mercoledì, ottobre 26, 2005

Tortolì a muso duro contro gli abusi edilizi

Nei giorni scorsi la nuova Amministrazione comunale di Tortolì, di centro-sinistra, guidata dal sindaco Marcella Lepori, ha annunciato che, d?ora in poi, andrà a costituirsi parte civile nei processi penali contro l?abusivismo edilizio che interessano il proprio territorio. Bravissimi, hanno l?appoggio delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d?Intervento Giuridico. Così dovrebbero fare tutti i Comuni, contro un fenomeno, troppo spesso esclusivamente speculativo, che degrada l?ambiente e le casse pubbliche e deprime la legalità. Tre anni or sono, nel settembre 2002, perveniva la risposta (nota n. 5048 dell?11 settembre 2002) del Comune di Tortolì (Ufficio tecnico) relativa alla richiesta di informazioni a carattere ambientale ed opportuni interventi inoltrata dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d?Intervento Giuridico (nota del 30 agosto 2002) in merito al fenomeno dell?abusivismo edilizio sul litorale di Orrì ? Cea, tutelato con vincolo paesaggistico e con vincolo di conservazione integrale (fascia dei mt. 300 dalla battigia) , rientrante parzialmente in un sito di interesse comunitario (S.I.C.) ed in una futura riserva naturale regionale. I dati comunicati erano ben più allarmanti di quanto si supponeva: erano state rilasciate 10 concessioni edilizie in sanatoria ed 11 dinieghi di concessione edilizia in sanatoria, erano tuttora in corso di esame 52 istanze di condono edilizio in attesa del pronunciamento delle amministrazioni pubbliche competenti in materia di tutela paesaggistica (Assessorato regionale beni culturali ? Ufficio tutela paesaggio di Nuoro e Soprintendenza beni ambientali di Sassari), mentre fra il 1985 ed il 2002 erano state emanate ben 135 ordinanze di demolizione e di ripristino ambientale. In proposito "sino a questo momento il Comune di Tortolì non ha adottato nessun provvedimento repressivo: infatti la procedura amministrativa riguardante gli abusi si limita all?ordinanza di demolizione e al successivo accertamento dell?avvenuta o meno demolizione". Mancavano, quindi, e, evidentemente, sembrano mancare tuttora le fasi successive del procedimento amministrativo relativo all?abusivismo edilizio (artt. 7 della legge n. 47/1985 e successive modifiche ed integrazioni e 6 della legge regionale n. 23/1985 e successive modifiche ed integrazioni) che prevedono l?acquisizione al patrimonio comunale delle strutture abusive e della relativa area di sedime e la successiva demolizione ad opera del Comune in danno del trasgressore ovvero ? se non vi è contrasto con esigenze di salvaguardia ambientale (es. vincoli di conservazione integrale, ecc.) e con strumenti di pianificazione territoriale ? la destinazione ad interventi di interesse pubblico (es. scuole, abitazioni per senzatetto, uffici pubblici, ecc.). L?omissione di intervento può avere riflessi penalistici (es. omissione di atti d?ufficio, art. 328 cod. pen.) e può concretizzarsi in ipotesi di danno erariale (vds. sentenza Corte dei conti, sez. giurisdiz. Puglia, 17 luglio 2001, n. 578) per amministratori e funzionari pubblici. In seguito a precedente analogo esposto (1 febbraio 2001) delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d?Intervento Giuridico l?Ispettorato ripartimentale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale di Lanusei, il Servizio provinciale di Vigilanza edilizia dell?Assessorato regionale dell?urbanistica e l?Ufficio tutela paesaggio dell?Assessorato regionale dei beni culturali avevano fornito ulteriori informazioni, seppure incomplete: adesso con i dati comunicati dal Comune di Tortolì il quadro appare sufficientemente delineato e risulta più grave di quanto ipotizzato in origine. Nel 2000 anche l?allora nuova Amministrazione comunale di centro-destra sembrava decisa ad intervenire risolutivamente contro l?abusivismo edilizio e stava per far partire, in accordo con il Servizio vigilanza edilizia dell?Assessorato regionale dell?urbanistica, gli interventi di demolizione con i mezzi forniti dalla Regione. Poi qualche titubanza, infine il silenzio. Perché ? Chi ci guadagna ? L?abusivismo edilizio non è da sottovalutare, svilisce la legalità, degrada l?ambiente, "inquina" il turismo, "ingoia" soldi pubblici. Non merita favori, necessita invece di rapidi interventi. Definitivi.

p. Gruppo d?Intervento Giuridico

e Amici della Terra


Stefano Deliperi

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