lunedì, ottobre 10, 2005

Inaccettabili i tagli alla cultura previsti dalla Finanziaria

Così si impoverisce tutto il paese

Dichiarazione della Presidenza nazionale ARCI

La legge Finanziaria presentata dal Governo prevede un taglio di 164 milioni di euro al Fus (Fondo unico dello spettacolo), che vede così dimezzati i finanziamenti di cui godeva nel 2001 e un taglio di oltre il 35% rispetto all'ultima Finanziaria. Un colpo mortale per cinema, teatro, lirica, musica, già cronicamente in difficoltà. A ciò bisogna aggiungere gli effetti negativi che avranno su queste attività i tagli consistenti dei trasferimenti agli enti locali.

Una manovra letale per tutto il settore e che paradossalmente arriva all'indomani di un provvedimento di riforma del cinema italiano necessario per risollevarlo dall'agonia in cui versa da tempo e che a questo punto non avrebbe le gambe per camminare.

Sicuramente la manovra, se passerà, avrà forti ripercussioni anche sugli occupati nel settore, oggi circa 200.000, contribuendo ad aggravare quella situazione di disagio e di incertezza che ormai riguarda tanti nostri concittadini.

D'altra parte, una riduzione di spesa di 160 milioni di euro può avere effetti dirompenti per chi va a colpire, ma è del tutto irrilevante per una manovra finanziaria di 20 miliardi. Una goccia in mezzo al mare per le finanze dello stato, ma un veleno mortale per uno dei patrimoni della nazione: il binomio cultura e spettacolo. Un'ulteriore dimostrazione di quanto poco interessi al nostro governo la salvaguardia e lo sviluppo dell'identità culturale, mentre noi pensiamo che solo una società che investe nella cultura e nella conoscenza costruisce coesione e qualità della vita.

Ma intanto la Finanziaria una storica novità l'ha già prodotta: il mondo dello spettacolo per la prima volta si è mobilitato compatto. Con la partecipazione di imprenditori, artisti e lavoratori prepara per il prossimo venerdì 14 la sospensione per una giornata di tutte le attività di spettacolo. I cinema e i teatri resteranno chiusi, i set si fermeranno.

L'ARCI aderisce alla giornata di mobilitazione.

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