lunedì, ottobre 17, 2005

RIFIUTI PERICOLOSI NELLA MINIERA DI NURAXI FIGUS ?


Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d?Intervento Giuridico sono intervenute (nota del 15 ottobre 2005) nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di sistema integrato costituito da un deposito preliminare (operazioni ex allegato B, lettera D15, del decreto legislativo n. 22/1997 e successive modifiche ed integrazioni) e da un deposito sotterraneo tramite iniezioni in profondità per rifiuti pericolosi e non ai sensi del decreto legislativo n. 36/2003 proposto dalla Carbosulcis s.p.a. nella miniera di Monte Sinni ? Nuraxi Figus, in Comune di Gonnesa e Carbonia (Sulcis-Iglesiente). L?area costiera di Monte Sinni ? Nuraxi Figus, già interessata da attività mineraria, è tutelata con vincolo paesaggistico, la fascia dei mt. 300 dalla battigia marina è tutelata anche con specifico vincolo di conservazione integrale. L?area, inoltre, presenta numerose testimonianze di epoca nuragica, alcune tutelate con vincolo storico-archeologico nonché con vincolo di conservazione integrale (tombe dei giganti di Punta Seruci, nuraghe e villaggio di Punta Seruci, villaggio nuragico di Punta Maiorchina, nuraghe Ghillotta 1°, tempio a pozzo di Nuraxi Figus), altre non formalmente vincolate (nuraghe Su Arci, tomba dei giganti della Piana di Seruci, nuraghe Ghillotta 2°, nuraghe e struttura pre-nuragica de Is Bangius, nuraghe di Monte Sinni, nuraghe di Nuraxi Figus, nuraghe S?Arena), bisognose di approfondite campagne scientifiche ed interventi di tutela e valorizzazione, quale una delle più importanti aree archeologiche dell?Isola, occasione anche di turismo culturale e benefici economici. L?area rientra, altresì, nel proposto sito di importanza comunitaria (pSIC) "Costa di Nebida" e rientra, infine, nel vincolo temporaneo di non trasformabilità finalizzato all?approvazione del piano paesaggistico regionale ? P.P.R.

Inoltre, la Carbosulcis s.p.a., per quanto si è a conoscenza, beneficia di un mero affidamento della gestione temporanea della miniera carbonifera di Monte Sinni ? Nuraxi Figus, più volte sostenuto finanziariamente con cospicue dotazioni di fondi pubblici, nelle more della presa in consegna delle strutture minerarie del futuro titolare della concessione mineraria: non si è avuto modo, quindi, di comprendere a quale titolo possa legittimamente richiedere le autorizzazioni per la realizzazione del sistema integrato di discarica rifiuti, ipotecando la corretta futura gestione della miniera. Secondo quanto in progetto, poi, i rifiuti pericolosi e non dei quali è in progetto lo stoccaggio sarebbero provenienti dalla centrale ENEL di Portovesme (gessi dall?impianto di desolforazione, ceneri leggere dalla combustione del carbone Sulcis e di importazione, fanghi degli spurghi degli impianti di pre-trattamento dei fumi in uscita, ceneri leggere provenienti dalla nuova centrale a "letto fluido"), dagli impianti della Portovesme s.r.l. (scorie della lavorazione primaria e secondaria del piombo, scorie dell?impianto kss, scorie della lavorazione dello zinco dagli impianti Waeltz, fanghi dei processi idrometallurgici dello zinco), dal termovalorizzatore del Tecnocasic s.p.a. (ceneri leggere non inertizzate derivante dall?incenerimento di rifiuti solidi urbani). Non essendo ancora esistente il piano di coltivazione mineraria, non risulta nemmeno possibile stabilire aprioristicamente i "vuoti" all?interno della coltivazione dove sarebbero stoccati i rifiuti, a meno che non si intenda subordinare l?attività mineraria a quella di stoccaggio dei rifiuti. Infine, sembra di aver compreso che i suddetti quantitativi di rifiuti pericolosi e non verrebbero stoccati mediante metodologie di "iniezione", senza le opportune procedure di inertizzazione e di incapsulamento a tenuta stagna, necessarie per evitare ogni contaminazione del sottosuolo e delle falde idriche in particolare, attualmente "compresse" dagli impianti di pompaggio della miniera a ? 400 mt. Tale metodologia, se ben si è compreso, rischierebbe di provocare, a medio-lungo termine, effetti potenzialmente disastrosi sul piano ambientale. Come si vede, aspetti di non poco conto da chiarire per evitare un ulteriore inquinamento del basso Sulcis del quale non se ne sente proprio il bisogno. Ora la fase istruttoria da parte del Servizio S.I.V.I.A. dell?Assessorato regionale della difesa dell?ambiente. Poi la Giunta regionale dovrà deciderne l?eventuale compatibilità ambientale.

p. Gruppo d?Intervento Giuridico e Amici della Terra

Stefano Deliperi

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