonte MEF). Restano irrisolti i nodi centrali che frenano lo sviluppo e non si hanno segnali di ripresa nei settori in crisi.
Le infrastrutture, essenziali per dare competitività al territorio, mantengono livelli inadeguati, tanto da porre la Sardegna agli ultimi posti tra le regioni italiane; il sistema dei trasporti interni ha tali limiti che per alcune zone esistono scarse possibilità di sviluppo; la gestione del sistema idrico mostra notevoli carenze e resta irrisolta la questione energetica. Non si attenua la crisi della grande industria, con il settore chimico da anni alla deriva, quello metallurgico che va perdendo competitività, il manifatturiero e l’agroalimentare che scontano la bassa capacità di penetrazione nei mercati internazionali.
A fronte di questa situazione resta stabile il tasso di disoccupazione e si assiste a una progressiva riduzione del reddito tra le classi sociali meno abbienti (fonte Osservatorio Industriale), con un preoccupante aumento della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà, mentre riprende il fenomeno dell’emigrazione soprattutto tra i giovani.
Gli indici economici e una corretta analisi della realtà dipingono, a quanto si può ben vedere, un quadro a tinte fosche dello sviluppo socioeconomico nella nostra Isola, rispetto al quale è necessaria una risposta efficace dell’intero sistema anche attraverso una giusta politica di riforme, con una partecipazione attiva e solidale di ogni sua componente: parti politiche, parti sociali, amministrazioni locali e Giunta regionale.
La Uil chiede quindi, per la Sardegna e per i sardi, un impegno straordinario dal quale emerga il forte senso di responsabilità e di cultura politica, capace di superare le divisioni e gli interessi particolari, affinché ogni energia sia rivolta al bene comune, all’equità sociale, a una crescita equilibrata e costante.
La necessità di aprire un fronte solidale era già stata espressa da sei consiglieri regionali del Partito dei DS lo scorso luglio, cui il Sindacato aveva dato la propria adesione; ma è necessario ora passare dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti concreti, con l’apertura di una fase di riflessione a partire dal Dpef e dalla Legge Finanziaria per il 2006.
La Uil ha più volte manifestato le proprie perplessità su una politica di programmazione regionale che sembra proiettata verso le scelte strategiche di lungo periodo, sottovalutando la gestione delle attuali emergenze economiche e occupazionali; ritiene perciò che un confronto su queste posizioni possa essere un buon punto di partenza per avviare un’azione comune, con scelte partecipate che superino le divisioni partitiche e gli antagonismi politici e ideologici.


Gino Mereu
segretario generale della Uil Sarda



Cagliari, 08 settembre 2005

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